LETTO PER VOI DA ANDREA MELANDRI

Rapsodia marziana

Non solo un luogo da esplorare, ma una lente attraverso cui osservare i mutamenti della nostra cultura. Così emerge il Pianeta rosso per eccellenza dalle pagine di “Rapsodia Marziana” (Codice, 2025), saggio divulgativo di Silvia Kuna Ballero che ripercorre oltre due secoli di Marte tra fantascienza, ricerca scientifica, geopolitica e imprese spaziali. In libreria

     01/10/2025

“Rapsodia marziana” di Silvia Kuna Ballero, Codice edizioni, Torino 2025, 328 pagine, 21,00 euro

Marte è molto più di un pianeta. Nel corso dei secoli è stato dio guerriero, minaccia aliena, promessa di rinascita e, di volta in volta, specchio dei nostri sogni, delle nostre contraddizioni e della nostra fragilità. Con Rapsodia marziana, Silvia Kuna Ballero ci guida in un viaggio che unisce divulgazione scientifica, storia culturale e immaginario fantascientifico, mostrando come il Pianeta rosso sia stato al tempo stesso laboratorio di conoscenza e schermo su cui proiettare le aspettative, le paure e le ideologie dell’umanità.

Il libro parte dall’antichità, quando Marte era associato a divinità del conflitto e della fertilità, e arriva fino all’epoca contemporanea, dominata da progetti di colonizzazione e terraformazione. Ogni fase storica ha reinventato Marte: l’Ottocento con i canali “osservati” da Schiaparelli e il mito delle “civiltà marziane” avanzate; il primo Novecento con le invasioni letterarie, da La guerra dei mondi alle innumerevoli varianti; e poi la fantascienza più recente, capace di interrogarsi anche sul cambiamento climatico, sul futuro dell’umanità e sul rischio di ripetere nello spazio gli stessi errori compiuti sulla Terra.

Il testo non pretende di essere esaustivo: come afferma la stessa autrice, si tratta di un tassello in una sinfonia molto più vasta. Ogni capitolo esplora una declinazione diversa dell’immaginario marziano – dal mito alla frontiera, dall’utopia all’invasione, fino alle riflessioni più contemporanee sull’ecologia e sull’“altro”. Ballero scrive con chiarezza e passione, riuscendo a intrecciare riferimenti storici, letterari e scientifici senza mai appesantire la lettura. Ne emerge un’immagine ricca e stimolante, in cui Marte non è mai solo un luogo da esplorare, ma una lente attraverso cui osservare i mutamenti della nostra cultura. Apprezzabile la lettura del “marziano” come metafora del diverso: un confronto difficile e conflittuale, ma inevitabile e necessario.

Pensare al futuro del Pianeta rosso significa anche interrogarsi sul nostro presente terrestre, soprattutto sulla possibilità di costruire un domani che non sia la replica dei fallimenti del passato. Rapsodia marziana è dunque un libro che affascina gli appassionati di fantascienza e di storia della scienza. Marte non è solo una destinazione nello spazio o un obiettivo dell’esplorazione, ma un luogo dell’immaginario che continua a parlarci del nostro presente e del nostro futuro, raccontandoci chi siamo e chi vogliamo diventare.

Ci accontenteremo, in un futuro ormai prossimo, dell’esplorazione virtuale affidata a robot sempre più evoluti? Sembra di no: l’uomo continuerà a coltivare il sogno di varcare fisicamente i confini dello spazio, a cominciare dal Pianeta rosso, che resta la più potente promessa di scoperta e di speranza.