RECENSIONE DEI DUE LIBRI DI SIMONETTA DI PIPPO E DI DAVID BROWN

Alla conquista del Far West lunare

Tre missioni nei primi due mesi dell’anno testimoniano il rinato interesse per l’esplorazione del nostro satellite. Ma lo spazio dev’essere soprattutto una palestra per l’umanità, dove provare le strategie dell’economia circolare, scrive Patrizia Caraveo nella doppia recensione pubblicata ieri sul Sole24Ore, che vi riproponiamo con la sua autorizzazione

     06/05/2024

David W. Brown, “Spazio. La sfida del presente”, Hoepli, 2023, 174 pagine, 24,90 euro

Omero sarebbe stato contento di sapere che nei pressi del polo sud lunare c’è un lander chiamato Odysseus. In effetti, pur essendo allunato di fianco con serie difficoltà a inviare i dati a terra, Odysseus ha rappresentato una pietra miliare perché è stata la prima missione “privata” a posarsi sulla Luna facendo entrare la compagnia Intuitive Machines nella storia dell’esplorazione spaziale. Era questo l’obiettivo immediato del programma commerciale della Nasa Clps (Commercial Lunar Payload Services), nato per stimolare l’ingresso dei privati nelle missioni lunari al fine di abbassare il costo del trasporto di strumenti sulla Luna. In pratica si accetta una maggiore componente di rischio, in cambio della nascita di un mercato lunare.

Era sottinteso che qualche missione potesse andare male, come è successo a inizio gennaio a Peregrine di Astrobotic. Peregrine ha perso la chance di allunare a causa di una perdita di carburante, ma il budget della missione fornisce un buon esempio del mercato della logistica lunare, dove è il trasporto a fare la parte del leone. Infatti, nel caso di Peregrine, la Nasa aveva finanziato cinque strumenti per un ammontare di 9 milioni di dollari mentre il trasporto era costato 108 milioni.

A risollevare il morale degli entusiasti dell’esplorazione lunare ci ha pensato la missione Slim dell’agenzia spaziale giapponese, che il 20 gennaio scorso ha realizzato un allunaggio morbido, rendendo il Giappone la quinta nazione a essere riuscita nella manovra e la prima a realizzare un allunaggio di grande precisione. In effetti, l’allunaggio di Slim è stato un po’ “scomposto” visto che la sonda ha toccato il suolo a testa in giù, cosa che ha impedito il normale funzionamento dei pannelli solari. Con un po’ di pazienza il Sole li ha finalmente illuminati e la sonda ha dimostrato di essere perfettamente operativa sopravvivendo al gelo di tre notti lunari, con stupore dei suoi costruttori.

Poi è arrivato Odysseus, la prima missione privata e la prima ad allunare vicino al polo sud. Era quello che voleva la Nasa che, in qualità di cliente principale, ha pagato 118 milioni di dollari per il trasporto di 6 strumenti del costo di 11 milioni. Odysseus trasportava anche strumenti forniti da altri clienti. A causa dell’allunaggio storto non tutti hanno funzionato come previsto, ma la missione è stata archiviata come un successo.

Tre missioni lunari nei primi due mesi del 2024 testimoniano il rinato interesse per l’esplorazione del nostro satellite, che continua con Chang’è 6, una missione cinese partita il 3 maggio con l’obiettivo di posarsi sulla faccia nascosta per raccogliere campioni da riportare a terra.

Simonetta Di Pippo, “Luna, laboratorio di pace”, Egea, 2024, 152 pagine, 17 euro

Poi ci saranno altre missioni commerciali più ambiziose. A fine anno il rover Nasa Viper si poserà nella regione del polo sud lunare, dove dovrebbe cercare il ghiaccio d’acqua. Astrobotic ha un contratto da 200 milioni per il trasporto del rover, che costa più del doppio. L’anno prossimo anche la missione cinese Chang’è 7 sarà diretta in un’area limitrofa, perché tutti vogliono essere vicino ai depositi di ghiaccio e in zone che godano di illuminazione pressoché costante.

Per questo bisogna agire d’anticipo, per evitare che sorgano conflitti o, peggio ancora, per evitare che la luna diventi un Far West cosmico, come spiega molto bene Simonetta di Pippo nel suo libro Luna laboratorio di pace. Astrofisica con una vasta esperienza nell’ufficio per lo spazio esterno delle Nazioni Unite, l’autrice sa bene che la situazione non è semplice, perché tutti vogliono la stessa proprietà immobiliare, che devono occupare il prima possibile per evitare che altri li precedano. Poiché nessuno stato può rivendicare la proprietà di corpi celesti, bisogna assicurarsi il diritto di utilizzo perché, fino a quando la zone è occupata, non sarà possibile che altri vi si installino. Gli insediamenti dovranno essere costruiti e gestiti con strategie di sostenibilità a lungo termine che implicano rispetto per l’ecosistema delicatissimo della Luna, utilizzo di materiale locale e un riciclo puntiglioso.

In effetti la parola sostenibilità è il mantra della nuova esplorazione spaziale. Lo capiamo leggendo le interviste che compongono Spazio la sfida del presente di David Brown. Gli intervistati rappresentano diverse figure professionali tutte collegate allo spazio: si va dall’astronauta, al manager, all’ingegnere, agli architetti, agli esperti di comunicazione, di diplomazia e diritto internazionale, di detriti spaziali, delle problematiche dell’estrazione mineraria su altri corpi celesti. Tutti concordano sul fatto che ogni intervento deve essere sostenibile e fatto in modo da rispettare le norme internazionali che, però, spesso non sono accettate da tutti, oppure non esistono proprio. Scorrendo le interviste si scopre che sostenibilità spaziale e terrestre vanno di pari passo. I dati raccolti dai satelliti di osservazione della Terra sono fondamentali per misurare la salute del pianeta e migliorare le politiche terrestre. D’altro canto, le centrali solari orbitali, capaci di produrre energia in modo continuato, possono essere un prezioso complemento alle rinnovabili terrestri, irrinunciabili ma discontinue. Lo spazio è soprattutto una palestra dove provare le strategie dell’economia circolare perché, in mancanza di materie prime, i rifiuti diventano una risorsa e le coltivazioni devono consumare il meno possibile. Soprattutto bisogna avere ben chiaro che si sta utilizzando un bene comune che deve continuare a rimanere tale.