IL VIDEO PRESENTATO AL DPS/EPSC DI PASADENA

Nubi sui vulcani marziani

La sonda MAVEN della NASA ha catturato, avvalendosi dei dati nell'ultravioletto, la formazione delle nuvole nel corso dei pomeriggi marziani sulla cima dei grandi vulcani del pianeta

     22/10/2016
Crediti: NASA / MAVEN / University of Colorado

Crediti: NASA / MAVEN / University of Colorado

Marte non è solo roba da rover. Mentre si analizzano i dati dell’ammartaggio di Schiaparelli per capire cosa sia andato storto nei famosi 6 minuti di terrore, non dimentichiamo che lo studio di Marte si svolge anche dall’orbita. Grazie al TGO, la sonda dell’ESA che ha rilasciato Schiaparelli e che ci sorprenderà sicuramente a breve con dati e immagini. Ma anche grazie alle molte missioni che al momento sono intorno al pianeta rosso e ne osservano la superficie. Da diverse altitudini, da diverse angolazioni e da diverse lunghezze d’onda.

Una di queste è MAVEN, la missione NASA Mars Atmosphere and Volatile Evolution, che ha recentemente pubblicato un video spettacolare, realizzato nella luce ultravioletta, di come l’atmosfera di Marte evolva al passare dei giorni. I dati sono stati presentati recentemente al meeting DPS/EPSC da Nick Schneider, dell’Università del Colorado. Al centro della ricerca, i nuovi dati ad alta risoluzione dello strumento IUVS, l’Imaging UltraViolet Spectrograph.

Nel video rilasciato dal team di queste osservazioni, la prima cosa che salta agli occhi è quanto Marte ricordi la Terra. Basta fissare uno dei quattro enormi vulcani visibili sulla superficie del pianeta per rendersene conto: MAVEN ha catturato la nascita delle nuvole nel corso dei pomeriggi marziani sulla cima di queste altissime montagne. In modo del tutto analogo a quanto succede sulle catene montuose terrestri. Il risultato non è solo emozionante, ma anche denso di contenuto scientifico: le nuvole sono fondamentali per capire il bilancio energetico del pianeta e questo video sarà la base per capire i cambiamenti stagionali e giornalieri dell’atmosfera del pianeta.

Ma i risultati non finiscono qui: l’ultravioletto fornisce molte informazioni aggiuntive dal punto di vista scientifico. Per esempio per la notte marziana, la parte del globo non illuminata dalla luce solare. In questa zona è ben visibile il nightglow, il bagliore notturno, un fenomeno per cui, anche in totale assenza di luce solare, il cielo emette una leggera luminosità.

Questo succede su Marte nell’ultravioletto a causa di fenomeni chimici che iniziano durante la giornata, quando l’atmosfera è esposta alla luce del sole. L’emissione solare infatti rompe le molecole che compongono l’atmosfera e gli atomi risultanti, tra cui troviamo ossigeno e azoto, vengono trasportati dai venti in quota.  Quando queste particelle arrivano nella zona notturna del pianeta, i venti trasportano le particelle ad altitudini più basse e gli atomi di ossigeno e azoto trovano la condizione migliore per ricombinarsi, emettendo della luce nell’ultravioletto durante il processo. Osservare il bagliore notturno su Marte permette, quindi, di avere chiare indicazioni di come circolino i venti sul pianeta. E di come evolva il pianeta al passare delle stagioni.

Guarda il video realizzato dall’Università del Colorado: