LE IMMAGINI DEL VST

Elegante e vorace: storia di una galassia ellittica

Il progetto è parte della survey Vegas, che ha lo scopo di esaminare un ampio campione di galassie ellittiche in diversi ambienti, dai gruppi agli ammassi di galassie, per studiarne i processi di formazione. Lo studio a guida di Marilena Spavone, dell'Inaf di Napoli, è stato accettato per la pubblicazione sulla rivista The Astrophysical Journal

     08/08/2018

Immagine a colori del gruppo NGC 5018 ottenuta combinando esposizioni in diverse bande acquisite al telescopio VST. In questa immagine sono chiaramente visibili le tante peculiarità delle galassie del gruppo, come la coda mareale a nord di Ngc 5018, il ponte di gas che la collega alla galassia a spirale vicina, le shell e la struttura ad anello intorno alla spirale. Crediti: M. Spavone, Inaf di Napoli

Grazie alle riprese del Vlt Survey Telescope (Vst) dell’Eso in Cile con il rivelatore OmegaCam, che si trova nel cuore del telescopio, un team internazionale di astronomi guidato da Marilena Spavone, dell’Istituto nazionale di astrofisica (Inaf) di Napoli, ha ottenuto immagini molto dettagliate di un numeroso gruppo di galassie ellittiche. Una di queste è Ngc 5018, che si trova nella costellazione della Vergine: a prima vista potrebbe sembrare solo una macchia indistinta, ma esaminandola con più attenzione mostra una tenue striscia di stelle e gas – quella che viene definita una ‘coda mareale’ – che fuoriesce dalla galassia. Queste deboli strutture galattiche, come code mareali e filamenti di stelle, sono segni caratteristici delle interazioni tra le galassie, e forniscono indizi essenziali sulla struttura e sulla dinamica delle galassie primordiali.

Questa immagine profonda dell’area di cielo intorno alla galassia ellittica Ngc5018 offre una veduta spettacolare delle tenui scie di gas e stelle. Queste strutture delicate sono i segni distintivi dell’interazione tra galassie e forniscono indizi fondamentali per comprendere la struttura e la dinamica della galassie. Crediti: Eso/Spavone et al.

Sebbene il Very Large Telescope (Vlt) dell’Eso possa osservare oggetti astronomici molto deboli in grande dettaglio, quando gli astronomi vogliono capire come si è formata l’enorme varietà di galassie presenti nell’Universo, devono usare un diverso tipo di telescopio con un campo di vista più ampio. E il Vst è proprio lo strumento adatto a questa sfida. Il Vst è il risultato di una joint venture tra l’Eso, che gestisce la facility, e l’Inaf di Napoli, che ha prodotto il telescopio con la collaborazione degli osservatori di Padova e Arcetri, sempre dell’Istituto nazionale di astrofisica. Il Vst è stato progettato per fornire agli astronomi mappature dettagliate del cielo dell’emisfero Sud.

Regione centrale della galassia Ngc 5018. Questa immagine è ottenuta attraverso un’elaborazione dell’immagine originale per evidenziare i segni delle interazioni subite dalla galassia, come la coda di stelle in alto, gli archi e i “ventagli” di materiale diffuso. Le zone scure nel centro della galassia indicano le diverse strisce di polvere che ne attraversano il nucleo. Crediti: M. Spavone, Inaf di Napoli

«La maggior parte delle galassie nell’Universo si trova attualmente nei gruppi, il cui studio è quindi cruciale per la comprensione dell’evoluzione delle galassie. Nei gruppi le interazioni tra le galassie sono molto lente e questo fa sì che una grande quantità di gas e stelle venga strappato dalle galassie in gioco, formando delle strutture spettacolari che rendono peculiari alcune galassie, come nel caso dell’esteso filamento di luce che collega Ngc 5018 e Ngc 5022», dice Spavone, prima autrice dello studio. «Le molteplici peculiarità di questa galassia sono indice di una storia di formazione fatta di fusioni e cannibalismo di galassie più piccole. Le forze gravitazionali in gioco durante tali processi hanno lasciato traccia nella struttura di questa galassia, sotto forma di grandi archi di stelle, di code mareali, di “ventagli” di materiale diffuso e di complesse ragnatele di polvere, che perturbano la luce nel centro e dominano nelle regioni più esterne», aggiunge la ricercatrice.

Il progetto è parte della survey Vegas (Vst Early-type GAlaxy Survey), che ha lo scopo di esaminare un ampio campione di galassie ellittiche in diversi ambienti, dai gruppi agli ammassi di galassie, per studiarne i processi di formazione. «Vegas è una survey di immagini profonde di galassie dei primi tipi morfologici, vale a dire le ellittiche e le lenticolari, acquisite in diversi filtri disponibili per OmegaCam. Vegas utilizza tempo di osservazione dedicato ad INAF per un totale di circa 60 notti in cinque anni», spiega Enrichetta Iodice, dell’Inaf di Napoli, responsabile scientifico della survey.

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