REPORTAGE DAL CENTRO DI CONTROLLO A ESOC

Rosetta, le emozioni degli ultimi minuti

Tristezza e al tempo eccitazione, al centro di controllo di Darmstadt, nelle parole raccolte dall’inviata di Media INAF, quando mancano pochi minuti all’approdo sulla cometa, da due protagonisti della missione: Matt Taylor e Paolo Ferri

     30/09/2016
Ultimi minuti di missione per Rosetta. Markus Bauer (a sx) e Matt Taylor (a dx). Crediti: Elisa Nichelli / Media INAF

Ultimi minuti di missione per Rosetta. Markus Bauer (a sx), communication officier dell’ESA, e Matt Taylor (a dx). Crediti: Elisa Nichelli / Media INAF

Mancano una manciata di minuti al gran finale di Rosetta e qui a Darmstadt, alla sede dell’Agenzia Spaziale Europea, si respira un’aria di tristezza ed eccitazione. La sonda spaziale che, insieme al suo lander Philae, ha entusiasmato scienziati e appassionati di tutto il mondo scrive oggi l’ultimo capitolo del suo incredibile viaggio.

Quasi otto miliardi i chilometri macinati e un numero incredibile di record sbaragliati: la prima sonda a inseguire una cometa lungo la sua traiettoria, la prima ad inserirsi in orbita attorno a un nucleo cometario, la prima a far scendere un lander sulla superficie di una cometa e ad analizzare da vicino le trasformazioni subite dal nucleo in prossimità del Sole.

«Viviamo emozioni contrastanti», racconta Matt Taylor, project scientist di Rosetta. «Perché ci sono persone che hanno investito tutta la loro vita lavorando a questa missione, e tra poco ci sarà la fine delle operazioni. Tuttavia, dal punto di vista scientifico abbiamo appena iniziato ad analizzare i dati, quindi siamo anche entusiasti dei risultati che abbiamo ottenuto, dell’eredità che ci lascia la missione Rosetta, di cui vedremo i frutti per decine di anni. Ci saranno generazioni di scienziati che potranno sfruttare questi dati e lavorarci, quindi direi che tra la felicità e la tristezza prevale la felicità, perché abbiamo realizzato davvero qualcosa di grande».

«Siamo certamente molto tristi», dice Paolo Ferri, a capo del dipartimento delle operazioni di missione dell’ESA. «Sono stato in sala controllo poco fa e gli animi non erano dei migliori. Razionalmente lo sappiamo che la fine della missione arriverà, ci prepariamo sempre a questi momenti, ma separarsi sarà dura. Il pensiero che ci solleva è che avremo ancora molti anni per lavorare con i dati raccolti da Rosetta, ma sappiamo che non avremo mai più momenti come questo».

«Ma Rosetta non finisce qui», continua Ferri, «abbiamo davanti molti anni di analisi dei dati raccolti in questi due anni abbondanti di attività attorno alla cometa 67P».

«Penso che questa missione abbia innanzi tutto attratto le persone verso la scienza», aggiunge Taylor, «che ci abbia permesso di compiere  enormi passi avanti in ciò che sappiamo delle comete e del Sistema solare, fino al punto che gli scienziati che lavorano ad altre missioni spaziali guardavano a Rosetta per controllare che i suoi risultati fossero coerenti con ciò che vediamo da Terra. Sono quindi convinto che l’impatto dei dati raccolti da Rosetta abbia superato di gran lunga le aspettative, e sarà sicuramente di ispirazione per le missioni del futuro nel campo dell’esplorazione spaziale».

Per saperne di più, ecco tutti gli articoli e le interviste dello “Speciale Rosetta” di Media INAF: