Si chiama C/2014 UN271 (Bernardinelli-Bernstein) ed è la cometa più grande conosciuta, nonché la seconda cometa attiva più lontana mai osservata proveniente dalla nube di Oort. Percorre un’orbita altamente eccentrica che completa in circa 600mila anni, con un afelio a 14.300 unità astronomiche. Raggiungerà il perielio intorno al 23 gennaio 2031, quando si troverà a una distanza leggermente superiore a quella dell’orbita di Saturno. La sua scoperta è stata annunciata nel giugno 2021 dagli astronomi Pedro Bernardinelli e Gary Bernstein, dai quali ha preso il nome.
Ora, un team di astronomi ha compiuto una scoperta rivoluzionaria, rilevando sulla cometa gigante attività molecolare. Questo risultato è stato possibile grazie all’elevata sensibilità e risoluzione angolare dell’Atacama Large Millimeter/submillimeter Array (Alma), in Cile, con cui i ricercatori l’hanno osservata mentre si trovava a poco oltre metà strada da Nettuno, a una distanza di circa 16,6 unità astronomiche – ovvero 16,6 volte la distanza tra la Terra e il Sole.
Rappresentazione artistica della cometa C/2014 UN271, la più grande cometa conosciuta nella nube di Oort. Credito: Nsf/Aui/Nsf Nrao/M.Weiss
C/2014 UN271 è un vero e proprio colosso, con un diametro di circa 140 chilometri, più di dieci volte le dimensioni della maggior parte delle comete conosciute. Finora si sapeva poco di come si comportano oggetti così freddi e distanti. Le nuove osservazioni hanno rivelato getti complessi di monossido di carbonio che eruttano dal nucleo della cometa.
«Queste misurazioni ci danno un’idea di come funziona questo enorme mondo ghiacciato», dichiara Nathan Roth dell’American University e del Goddard Space Flight Center della Nasa, primo autore dello studio pubblicato su The Astrophysical Journal Letters. «Stiamo osservando modelli di degassamento esplosivo che sollevano nuove domande su come questa cometa si evolverà mentre continua il suo viaggio verso il Sistema solare interno».
Sulla base di precedenti osservazioni che avevano caratterizzato per la prima volta le grandi dimensioni del nucleo di UN271, questi nuovi risultati hanno misurato il segnale termico per calcolarne nuovamente le dimensioni e la quantità di polvere che circonda il suo nucleo. I valori delle dimensioni del nucleo e della massa di polvere sono in accordo con le precedenti osservazioni (sempre di Alma) e confermano che si tratta della più grande cometa della Nube di Oort mai trovata.
La scoperta non solo segna il primo rilevamento del degassamento molecolare in questa cometa da record, ma offre anche uno sguardo tanto raro quanto prezioso alla chimica e alla dinamica degli oggetti provenienti dalle zone più lontane del Sistema solare. Con l’avvicinarsi di C/2014 UN271, gli scienziati prevedono che altri gas congelati inizieranno a vaporizzare, rivelando ancora di più sulla composizione primitiva della cometa e sul Sistema solare primordiale. Queste scoperte aiutano a rispondere a domande fondamentali sull’origine della Terra e della sua acqua e su come potrebbero formarsi altrove ambienti favorevoli alla vita.
Per saperne di più:
- Leggi su The Astrophysical Journal Letters l’articolo “The First Detection of Molecular Activity in the Largest Known Oort Cloud Comet: ALMA Imaging of C/2014 UN271 (Bernardinelli–Bernstein) at 16.6 au from the Sun” di Nathan X. Roth, Stefanie N. Milam, Martin A. Cordiner, Dominique Bockelée-Morvan, Nicolas Biver, Michael S. P. Kelley, Anthony J. Remijan, Steven B. Charnley, Carrie E. Holt, Kiernan D. Foster, Joseph Chatelain, Edward Gomez, Sarah Greenstreet, Tim Lister e Helen Usher