C’ERA RIUSCITO ANCHE IL TELESCOPIO INAF DI LOIANO

Guarda chi si vede nel cielo di Paranal: Gaia

Il Vst dell’Eso, realizzato dall’Inaf di Napoli, aiuta a determinare l’orbita del telescopio spaziale Esa per consentire la realizzazione più accurata della mappa di oltre un miliardo di stelle

     02/05/2019

Questa immagine, un composito di diverse osservazioni catturate dal Vst (VLT Survey Telescope) dell’Eso, mostra il satellite Gaia come una debole scia di punti nella metà inferiore del campo visivo stellato. Queste osservazioni sono state prese nell’ambito di un continuo sforzo collaborativo per misurare l’orbita di Gaia e migliorare l’accuratezza della sua mappa stellare senza precedenti. Crediti: Eso

Il telescopio spaziale Gaia, gestito dall’Agenzia spaziale europea (Esa), esamina il cielo dall’orbita terrestre per creare la più grande e precisa mappa tridimensionale della nostra galassia. Un anno fa, la missione Gaia ha rilasciato il secondo catalogo di dati, tanto atteso, che includeva misure di alta precisione – posizioni, distanza e moti propri – di oltre un miliardo di stelle nella nostra galassia, la Via Lattea. Ciò ha consentito studi rivoluzionari in molti campi dell’astronomia, permettendo di affrontare la struttura, l’origine e l’evoluzione della Via Lattea, il tutto testimoniato da oltre 1700 pubblicazioni scientifiche derivate dai dati di Gaia a partire dal lancio nel 2013.

Per raggiungere la precisione necessaria per le mappe celesti di Gaia, è fondamentale individuare con accuratezza la posizione del veicolo spaziale rispetto alla Terra. Pertanto, mentre Gaia analizza il cielo, raccogliendo i dati per il suo censimento stellare, gli astronomi controllano regolarmente la sua posizione usando una rete globale di telescopi ottici, tra cui il Vst all’Osservatorio del Paranal dell’Eso. Il Vst – ideato e progettato a Napoli dai ricercatori dell’Osservatorio astronomico Inaf di Capodimonte – è attualmente il più grande telescopio per survey che osserva il cielo in luce visibile, e registra la posizione di Gaia nel cielo ogni due notti durante tutto l’anno.

«Le osservazioni di Gaia richiedono una speciale procedura di osservazione», dice Monika Petr-Gotzens, che ha coordinato l’esecuzione delle osservazioni di Gaia con i telescopi dell’Eso dal 2013. «Il veicolo spaziale è quello che chiamiamo un ‘bersaglio mobile’, poiché si muove rapidamente rispetto alle stelle di fondo: tracciare il movimento di Gaia è una vera sfida!»

«Il Vst è lo strumento perfetto per individuare il moto di Gaia», continua Ferdinando Patat, responsabile dell’ufficio programmi osservativi dell’Eso. «L’utilizzo di uno degli impianti di terra di prim’ordine dell’Eso per dare supporto a osservazioni spaziali all’avanguardia è un ottimo esempio di cooperazione scientifica».

«Questa è un’entusiasmante collaborazione spazio-terra, che utilizza uno dei telescopi di classe mondiale dell’Eso per ancorare le osservazioni pionieristiche del satellite dell’Esa da miliardi di stelle», commenta Timo Prusti, responsabile scientifico di Gaia all’Esa.

Le osservazioni del Vst sono usate dagli esperti di dinamiche di volo dell’Esa per seguire la traccia di Gaia e perfezionare la conoscenza dell’orbita del veicolo spaziale. Per trasformare le osservazioni, in cui Gaia è solo un puntino di luce tra le stelle luminose, in informazioni orbitali significative è necessaria un’attenta calibrazione. I dati di Gaia della seconda versione sono stati usati per identificare ciascuna delle stelle nel campo di vista e hanno permesso di calcolare la posizione del veicolo spaziale con una precisione sorprendente – fino a 20 milliarcosecondi.

«Questo è un processo impegnativo: stiamo utilizzando le misure delle stelle di Gaia per calibrare la posizione del veicolo spaziale e, in definitiva, migliorare le sue misure della posizione delle stelle», spiega Timo Prusti.

«Dopo un’attenta e lunga elaborazione dei dati, abbiamo ora raggiunto l’accuratezza richiesta per implementare le osservazioni da terra del satellite Gaia nella determinazione dell’orbita», conclude Martin Altmann, responsabile della campagna Gbot (Ground Based Optical Tracking) al Centre for Astronomy of Heidelberg University, in Germania.

Le informazioni di Gbot saranno utilizzate per migliorare la nostra conoscenza dell’orbita di Gaia non solo nelle osservazioni future, ma anche per tutti i dati raccolti dalla Terra negli anni precedenti, portando a miglioramenti nei dati che saranno inclusi in future versioni del catalogo.

Fonte: comunicato stampa Eso


In passato anche un altro telescopio dell’Inaf aveva osservato Gaia: quello di Loiano. Qui il servizio video su MediaInaf Tv: