L’ATTIVITA’ GEOLOGICA?

Cosa rifornisce Plutone di azoto?

Un team di scienziati ha proposto una serie di possibili spiegazioni all'eccesso di emissione di azoto da parte dell'atmosfera di Plutone. Nello studio, pubblicato prima del fly-by di New Horizons, si indica l'attività geologica del pianeta nano come principale responsabile. Lo studio è apparso su The Astrophysical Journal Letters

     12/08/2015

Alcuni dei dati più recenti inviati dalla sonda New Horizons della NASA rivelano numerose e dettagliate caratteristiche della superficie di Plutone e un’atmosfera dominata da azoto gassoso. Tuttavia, la massa di Plutone è molto piccola e questo fa sì che centinaia di tonnellate di azoto atmosferico vengano rilasciate nello spazio ogni ora.

Ma da dove viene tutto questo azoto? Kelsi Singer, ricercatrice post-dottorato presso il Southwest Research Institute (SwRI), e il suo mentore Alan Stern, vice presidente del SwRI e membro del team scientifico di New Horizons, hanno indicato alcune delle possibili fonti in un articolo accettato per la pubblicazione sulla rivista The Astrophysical Journal Letters lo scorso 15 luglio, un giorno dopo l’incontro ravvicinato della sonda con il pianeta nano.

Gli scienziati del Southwest Research Institute stanno studiando i dati raccolti da New Horizons per scoprire quale sia il meccanismo che rifornisce di azoto l'atmosfera di Plutone. Questa immagine del pianeta nano aiuterà gli scienziati a rilevare le differenze nella composizione e la struttura della superficie di Plutone. I dati suggeriscono che Plutone potrebbe essere ancora geologicamente attivo.Crediti: NASA/JHUAPL/SwRI

Gli scienziati del Southwest Research Institute stanno studiando i dati raccolti da New Horizons per scoprire quale sia il meccanismo che rifornisce di azoto l’atmosfera di Plutone. Questa immagine del pianeta nano aiuterà gli scienziati a rilevare le differenze nella composizione e la struttura della superficie di Plutone. I dati suggeriscono che Plutone potrebbe essere ancora geologicamente attivo.Crediti: NASA/JHUAPL/SwRI

«Deve esserci una ricca fonte per rifornire sia l’azoto ghiacciato che si muove sulla superficie di Plutone nei suoi cicli stagionali, sia quello che sta fuggendo dagli strati più alti della sua atmosfera a causa del riscaldamento prodotto dalla luce ultravioletta del Sole», ha spiegato Singer.

Singer e Stern si sono chiesti se le comete potessero fornire azoto sufficiente per la superficie di Plutone. Hanno inoltre considerato l’ipotesi che i crateri da impatto dovuti alle comete potessero scavare abbastanza azoto dalla superficie, ma questo richiederebbe un profondo strato di azoto ghiacciato, che non è stato confermato. Il team ha anche valutato se i crateri potessero esporre una porzione maggiore di superficie, estraendo materiali che si sarebbero accumulati nel corso del tempo.

«Abbiamo scoperto che tutti questi effetti, quelli principali legati alla craterizzazione, non garantiscono azoto sufficiente a giustificare l’emissione osservata», ha continuato Singer. «Se da un lato è possibile che il tasso di fuga fosse più basso in passato, dall’altro riteniamo che l’attività geologica debba avere un ruolo chiave nel trasporto dell’azoto dagli strati più profondi di Plutone alla sua superficie».

Quando è stato scritto questo articolo i dati di New Horizons non erano ancora stati raccolti e inviati a Terra, ma le immagini recenti di Plutone mostrano strutture che suggeriscono la presenza di calore in risalita verso la superficie, con avvallamenti di materia scura che si accumula, o trabocca dalle fratture della crosta.

«La nostra previsione, precedente al fly-by di New Horizons, è che molto probabilmente Plutone sta estraendo azoto dal suo interno, e questo implica la presenza di geyser o criovulcanismo», ha detto Stern. «Con l’arrivo dei dati raccolti da New Horizons sarà molto interessante verificare se questa previsione sia corretta».