Lanciata lo scorso 12 marzo, la missione Spherex (Spectro-Photometer for the History of the Universe, Epoch of Reionization and Ices Explorer) della Nasa ha iniziato a fornire i primi dati scientifici, pubblicandoli su base settimanale su un archivio ad accesso libero e permettendo così a chiunque di utilizzarli per esplorare i segreti dell’universo.
Il telescopio spaziale raccoglierà dati su centinaia di milioni di oggetti cosmici, consentendo studi praticamente in ogni campo dell’astronomia: dall’universo primordiale fino alle origini della vita. Spherex mapperà l’intero cielo in ben 102 lunghezze d’onda nell’infrarosso: un enorme salto rispetto alle quattro bande utilizzate dalla precedente missione Wise (Wide-field Infrared Survey Explorer) della Nasa. I dati raccolti vengono resi pubblici nell’archivio entro 60 giorni da ciascuna osservazione: un intervallo che consente al team di elaborare i dati grezzi, per rimuovere eventuali artefatti, correggere effetti strumentali e allineare le immagini con precisione alle coordinate astronomiche.

Immagine della Vela Molecular Ridge catturata da Spherex parte del primo rilascio pubblico dei dati della missione. La macchia gialla sul lato destro dell’immagine è la nebulosa di emissione Rcw 36, una nube di gas e polvere interstellare che brilla in alcune lunghezze d’onda infrarosse a causa della radiazione delle stelle vicine. Crediti: Nasa/Jpl-Caltech
Durante la sua missione primaria, della durata di due anni, Spherex realizzerà una mappatura completa del cielo due volte l’anno, generando così un totale di quattro mappe all-sky. Al termine del primo anno di attività, il team prevede di rilasciare la prima mappa completa in tutte le 102 lunghezze d’onda.
Grazie alla tecnica della spettroscopia, il telescopio è in grado di identificare le firme di specifiche molecole, consentendo lo studio della distribuzione dell’acqua ghiacciata e delle molecole organiche nelle Via Lattea. Inoltre i dati permetteranno di indagare la fisica dell’espansione successiva al Big Bang e di misurare nel tempo la luce emessa da tutte le galassie dell’universo.
Oltre alla scienza per cui Spherex è stato progettato, se combinato con altre missioni il telescopio apre la strada a un numero ancora maggiore di studi astronomici. I suoi dati possono infatti essere usati per selezionare gli oggetti da osservare in dettaglio con il telescopio spaziale James Webb della Nasa, migliorare i parametri degli esopianeti rilevati dal satellite Tess (Transiting Exoplanet Survey Satellite), sempre della Nasa, e contribuire agli studi su materia e energia oscura in sinergia con la missione Euclid dell’Esa e il futuro telescopio spaziale Nancy Grace Roman della Nasa.
I dati di Spherex sono pubblicati su Irsa (Nasa/Ipac Infrared Science Archive), l’archivio dell’Ipac, centro per l’astrofisica e la scienza planetaria presso il Caltech di Pasadena. Irsa raccoglie anche osservazioni mirate e mappe all-sky a diverse lunghezze d’onda condotte da altre missioni spaziali, offrendo cosi agli utenti un contesto più ampio per lo studio dell’universo.
La missione Spherex incarna lo spirito della scienza aperta, promuovendo la collaborazione all’interno della comunità scientifica internazionale grazie alla condivisione pubblica dei dati e delle procedure di analisi, rendendo la ricerca più trasparente, accessibile e riproducibile da parte di tutti.
Per saperne di più:
- Vai alla pagina dello Spherexx Science Data Center
Guarda su MediaInaf Tv il servizio video del 2022 su Spherex:






