I RISULTATI SU THE ASTRONOMICAL JOURNAL

2022 AP7, un asteroide che dovremo tener d’occhio

Sono stati scoperti tre nuovi asteroidi Near-Earth che fanno parte del Sistema solare interno, fra le orbite della Terra e di Venere. Fra di loro, il più grande oggetto potenzialmente pericoloso scoperto negli ultimi otto anni

     02/11/2022

Rappresentazione artistica di un asteroide che orbita più vicino al Sole rispetto all’orbita della Terra. Crediti: NoirLab

Osservazioni crepuscolari con la Dark Energy Camera dell’Osservatorio Interamericano di Cerro Tololo in Cile hanno individuato tre asteroidi near-Earth (Nea) che si nascondono nel bagliore del Sole. Farebbero parte di una popolazione elusiva che vive fra l’orbita della Terra e quella di Venere. Uno dei tre è il più grande oggetto potenzialmente pericoloso per la Terra scoperto negli ultimi otto anni. L’articolo che descrive la scoperta è stato pubblicato su The Astronomical Journal.

Quasi sempre, gli asteroidi del Sistema solare provengono dalla cosiddetta fascia principale, una regione che si trova fra l’orbita di Giove e quella di Marte. Una regione ricca di materiali e detriti, che per ragioni ancora dibattute non ha mai saputo unirli insieme a formare un vero e proprio pianeta. Si tratta, comunque, di una regione ben nota e molto studiata, verso la quale sono anche state inviate (o sono in fase di progettazione) alcune sonde e missioni spaziali. I corpi osservati dalla Dark Energy Camera (DeCam) montata sul telescopio di 4 metri Víctor M. Blanco dell’Osservatorio interamericano di Cerro Tololo in Cile, invece, si nascondono nel Sistema solare interno, in una regione difficile da osservare perché oscurata dal bagliore del Sole.

Trovare asteroidi nel Sistema solare interno è una sfida osservativa ardua. Gli astronomi hanno a disposizione solo due brevi finestre di 10 minuti ogni notte, durante il crepuscolo, per osservare quest’area e devono fare i conti con un cielo di fondo ancora luminoso a causa del Sole. Inoltre, queste osservazioni sono molto vicine all’orizzonte, il che significa che gli astronomi devono osservare attraverso uno spesso strato di atmosfera terrestre, che può offuscare e distorcere ancora di più la visuale.

Questa volta, comunque, è andata bene e le osservazioni hanno consentito di scovare il trio di asteroidi vagabondi. E uno di questi, 2022 AP7, è un asteroide di 1.5 chilometri di larghezza con un’orbita che, un giorno, potrebbe metterlo sulla rotta della Terra. Gli altri due invece, 2021 LJ4 e 2021 PH27, hanno orbite che rimarranno interne a quella terrestre. Uno di loro è l’asteroide conosciuto più vicino al Sole, ed è interessante perché manifesta effetti di relatività generale più grandi di qualsiasi altro oggetto del nostro Sistema solare e, durante la sua orbita, la sua superficie diventa così calda da poter fondere il piombo.

Non tutti gli asteroidi hanno dimensioni preoccupanti. Lo spartiacque, in termini di diametro, che rende un corpo degno di essere catalogato come “planet killer” è un chilometro. Finora, ne sono stati trovati due nel Sistema solare interno. È probabile che ne rimangano solo pochi di dimensioni simili da trovare, dicono gli autori, e che quelli non ancora scoperti abbiano orbite che li mantengono per la maggior parte del tempo all’interno delle orbite della Terra e di Venere. In generale, finora sono stati scoperti circa 25 asteroidi con orbite completamente interne all’orbita terrestre, a causa delle difficoltà di osservazione di cui parlavamo prima.

Le osservazioni sono state effettuate con la camera DeCam, uno strumento dotato di uno dei Ccd a grande campo più performanti del mondo, che offre agli astronomi la possibilità di catturare ampie aree di cielo con grande sensibilità. E quando si va a caccia di asteroidi all’interno dell’orbita terrestre, la capacità di effettuare osservazioni sia profonde che a grande campo è indispensabile.

«Sono necessarie ampie aree di cielo perché gli asteroidi interni sono rari, e immagini profonde perché gli asteroidi sono deboli e si deve lottare contro il cielo luminoso del crepuscolo vicino al Sole e l’effetto distorsivo dell’atmosfera terrestre», spiega Scott Sheppard, astronomo presso l’Earth and Planets Laboratory della Carnegie Institution for Science e primo autore dell’articolo. «DeCam può coprire ampie aree di cielo a profondità non raggiungibili con telescopi più piccoli, permettendoci di andare più in profondità, coprire più cielo e sondare l’interno del Sistema solare in modi mai fatti prima».

Oltre a rilevare asteroidi che potrebbero rappresentare una minaccia per la Terra, questa ricerca rappresenta un passo importante verso la comprensione della distribuzione dei piccoli corpi nel nostro Sistema solare. Gli asteroidi più lontani dal Sole rispetto alla Terra sono più facili da individuare. Per questo motivo, questi asteroidi più lontani tendono a dominare gli attuali modelli teorici della popolazione di asteroidi.

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