AL MUSEO ASTRONOMICO DI BRERA

‘Le luci di Horn’ in mostra a Milano

Approda all’Inaf – Osservatorio Astronomico di Brera la mostra ‘Le luci di Horn: Un'eredità preziosa’, dedicata alla figura di Guido Horn d’Arturo (Trieste 1879-Bologna 1967), oggi riconosciuto come il padre degli specchi a “tasselli” per telescopi riflettori di grandi dimensioni

     14/09/2022

Lo specchio a tasselli costruito da Guido Horn d’Arturo all’Osservatorio Astronomico di Bologna. Crediti: Unibo

Dopo Bologna e Catania, arriva a Milano la mostra ‘Le luci di Horn: Un’eredità preziosa’, che ripercorre la storia dell’astronomo ebreo triestino Guido Horn d’Arturo. La mostra, allestita presso il MusAB, Museo Astronomico di Brera, mette in evidenza la straordinaria eredità scientifica del grande ricercatore nel contesto del nuovo allestimento espositivo del museo, dedicato al mestiere dell’astrofisico.

Dopo l’inaugurazione, che si terrà esclusivamente online giovedì 15 settembre alle ore 17:00 (si potrà seguire a questo link), la mostra apre le porte al pubblico domenica 18 settembre dalle 10 alle 15. La visita è gratuita, con prenotazione obbligatoria.

La mostra, patrocinata dal Comune di Milano, viene inaugurata dopo appena nove mesi dal lancio del satellite Jwst, l’osservatorio spaziale più potente mai realizzato, con uno specchio segmentato di 6,5 metri di diametro che può essere considerato il primo specchio di Horn nello spazio. Risale infatti all’inizio degli anni Trenta l’idea dell’astronomo di realizzare specchi per telescopi di grandi dimensioni attraverso la composizione di specchi di dimensioni decisamente minori (tassellatura), di costruzione molto più semplice. Un’intuizione oggi ampiamente utilizzata in molti settori astrofisici di frontiera.

Nato sul litorale austriaco nel 1879, quando Trieste era la quarta città dell’Impero astro-ungarico dopo Vienna, Budapest e Praga, Guido Horn lavorò come astronomo del Regno d’Italia a Catania, Torino e Bologna. Durante la Prima Guerra Mondiale decise di combattere per il Regio esercito italiano e il cognome Horn, d’origine olandese, fu arricchito con d’Arturo, in omaggio al padre e a una delle stelle più luminose del cielo boreale (Arturo, anche nota come Alpha Bootis). Dopo una breve esperienza all’Osservatorio astronomico del Collegio romano, tornò a Bologna nel 1921, assumendo l’incarico di direttore dell’Osservatorio universitario fino al 1938. Con la promulgazione delle leggi razziali, lui ebreo, fu privato della cattedra e allontanato.

La mostra ‘Le luci di Horn – Un’eredità preziosa’ è stata progettata e realizzata nel 2017, a cinquant’anni dalla morte di Horn, dal Museo Ebraico di Bologna in collaborazione con l’Osservatorio Astronomico e il Dipartimento di Fisica e Astronomia dell’Università di Bologna. L’anno successivo, è stata riveduta e ampliata in occasione della dedica a Guido Horn d’Arturo del telescopio Astri (Astrofisica con Specchi a Tecnologia Replicante), operativo a Serra La Nave (Catania), sulle pendici dell’Etna, e ha poi toccato anche le città di Trieste e Livorno. Astri è uno degli eredi de “lo specchio a tasselli” di Horn ed è il prototipo dei telescopi del progetto Mini-Array Astri che è in fase di costruzione presso l’Osservatorio del Teide, a Tenerife (Canarie). L’Inaf – Osservatorio Astronomico di Brera ha una posizione di primo piano nel progetto e, tra le molte attività in corso, ha la responsabilità della costruzione dei pannelli da 85 cm di diametro per i nove telescopi che compongono il Mini-Array.

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