Circa 260 astrofisici, scienziati e ingegneri provenienti da tutto il mondo si riuniranno in Sicilia dall’8 al 13 giugno per partecipare a un meeting internazionale di astrofisica incentrato su uno dei progetti di ricerca più importati ed entusiasmanti degli ultimi anni: la costruzione dello Square Kilometre Array (SKA), la più grande rete di radiotelescopi del mondo che sarà realizzata tra Australia e Sud-Africa. A partire dal 2020, quando questa monumentale opera sarà completata, la scienza del mondo avrà a disposizione uno strumento che cambierà il nostro modo di osservare l’Universo e ci fornirà quelle risposte che ancora mancano sulla composizione e l’evoluzione dell’Universo stesso.
Il meeting “Advancing Astrophysics with the Square Kilometre Array”, che si svolgerà a Giardini Naxos (Messina), sarà l’occasione per esperti, scienziati, professori e appassionati per confrontare i recenti risultati delle recenti ricerche nei momenti finali della fase di pre-costruzione. I partecipanti al convegno avranno la possibilità, infatti, di conoscere gli ultimi sviluppi nel campo della cosmologia, delle pulsar, del magnetismo cosmico e dell’esobiologia, ma soprattutto di imparare a conoscere meglio il progetto di SKA, che rivoluzionerà il modo di fare ricerca nello spazio. Gli esperti forniranno aggiornamenti e notizie su tutti e tre i telescopi precursori di SKA, cioè ASKAP, MWA e Meerkat.
Il progetto in pillole – SKA soddisferà la nostra sete di conoscenza, rivelando alcuni dei più profondi segreti dell’Universo e risponderà a domande fondamentali per il genere umano. Non solo. È una sfida a livello scientifico e ingegneristico, che riunisce in unico grande e ambizioso progetto alcune tra le più brillanti menti del pianeta. Una volta completato, SKA sarà un network caratterizzato da un 1 km quadrato di area di raccolta (140 campi da calcio!) e avrà un grande campo di vista, un’estensione di alcune migliaia di chilometri e tecnologie innovative per ricevitori, trasporto ed elaborazione del segnale e calcolo. SKA conterà migliaia di grandi antenne e milioni di ricevitori radio, distribuiti tra le regioni desertiche dell’Africa e dell’Australia, che ne faranno il più potente radiotelescopio mai concepito e una straordinaria arma per studiare l’evoluzione dell’Universo, la gravità e la materia oscura e gli enigmatici e vasti campi magnetici. I tre diversi precursori supereranno di 50 volte la risoluzione e la qualità delle immagini finora ottenute grazie all’Hubble Space Telescope, e parliamo delle onde radio dello spettro!
Il coinvolgimento italiano – L’Italia, tramite l’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) ha raccolto la sfida sin dall’inizio ed è oggi uno dei principali paesi coinvolti nel progetto, accanto ad altre 10 nazioni (Australia, Canada, Cina, Germania, India, Olanda, Nuova Zelanda, Sud Africa, Svezia e Regno Unito). Visti gli elevati costi di progettazione e costruzione, al progetto partecipano circa 100 organizzazioni sparse in 20 paesi in tutti i continenti. La sfida non è solo scientifica, ma anche industriale ed economica per l’Italia, che è già attiva in tutti i gruppi scientifici, in 4 consorzi tecnologici e leader di importanti progetti.
A rappresentare l’INAF durante il meeting ci saranno diversi ricercatori italiani nonché il presidente Giovanni Bignami, il quale terrà un public talk dal titolo “SKA è il futuro dell’Italia” martedì 10 giugno alle ore 20 presso l’Aula Magna del Dipartimento di Fisica e Astronomia dell’Università di Catania.