CON UN FINANZIAMENTO DA OLTRE 4 MILIONI

Da Napoli a Marte, un ticket per MicroMed

La Regione Campania ha deliberato il sostegno economico allo strumento tutto made in Italy che studierà le tempeste di polvere sul pianeta Rosso durante la missione Exomars 2020. Media Inaf ha intervistato Francesca Esposito dell'Inaf di Napoli, responsabile scientifica di MicroMed

     06/04/2018

Il laboratorio semovente della miissione ExoMars 2020. Crediti: Esa/Atg medialab

Alla fine anche lui ha staccato un importante biglietto per Marte. Partenza prevista, tra due anni, a bordo della missione Exomars 2020 delle agenzie spaziali europea e russa. Il fortunato passeggero non è però un astronauta in carne e ossa, ma MicroMed, strumento scientifico che verrà finanziato dalla Regione Campania grazie a un finanziamento appena deliberato di oltre 4 milioni di euro. Alla guida scientifica di MicroMed, frutto di una collaborazione internazionale tra Inaf, Politecnico di Milano, Inta di Madrid, Iki di Mosca e il supporto dell’Agenzia spaziale italiana, c’è Francesca Esposito, ricercatrice dell’Inaf di Capodimonte a Napoli, alla quale abbiamo rivolto qualche domanda.

Innanzi tutto, cosa è MicroMed?

«MicroMed è un sensore di polvere, quindi analizzerà la polvere in atmosfera a livello della superficie su Marte. Possiamo pensarlo come una specie di aspirapolvere super tecnologico. È infatti costituito da una pompa con la quale si campiona l’atmosfera e la polvere. MicroMed misura la distribuzione dimensionale del materiale presente in questi campioni e l’abbondanza».

Quali sono gli obiettivi di questo strumento?

«Poiché MicroMed può entrare in funzione in diversi momenti della giornata al variare delle condizioni meteo, quindi anche in caso di passaggi di dust devil o tempeste di polvere, potrà permetterci da un lato di capire essenzialmente come si sollevano le polveri su Marte, dall’altro ci aiuterà a capire se su Marte, come sulla Terra, il sollevamento di polveri è poi accompagnato dalla presenza di campo elettrico atmosferico e quindi in questi eventi vengono prodotte scariche elettriche».

Francesca Esposito

Micromed è uno strumento molto particolare. Sarà da solo a monitorare questi fenomeni marziani nella missione Exomars 2020?

«In realtà MicroMed è uno dei sensori della suite tutta dedicata alla polvere che si chiama Dust complex, con responsabile scientifico russo, mentre io sono responsabile di MicroMed. All’interno di questa suite c’è un sensore che misura il movimento della sabbia (saltation), cioè il movimento dei granelli più grandi che saltano sul terreno e che poi con loro impatto sulla superficie fanno sollevare la polvere. A questo punto entra in gioco MicroMed, che misura quanta polvere viene sollevata. Ad affiancarlo c’è il sensore che misura la conduttività elettrica dell’atmosfera, quello che misura il campo elettrico e la presenza eventualmente di scariche. Quindi tutti insieme, per la prima volta, questi sensori potranno monitorare e studiare con un dettaglio senza precedenti i processi di sollevamento di polvere su Marte».

Come e dove verrà realizzato lo strumento?

«MicroMed verrà costruito nei laboratori dell’Osservatorio astronomico Inaf di Capodimonte, con il supporto di alcune Pmi. Quello che ci sta spingendo a continuare a lavorare su questo progetto, sebbene il percorso per arrivare al finanziamento sia stato lungo, è il fatto che questo strumento nascerà proprio nei nostri laboratori, con i nostri studenti, con i nostri ricercatori. Nel team c’è anche il Politecnico di Milano che è responsabile di tutto il disegno termo meccanico e della pompa, insieme all’Inta di Madrid che è responsabile dell’elettronica e del software. Devo dire che ogni singolo componente, ogni dettaglio, è stato pensato e disegnato con un grandissimo lavoro di squadra. Insomma, per noi MicroMed  è proprio un figlio e abbiamo tantissima voglia di vederlo finalmente all’opera su Marte!»