CINQUE MILIONI DI TERABYTE IL TRAFFICO DATI NELL’ULTIMO ANNO

Inaf nuovo socio per la rete informatica Garr

L’Istituto nazionale di astrofisica entra a far parte dell’Associazione Consortium Garr che gestisce la rete della ricerca e dell’istruzione italiana. Nichi D'Amico (presidente Inaf): «Il traffico dati tra i vari poli della rete dell'Inaf alla quale stiamo lavorando sarà ingente e costituisce una delle principali sfide della nostra partecipazione alle infrastrutture astronomiche globali e le prestigiose missioni spaziali del futuro»

     27/07/2020

La rete Garr a luglio 2019. Crediti: Consortium Garr

Si arricchisce e si rafforza la compagine associativa che progetta e governa la rete Garr, l’infrastuttura digitale italiana dedicata alla ricerca, all’istruzione e alla cultura. Da oggi l’Istituto nazionale di astrofisica (Inaf) entra a far parte dell’Associazione Consortium Garr come nuovo socio aderente. Il prestigioso ente di ricerca è il primo nuovo socio che va ad aggiungersi agli enti promotori: Cnr, Enea, Infn e Fondazione Crui, in rappresentanza delle università italiane.

«L’ingresso di un ente così rilevante nella nostra associazione è un valore importantissimo per tutta la comunità accademica e di ricerca italiana», afferma il presidente del Garr Sauro Longhi. «È un ulteriore riconoscimento all’operato di Garr e una condivisione delle sue finalità e dei suoi obiettivi. Inaf potrà dare, come già fatto più volte in passato, un notevole contributo in termini di innovazione e una spinta al miglioramento tecnologico della rete e dei servizi disponibili».

«Le prospettive di big data che l’Inaf si troverà a fronteggiare nei prossimi anni sono di notevole portata», ribadisce il presidente dell’Inaf Nichi D’Amico. «Il traffico dati tra i vari poli della rete dell’Inaf alla quale stiamo lavorando sarà ingente e costituisce una delle principali sfide della nostra partecipazione alle infrastrutture astronomiche globali e le prestigiose missioni spaziali del futuro».

Le sedi e le infrastrutture di ricerca dell’Inaf sono già connesse ad altissima capacità di banda con la rete Garr e spesso sono posizionate in luoghi non facilmente raggiungibili dalla fibra ottica. Basti pensare al Sardinia Radio Telescope di San Basilio (Cagliari), in Sardegna, o al Radiotelescopio di Noto (Siracusa), in Sicilia, solo per citare alcune tra le 23 collegate.

Il traffico generato nell’ultimo anno complessivamente è stato di circa 5 milioni di TB, frutto di ricerche con big data e osservazioni in real-time. Collaborazioni internazionali importanti come il progetto Ska per il quale sono partiti i test dei prototipi di data tranfer nodes, oppure le osservazioni con la tecnica astronomica Vlbi (Very Long Baseline Interferometry), con la quale è possibile osservare simultaneamente da diversi radiotelescopi nel mondo la stessa regione del cielo, come se fosse un’unica gigantesca parabola estesa per migliaia di chilometri.

L’adesione dell’Inaf è stato il coronamento di un lungo percorso che è stato reso possibile anche dal cambiamento di Statuto, nel marzo del 2019, che ha aperto le porte a nuovi soci.

Il Consortium Garr è l’Associazione senza finalità di lucro, nata nel 2002 sotto l’egida del Miur, che gestisce la rete Garr, la rete accademica e della ricerca nazionale alla quale sono attualmente connesse oltre mille sedi tra enti di ricerca, università, ospedali di ricerca, istituti culturali, biblioteche, musei, scuole. La rete Garr è stata riconosciuta nel 2016 (D.Lgs n.218) come unica rete nazionale della ricerca, facente parte della rete della ricerca europea Géant ed tra le infrastrutture di ricerca di interesse nazionale identificate dal Pnir.

Sono molte le collaborazioni in atto tra il Garr e l’Inaf, tra queste la partecipazione comune all’iniziativa Icdi (Italian Computing and Data Infrastructure), ovvero il tavolo di lavoro creato dai rappresentanti delle principali infrastrutture di ricerca e infrastrutture digitali italiane con l’obiettivo di realizzare un coordinamento nazionale su questi temi, realizzare una piattaforma nazionale dedicata alla “scienza aperta” e governare la partecipazione italiana alla European Open Science Cloud (Eosc).