LO RIVELA UNO STUDIO DELL’UNIVERSITÀ DI OXFORD PRESENTATO AL NAM 2025

Cometa 3I/Atlas: forse è la più antica mai vista

La cometa interstellare 3I/Atlas potrebbe arrivare dal “disco spesso” della Via Lattea e contenere abbondanti quantità d’acqua. E potrebbe essere la cometa più antica mai osservata finora. È quanto suggerisce un nuovo studio condotto da un team di astronomi dell’Università di Oxford. I risultati sono stati presentati lo scorso venerdì a Durham durante il meeting annuale della Royal Astronomical Society

     14/07/2025

La cometa interstellare 3I/Atlas è stata avvistata per la prima volta dal telescopio cileno del programma osservativo Asteroid Terrestrial-impact Last Alert System (Atlas) all’alba del primo luglio 2025, quando si trovava a circa 670 milioni di chilometri di distanza dal Sole. Dopo 1I/’Oumuamua e 2I/Borisov, è il terzo oggetto celeste noto a venire a farci visita da remote regioni oltre i confini del Sistema solare. Ma 3I/Atlas non è soltanto un raro visitatore interstellare: secondo un nuovo studio guidato da un team di astronomi dell’Università di Oxford, la cometa potrebbe essere infatti la più antica mai scoperta finora. Inoltre, sarebbe il primo oggetto osservato proveniente da una regione peculiare della Via Lattea. I risultati della ricerca, attualmente in fase di revisione per la pubblicazione su The Astrophysical Journal Letters, sono stati presentati lo scorso venerdì al National Astronomy Meeting 2025 della Royal Astronomical Society, tenutosi a Durham, nel Regno Unito.

Nel cerchietto verde è mostrata la cometa interstellare 3I/Atlas ripresa dalla struttura Inaf dell’Osservatorio astronomico di Palermo G.S. Vaiana. Crediti: F. Bocchino

Per arrivare a queste conclusioni, i ricercatori si sono avvalsi di simulazioni effettuate con un modello sviluppato appositamente per studiare le proprietà degli oggetti interstellari. Questo strumento, denominato modello Ōtautahi–Oxford, integra i dati della terza release (Dr3) della missione Gaia con modelli di chimica dei dischi protoplanetari e di dinamica galattica, permettendo di collegare la velocità di questi oggetti alle loro proprietà fisiche, come età e composizione chimica.

Come anticipato, uno dei primi risultati emersi dalle simulazioni riguarda l’origine di 3I/Atlas. La cometa interstellare avrebbe una velocità verticale (W) – una componente della velocità dell’oggetto rispetto al sistema di riferimento galattico – abbastanza elevata, pari a 18.5 chilometri al secondo. Questa velocità, combinata con un’orbita fortemente inclinata rispetto al piano galattico, secondo i ricercatori suggerisce che l’oggetto provenga dal cosiddetto disco spesso della Via Lattea, una struttura contenente popolazioni di stelle antiche che orbitano al di sopra e al di sotto del piano in cui si trovano il Sole e la maggior parte delle stelle. Se questa ipotesi dovesse essere confermata, sottolineano i ricercatori, 3I/Atlas sarebbe il primo oggetto interstellare osservato proveniente da questa specifica regione.

Il modello prevede inoltre che oggetti interstellari con velocità simili a quella di 3I/Atlas siano generalmente più ricchi di acqua rispetto ad altri oggetti interstellari. Se ciò fosse vero, questo implicherebbe che nei prossimi mesi, man mano la cometa si avvicinerà al Sole, il riscaldamento da parte della radiazione solare dovrebbe causare l’emissione di vapore acqueo e polveri dalla sua superficie, generando così una luminosa coda cometaria.

Vista dall’alto della Via Lattea che mostra le orbite stimate del Sole (linee puntate gialle) e della cometa 3I/Atlas (linee tratteggiate rosse). Crediti: M. Hopkins/Ōtautahi-Oxford team, Esa/Gaia/Dpac, Stefan Payne-Wardenaar

Un secondo risultato di particolare rilievo dello studio riguarda l’età dell’oggetto celeste. Le stime basate sulla sua velocità suggeriscono che 3I/Atlas potrebbe avere oltre sette miliardi di anni, ovvero oltre tre miliardi di anni in più del Sistema solare. Un’età che la renderebbe la più antica cometa osservata finora.

«Tutte le comete non interstellari, come la cometa di Halley, si sono formate insieme al nostro Sistema solare e quindi non hanno più di 4.5 miliardi di anni, ma i visitatori interstellari possono essere molto più antichi», spiega il ricercatore all’Università di Oxford e primo autore dello studio Matthew Hopkins. «Secondo il nostro modello statistico, 3I/Atlas è con tutta probabilità la cometa più antica mai osservata»

«Si tratta di oggetto proveniente da una regione della galassia che non abbiamo mai avuto occasione di osservare da vicino», aggiunge Chris Lintott, anch’egli ricercatore all’Università di Oxford e co-autore dello studio. «Riteniamo che ci siano due terzi di possibilità che questa cometa sia più vecchia del Sistema solare e che dall’epoca della sua formazione stia vagando nello spazio interstellare».

Lo studio ha affrontato anche la questione di una possibile origine comune di 3I/Atlas con gli altri due oggetti interstellari scoperti finora: 1I/’Oumuamua (1I) e 2I/Borisov (2I). Si ritiene che gli oggetti interstellari siano frammenti espulsi da sistemi planetari in formazione attorno a giovani stelle. Dunque, non si può escludere che alcuni di essi si siano originati dalla stessa stella madre o dallo stesso ammasso stellare. Le analisi cinematiche condotte dai ricercatori hanno tuttavia rivelato che la probabilità che 3I/Atlas condivida un’origine comune con 1I/ʻOumuamua o con 2I/Borisov è inferiore all’1,4 per cento. In altre parole, non vi sarebbe alcuna evidenza che la cometa provenga dalla stessa stella o dallo stesso ambiente di formazione degli altri due oggetti interstellari.

I ricercatori concludono sottolineando che gli oggetti interstellari rappresentano una rara e preziosa opportunità per raccogliere prove sui processi di formazione ed evoluzione dei planetesimi in una varietà di ambienti galattici. Le future osservazioni di 3I/Atlas saranno fondamentali per verificare e raffinare le ipotesi elaborate attraverso il modello Ōtautahi–Oxford, aprendo una nuova finestra sull’astrochimica di questi oggetti e sulla dinamica della nostra galassia.

Per saperne di più: