LA SCOPERTA GRAZIE ALLO STRUMENTO VIR

C’è ammoniaca su Cerere

È quanto rilevato dallo strumento VIR a bordo della sonda Dawn sulla superficie del pianeta nano Cerere. La presenza di ammoniaca è un dato di fondamentale importanza per lo studio della storia evolutiva di Cerere. «La scoperta potrebbe confermare alcune teorie sulla migrazione dei pianeti nelle fasi primordiali del sistema solare», secondo Maria Cristina De Sanctis, INAF – IAPS, primo autore dell'articolo pubblicato da Nature

     09/12/2015
Un'immagine del cratere Occator su un modello digitale del terreno offre una vista prospettica in 3-D-simile della struttura dell’impatto. Diverse aree luminose possono essere visibili in questo cratere. La parte interna del cratere misura circa 10 chilometri di diametro e mezzo chilometro in profondità. Il crater Occator misura a circa 90 chilometri di larghezza. Image Credit: NASA/JPL-Caltech/UCLA/MPS/DLR/IDA

Un’immagine del cratere Occator su un modello digitale del terreno offre una vista prospettica in 3-D-simile della struttura dell’impatto. Diverse aree luminose possono essere visibili in questo cratere. La parte interna del cratere misura circa 10 chilometri di diametro e mezzo chilometro in profondità. Il crater Occator misura a circa 90 chilometri di larghezza.
Image Credit:
NASA/JPL-Caltech/UCLA/MPS/DLR/IDA

Tracce di argilla contenenti ammoniaca. È quanto rilevato dallo strumento VIR a bordo della sonda Dawn sulla superficie del pianeta nano Cerere. La scoperta, ottenuta grazie allo spettrometro ad immagine VIR, realizzato da Finmeccanica-Selex ES con il coordinamento e finanziamento dell’ASI e la guida scientifica dell’INAF-IAPS, suggerisce che Cerere possa essersi formato in una zona più esterna del Sistema Solare rispetto alla sua attuale posizione.

«La scoperta di fasi ammoniate su Cerere indica che la questo corpo può essere almeno in parte costituto da materiale condensatosi a basse temperature, tipiche delle zone più esterne del sistema solare. L’ammoniaca  è stata individuata, ad esempio, su alcuni corpi trans-nettuniani e  sul  sistema di Plutone. Questa scoperta potrebbe confermare alcune teorie sulla migrazione dei pianeti nelle fasi primordiali del sistema solare», ha detto Maria Cristina De Sanctis, INAF – IAPS, responsabile scientifico dello strumento e primo autore dell’articolo, pubblicato il 10 dicembre sulla rivista Nature.

La presenza di ammoniaca è un dato di fondamentale importanza per lo studio della storia evolutiva di Cerere. Oggi, con le attuali condizioni di temperatura e pressione, il ghiaccio di ammoniaca non potrebbe sopravvivere sulla superficie. E nemmeno in passato, secondo il parere degli scienziati, l’ammoniaca avrebbe potuto formarsi in quantità compatibili con le attuali osservazioni di VIR, considerando Cerere nella sua attuale posizione. Questa contraddizione suggerisce la possibilità che Cerere non si sia formato dove risiede oggi, nella fascia degli asteroidi tra Marte e Giove.

«DAWN ci sta aiutando a comprendere la formazione e l’evoluzione del Sistema Solare – ha commentato Raffaele Mugnuolo responsabile ASI per la missione – nei primi miliardi di anni, i pianeti erano ancora in movimento prima di raggiungere l’equilibrio orbitale attuale e sembra che anche Cerere abbia compiuto lo stesso percorso».

Gli ultimi dati collezionati dalla sonda mettono ancora più in evidenza le differenze tra i due corpi celesti osservati da DAWN: Vesta è asciutto e presenta una superficie ricca di crateri che testimoniano una sua permanenza nella fascia degli asteroidi. Cerere invece è un piccolo mondo scuro e con caratteristiche morfologiche la cui natura è ancora tutta da scoprire.

Una parte degli scienziati della missione Dawn della NASA suggerisce che quando la luce solare raggiunge Cerere dal cratere Occater si alza una sorta di foschia sottile di polvere e acqua dovuta all’evaporazione. Image Credit: NASA/JPL-Caltech/UCLA/MPS/DLR/IDA

Una parte degli scienziati della missione Dawn della NASA suggerisce che quando la luce solare raggiunge Cerere dal cratere Occater si alza una sorta di foschia sottile di polvere e acqua dovuta all’evaporazione. Image Credit: NASA/JPL-Caltech/UCLA/MPS/DLR/IDA

Non resta che aspettare la prossima fase della missione prevista per metà dicembre: DAWN in quel periodo osserverà Cerere da “soli” 380 chilometri di distanza: ciò le permetterà di realizzare immagini ad alta risoluzione di fondamentale importanza per il progresso della ricerca planetologica.