LA SONDA PARTIRÀ IL 10 OTTOBRE 2024

I tesori di Europa Clipper

Europa Clipper, la missione della Nasa con destinazione la luna gioviana Europa, continuerà la consolidata tradizione dell’agenzia spaziale statunitense, portando con sé varie testimonianze della nostra civiltà, per lo più incise su una lastra triangolare di tantalio. Arte e scienza si fondono nelle incisioni riportate sulla lastra, insieme a un tributo a due scienziati che ci hanno spinto con passione a inseguire la nostra curiosità

     20/03/2024

Il lato della lastra rivolto verso l’esterno presenta rappresentazioni visive della parola “acqua” in 103 lingue, che si estendono radialmente a partire da un simbolo centrale che raffigura il segno dell’acqua nel linguaggio americano dei segni. Crediti: Nasa/Jpl-Caltech

È ormai consuetudine per la Nasa “imbarcare” sulle sue sonde spaziali messaggi ispiratori, dalla placca dei Pioneer, al Voyager Golden Record, alle varie decorazioni portate a bordo dei rover marziani. Europa Clipper, la missione della Nasa in partenza il 10 ottobre 2024 verso la luna gioviana Europa, non sarà da meno e continuerà questa tradizione portando con sé diverse testimonianze della nostra civiltà, per lo più incise su una placca triangolare di tantalio, di circa un millimetro di spessore e una dimensione di circa 18 x 28 centimetri, facente parte della struttura che proteggerà l’elettronica di Europa Clipper dalle radiazioni potenzialmente dannose di Giove.

L’acqua è il sottile filo rosso che lega il nostro pianeta alla luna di Giove, Europa. La missione Europa Clipper è stata progettata per verificare l’esistenza di un vasto oceano sotto la superficie ghiacciata di Europa, che la renderebbe un luogo promettente per studiare l’abitabilità oltre la Terra. Questo elemento comune – l’acqua – ha ispirato il team di Europa Clipper a “personalizzare” la suddetta placca in un modo originale.

Il lato della placca rivolto verso l’esterno presenta infatti rappresentazioni visive della parola “acqua” in ben 103 lingue diverse, che si estendono radialmente a partire da un simbolo centrale che raffigura il segno dell’acqua nel linguaggio americano dei segni. Linguisti professionisti hanno contribuito a raccogliere un campione variegato e inclusivo di lingue provenienti da tutto il mondo. Ciò che è inciso sulla lastra sono le registrazioni audio di queste parole sotto forma di forme d’onda, ovvero rappresentazioni visive di ciascun suono. Se volete provare anche voi a “vedere” la parola acqua pronunciata in varie lingue, potete usare il generatore di forma d’onda della Nasa.

Dall’altro lato della placca sono presenti diverse incisioni.

La metà superiore della lastra del caveau di Europa Clipper, che mostra l’equazione di Drake con la scrittura di Frank Drake. Crediti: Nasa/Jpl-Caltech

Nella parte alta e stretta, è incisa nella calligrafia dell’astrofisico e astrobiologo Frank Drake, scomparso nel 2022, la famosa Equazione di Drake: un tributo all’idea visionaria dell’ideatore che la probabilità di trovare vita nel cosmo sia qualcosa che possiamo stimare. Più che un’equazione, si tratta di una formula matematica che indica la possibilità di trovare nella Via Lattea civiltà avanzate capaci di comunicare, e che ha guidato e ispirato la ricerca scientifica in vari campi legati all’astrobiologia.

In basso a sinistra è presente uno schizzo disegnato a mano e la firma di Ron Greeley (1939-2011), che è stato uno dei fondatori del campo della scienza planetaria, contribuendo a gettare le basi per gli sbarchi sulla Luna degli astronauti delle missioni Apollo. Greeley ha lavorato a tante missioni di scienza planetaria e, come membro del team della sonda Galileo, ha guidato e sviluppato la strategia di imaging di Europa. I suoi primi sforzi per sviluppare una missione su Europa, iniziati due decenni fa, hanno gettato le basi per la missione Europa Clipper. È stato un mentore per molti ricercatori, alcuni dei quali sono attualmente membri del team scientifico di Europa Clipper.

La metà inferiore della lastra del caveau di Europa Clipper, che mostra la poesia di Ada Limón (in basso a destra), un disegno che rappresenta il sistema gioviano che ospiterà i nomi di 2,6 milioni di persone che volano con la missione su un microchip (in alto a destra), un omaggio allo scienziato planetario Ron Greely (in basso a sinistra) e le linee di emissione radio note come “Water Hole” (al centro). Crediti: Nasa/Jpl-Caltech

A destra del ritratto sono incise le righe di emissione dell’idrogeno a 1420 megahertz e dell’idrossile a 1660-1666 megahertz. Le frequenze comprese tra questi due estremi costituiscono quello che gli astronomi chiamano water hole, relativamente silenziose rispetto al rumore di fondo e che quindi sono state considerate ideali da alcuni ricercatori per la comunicazione interstellare. Queste linee rappresentano un collegamento tra l’acqua e la ricerca di vita oltre la Terra. Costituiscono anche un modo scientifico e matematico di esprimere la parola “acqua”: i simboli chimici dell’idrogeno e dell’idrossile, H e OH, rappresentano i prodotti della scissione delle molecole d’acqua (H2O). Come l’equazione di Drake, le linee rappresentano la nostra capacità di usare il linguaggio della scienza per inseguire la nostra curiosità.

Al centro della placca è riportata una poesia originale della poetessa statunitense Ada Limón, incisa con la sua stessa calligrafia. La poesia (che si può leggere integralmente qui) collega i due mondi acquatici: la Terra, che desidera raggiungere e capire cosa rende un mondo abitabile, ed Europa, che attende con i suoi segreti ancora da esplorare.

Infine più in alto, tra la poesia e l’equazione di Drake, c’è una bottiglia collocata all’interno di un disegno che rappresenta il sistema gioviano e le orbite delle sue quattro lune maggiori. La bottiglia è il simbolo della campagna della Nasa Message in a Bottle. Fino al 31 dicembre 2023 è stato infatti possibile firmare con il proprio nome la poesia di Ada Limón, incidendolo su un microchip di silicio delle dimensioni di un’unghia, che viaggerà verso la luna di Giove a bordo della sonda spaziale. E sono oltre 2,6 milioni le persone che hanno “imbarcato” il loro nome sul microchip che salperà il prossimo autunno verso uno dei (pochi) luoghi nel Sistema solare in cui potrebbe esserci la vita. Alla ricerca dell’acqua.