A 270 MILIONI DI ANNI LUCE DALLA TERRA, NELLA COSTELLAZIONE DEL SAGITTARIO

Quartetto di galassie per il Vst

Arriva da uno studio guidato da Rossella Ragusa dell’Inaf di Napoli, pubblicato su Astronomy & Astrophysics, l’immagine della settimana dello European Southern Observatory. Si tratta del gruppo di galassie Hcg 86 immortalato dal Vlt Survey Telescope, uno strumento anch’esso “made in Napoli”

     26/07/2021

Il gruppo di galassie Hcg 86 immortalato dal Vst. Crediti: Eso/Ragusa, Spavone et al.

Lo spazio può essere un luogo solitario. Ma non è così per il quartetto di galassie che compongono Hcg 86, che potete ammirare nell’immagine qui a fianco osservate con il Vlt Survey Telescope (Vst) dell’Eso. Le quattro galassie, situate a circa 270 milioni di anni luce dalla Terra nella costellazione del Sagittario, sono viste dalla Terra come disposte in forma triangolare, con tre di loro in linea retta e una a sud (gli oggetti luminosi a destra del gruppo non sono parte del quartetto).

La sigla ‘Hcg’ sta per Hickson Compact Group, ed è usata per descrivere i gruppi composti da un minimo di quattro fino ad un massimo di dieci galassie fisicamente molto vicine tra loro. A causa della loro compattezza, tali gruppi sono gli ambienti ideali per studiare le interazioni galattiche, che talvolta possono portare alla fusione dei loro membri.

«Con Vst siamo in grado di investigare strutture molto deboli nella periferia delle galassie, che sono i resti delle interazioni gravitazionali passate e degli eventi di fusione», spiega la ricercatrice dell’Inaf di Napoli e dell’Università Federico II Rossella Ragusa, alla guida del team che – nell’ambito del programma Vst Early-type Galaxy Survey (Vegas) – ha ottenuto l’immagine di Hcg 86. «Infatti, come nel caso di Hcg 86, rivelando la distribuzione della luce diffusa intra-gruppo, ovvero la componente più debole del gruppo, e studiandone le proprietà fisiche, siamo in grado di aggiungere dei tasselli fondamentali nella conoscenza che abbiamo della storia di formazione ed evoluzione delle strutture cosmiche».

Rossella Ragusa, ricercatrice all’Osservatorio astronomico di Capodimonte dell’Inaf e all’Università degli studi di Napoli Federico II, prima autrice dello studio sul gruppo di galassie Hcg 86

«Queste immagini sono tra le più profonde ottenute dalla survey Vegas e sono state ridotte con la pipeline AstroWise, sviluppata per la riduzione dei dati del telescopio Vst. La pipeline si è dimostrata molto efficace anche per la rivelazione e lo studio delle strutture a bassa brillanza superficiale, come quelle oggetto del lavoro sul gruppo Hcg 86», aggiunge Marilena Spavone dell’Inaf di Napoli, responsabile della riduzione dei dati. In particolare, mappando la distribuzione della luce all’interno e intorno alle galassie di HCG 86, il team ha concluso che queste deboli strutture sono i resti delle galassie satelliti divorate dal gruppo circa sette miliardi di anni fa.

Situato presso l’Osservatorio dell’Eso a Paranal, in Cile, il Vst è uno fra i più grandi telescopi per survey al mondo, dedicato alla mappatura del cielo nelle lunghezze d’onda della luce visibile. Il 2021 segna l’anniversario del suo primo decennio di attività, un periodo durante il quale ha ottenuto rilevanti risultati scientifici nella ricerca di pianeti extra-solari e nello studio non solo della nostra galassia ma dell’universo più ampio.

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