NUOVI PRINCIPAL INVESTIGATOR PER LE MISSIONI OSIRIS-REX E MAVEN

Data di scadenza prolungata per otto missioni Nasa

A seguito di una valutazione approfondita, la Nasa ha esteso le missioni di scienze planetarie di otto dei suoi veicoli spaziali a causa della loro produttività scientifica e il potenziale di approfondire i loro obiettivi o perseguirne di nuovi. Fra queste anche Osiris-Rex, che cambierà nome, diventando Osiris-Apex, in virtù del suo nuovo obiettivo scientifico: l’asteroide Apophis

     28/04/2022

La maggior parte dei pianeti del Sistema solare in un’immagine ripresa il 7 giugno 2020 dalla missione Stereo della Nasa. Crediti: Nasa/Stereo/Hi

Avete mai visto rimandare una data di scadenza? Alla Nasa si può. I “prodotti” in questione sono otto missioni planetarie, e il motivo è che si sono mantenute piuttosto bene nel tempo, al punto da ritenere opportuna un’estensione, in alcuni casi, anche piuttosto lunga. Condizione imprescindibile, che lo spacecraft – nonostante l’età – goda di ottima salute.

Alla Nasa, ogni tre anni circa, si fa una revisione completa delle missioni che stanno per terminare il loro ciclo vitale. In quest’occasione, l’ente fa una vera e propria call con la quale offre l’opportunità, tramite proposte scritte, di estendere la durata delle missioni più meritevoli. Gli scienziati che inviano le proposte devono elencare le motivazioni di tale richiesta – la lista di nuovi obiettivi scientifici, l’opportunità di indagare un nuovo fenomeno o di approfondire lo studio cominciato durante la fase nominale della missione – e corredarle con il curriculum vitae della missione stessa, indicando gli obiettivi e i risultati più importanti raggiunti, senza tralasciare la produttività scientifica del team che vi ha lavorato negli anni. Rientra nella valutazione, naturalmente, anche il costo che tale proroga comporta – nel caso in cui si richieda una deviazione di traiettoria per raggiungere un nuovo obiettivo, ad esempio –, assieme a tutte le attività che la nuova fase della missione richiede. A valutare le proposte, più di cinquanta revisori provenienti da tutto il mondo.

La prima cosa da considerare, ça va sans dire, è lo stato di salute della missione in corso: come stanno lo spacecraft e i suoi strumenti? C’è carburante sufficiente a continuare le operazioni per il tempo desiderato? È adatto a perseguire i nuovi obiettivi richiesti?

Fra i vantaggi del prolungamento, vi è innanzitutto l’ottimizzazione dei costi rispetto alla progettazione di una nuova missione che persegua gli stessi (o simili) obiettivi scientifici. A questo segue direttamente il risparmio in termini di tempo per ottenere nuovi dati scientifici, approfittando di strumenti già operativi e funzionanti, e infine la possibilità di seguire fenomeni ed eventi che si presentano come delle opportunità contingenti (come potrebbe essere il passaggio di un asteroide o di una cometa vicino allo spacecraft, ad esempio).

Le missioni che la Nasa prevedeva di valutare nel 2022, dicevamo, erano otto, e tutte hanno ottenuto il via libera per la proroga. Sono Mars Odyssey, Mars Reconnaissance Orbiter, Maven, Mars Science Laboratory (il rover Curiosity), InSight lander, Lunar Reconnaissance Orbiter, Osiris-Rex e New Horizons. La maggior parte di esse saranno estese per tre anni, mentre altre continueranno per un tempo più lungo. È il caso di Osiris-Rex, che avrà ben nove anni per raggiungere una nuova destinazione. InSight, invece, proseguirà solo fino alla fine del 2022, a meno che la potenza elettrica del veicolo spaziale – attualmente compromessa dall’accumulo di polvere sui pannelli solari – permetta operazioni più lunghe.

Alcune delle missioni elencate hanno mantenuto l’obiettivo primario per il quale erano state progettate, aumentando semplicemente il tempo a disposizione per perseguirlo. Altre invece si rivolgeranno a qualcosa di diverso, cambiando anche nome e (in alcuni casi) principal investigator. Al primo gruppo appartengono Insight, New Horizons (che si spingerà fino a 63 unità astronomiche dalla Terra), il Mars Science Laboratory (che nella sua missione estesa raggiungerà quote più alte attorno al cratere marziano Gale) e il Lunar Reconnaissance Orbiter, che si spingerà verso zone inesplorate della Luna, vicino ai poli o nelle regioni d’ombra, per fornire informazioni rilevanti per la progettazione delle prossime missioni lunari. Anche il Mars Reconnaissance Orbiter non smetterà d’indagare i fenomeni fisici che interessano la superficie del Pianeta rosso – studiando l’evoluzione della superficie di Marte, i ghiacci, la geologia, l’atmosfera e il clima – e continuerà nel suo fondamentale servizio di trasmissione di dati per altre missioni marziane.

Al secondo gruppo appartengono Osiris-Rex, attualmente sulla via del ritorno sulla Terra per consegnare i campioni dell’asteroide Bennu che ha raccolto nel 2020, e che nella sua seconda vita si chiamerà Osiris-Apex, in virtù del suo nuovo obiettivo scientifico: l’asteroide Apophis, un oggetto con un diametro di circa 370 metri che arriverà a 32mila chilometri dalla Terra nel 2029. Osiris-Apex offrirà un’occasione unica per osservare a distanza ravvicinata un asteroide di tipo S. Anche Maven avrà l’opportunità di seguire un fenomeno fisico senza precedenti, studiando l’interazione tra l’atmosfera di Marte e il campo magnetico durante il prossimo massimo solare. Le osservazioni di Maven mentre il livello di attività del Sole aumenta verso il massimo del suo ciclo di 11 anni permetteranno di studiare da vicino come l’atmosfera superiore di Marte e il campo magnetico interagiscono con il Sole.