
In particolare Mingus sembra rappresentare un’opportunità nel difficile tentativo di comprendere cosa sia l’energia oscura, quella forza cioè che accelera l’espansione dell’Universo, come mostrato da uno dei partecipanti al confronto, Saul Perlmutter che nel 2011, insieme a due suoi colleghi, Brian P. Schmidt e Adam Riess, vinse il premio Nobel proprio per avere dimostrato questo fenomeno e quindi la presenza di questa forza che c’è ed è oscura solo perché non sappiamo come è.
L’intento degli scienziati, guidati da Dave Rubin del Dipartimento di Fisica dell’Università della California Berkeley (come Saul Perlmutter), che hanno condotto questo studio di gruppo, che sarà pubblicato su Astrophysical Journal on line il prossimo 20 gennaio, è quello di mettere a confronto questa candela standard come quelle a noi più vicine: essendo il loro comportamento sempre lo stesso, secondo i ricercatori si potrà comprendere, guardando così lontano nello spazio e nel tempo, l’evoluzione del cosmo e il comportamento e l’incidenza di quella misteriosa forza chiamata appunto energia oscura. Un’opportunità giunta fortunosamente, durante una Survey dell’Hubble Space Telescope nel 2004, nell’ambito del Supernova Cosmology Project. L’immagine però ottenuta in quell’occasione non era abbastanza chiara da individuare con certezza la tipologia della Supernova, un po’ come guardare una piccola fiamma a migliaia di chilometri di distanza. La svolta evolutiva nello studio di Mingus è arrivata con l’installazione su Hubble della Wide Field Camera 3, una sensibilità di ripresa superiore che ha fatto un’enorme differenza, permettendo a saul Perlmutter e ai suoi colleghi del Supernova Cosmology Project, di ottenere un’immagine molto più nitida.
Qui comincia l’avventura, direbbe il sig. Bonaventura e chissà che Saul Perlmutter e gli altri non siano altrettanto fortunati del personaggio dei fumetti.
Il lavoro prodotto dal gruppo di studio guidato da Dave Rubin






