
La serata—preceduta, al mattino, da una conferenza su “La vita nell’Universo”’ dell’astronomo Massimo Capaccioli—fa parte del programma per il Festival dell’impegno civile, promosso dal coordinamento di Caserta dell’Associazione “Libera” e dal Comitato don Peppe Diana, sacerdote ucciso dalla camorra. A trasformare la villa della camorra in osservatorio astronomico per i cittadini, portandosi dall’Abruzzo tutta l’attrezzatura necessaria, saranno Michele Cantiello, Gianluca Di Rico e Gaetano Valentini, tre ricercatori dell’INAF di Teramo.
«Io stesso sono originario di Casal di Principe», spiega Michele Cantiello, «e sono stanco di sentir sempre parlare dei casalesi come sinonimo di camorristi. Purtroppo, dalle mie parti, quella della camorra è una realtà che esiste, non si può negare. Però l’equivalenza fra casalesi e camorristi non è piacevole, da casalese, e soprattutto non è vera. C’è tantissima gente di buona volontà. Ora, offrire loro uno stimolo culturale—verso la non violenza, verso il volontariato, verso la scienza—è uno strumento per combattere l’illegalità. Fra gli scopi di questa serata c’è proprio quello di far vedere che, anche se si vive a Casal di Principe, non necessariamente si è costretti a seguire certi modelli: ci sono tante altre possibilità, strade alternative, e persone delle nostre terre che le hanno intraprese».
Per ascoltare l’intervista a Michele Cantiello:






