NUOVE IMMAGINI DA CURIOSITY

Cresce su tutto il pianeta la foschia marziana

La tempesta di polvere su Marte che ha obbligato Opportunity a interrompere le sue attività si è estesa su scala globale, raggiungendo anche il rover Curiosity, dall’altra parte del pianeta rosso. Se fosse avvenuta sulla Terra, coprirebbe un’area più grande del Nord America e della Russia combinati

     21/06/2018

Un selfie del rover Curiosity della Nasa scattato nel Sol 2082 (15 Giugno 2018). Una tempesta di polvere marziana ha ridotto la luce solare e la visibilità nella località in cui si trova il rover, nel cratere Gale. Un foro nella roccia alla sinistra del rover mostra il sito di perforazione chiamato “Duluth”. Crediti: NASA/JPL-Caltech

Una tempesta di minuscole particelle di polvere ha coperto gran parte di Marte nelle ultime due settimane e ha spinto il rover Opportunity della Nasa a sospendere le operazioni scientifiche (ne abbiamo parlato qui e qui). Dall’altra parte del pianeta, il rover Curiosity della stessa agenzia, che sta studiando il suolo marziano nel cratere Gale, dovrebbe rimanere in gran parte indisturbato dalla polvere. Infatti, mentre Opportunity è alimentato dalla luce solare, quasi assente nella sua posizione attuale a causa della tempesta, Curiosity ha una batteria alimentata a energia nucleare che funziona giorno e notte.

La tempesta di polvere marziana è cresciuta negli ultimi giorni e ora è ufficialmente una tempesta di polvere globaleOpportunity si trova sin dall’inizio molto vicino al suo centro. Anche nella lontana zona dove opera Curiosity la polvere è aumentata costantemente, più che raddoppiando nel fine settimana. Il livello di opacità dell’atmosfera, dovuta alla foschia che blocca la luce del Sole, ha un valore attualmente superiore a 8 sul cratere Gale, che indica una foschia dalle sei alle otto volte più spessa della norma per questo periodo dell’anno: il valore più alto che la missione abbia mai registrato. L’ultima misurazione intorno a Opportunity è stata invece intorno ad 11, abbastanza spessa da non rendere più possibili misurazioni accurate per il più anziano rover attivo su Marte.

Per gli scienziati della Nasa, Curiosity offre una finestra senza precedenti per rispondere ad alcune questioni aperte, come il motivo per cui alcune tempeste di polvere marziana durano per mesi e diventano enormi, mentre altre rimangono piccole e durano solo una settimana.

Due immagini dalla Mastcam del rover Curiosity della Nasa, raffiguranti il cambiamento atmosferico da quando una tempesta di polvere è scesa sul cratere Gale. L’immagine a sinistra mostra il sito di perforazione “Duluth” al Sol 2058 (21 Maggio 2018); l’immagine a destra è del Sol 2084 (17 Giugno). Entrambe hanno subito la medisima correzione colore. Crediti: NASA/JPL-Caltech/MSSS

Gli scienziati della Nasa che seguono l’evoluzione della tempesta non sanno al momento rispondere, ma si consolano del fatto che il rover, insieme alla flotta di sonde presenti nell’orbita marziana, consentirà per la prima volta di raccogliere una grande quantità di informazioni sulla polvere marziana, sia sulla superficie che dallo spazio. L’ultima tempesta globale che ha avvolto Marte è stata nel 2007, cinque anni prima che Curiosity arrivasse sul pianeta rosso.

Gli ingegneri che si occupano del rover al Jet Propulsion Laboratory della Nasa a Pasadena, in California, hanno studiato quanto la tempesta possa influenzare il funzionamento dei suoi strumenti e affermano che ci sono pochi rischi. L’impatto maggiore riguarda le fotocamere, che richiedono tempi di esposizione aggiuntivi a causa della scarsa illuminazione. Per ridurre la quantità di polvere che arriva sulle sue ottiche, il rover punta regolarmente la sua Mastcam a terra dopo ogni utilizzo.

Nel giugno 2018 il rover Curiosity della Nasa ha usato la sua Mastcam per scattare foto dell’intensificarsi della foschia sulla superficie di Marte causata da una tempesta di polvere su larga scala. Il rover si trova nel cratere Gale e guarda verso il bordo del cratere, a circa 30 chilometri dalla sua posizione. L’immagine mostra una sequenza di scatti di circa un paio di settimane, partendo da una foto precedente l’arrivo della tempesta. Crediti: Nasa

Le tempeste di polvere marziana sono comuni, specialmente durante la primavera e l’estate dell’emisfero meridionale, quando il pianeta è più vicino al Sole. L’atmosfera si scalda, i venti generati da escursioni più ampie nella temperatura superficiale in luoghi diversi smuovono particelle di polvere delle dimensioni della polvere di talco; l’anidride carbonica congelata sulla calotta polare invernale evapora, ispessendo l’atmosfera e aumentando la pressione superficiale e migliorando il processo che sospende le particelle di polvere nell’aria. In alcuni casi, le nubi di polvere si innalzano fino a 60 chilometri o più.

Sebbene siano comuni, le tempeste di polvere marziane rimangono di solito confinate localmente. Ciò non è vero per tempeste come la attuale che, se fosse avvenuta sulla Terra, coprirebbe un’area più grande del Nord America e della Russia combinati.

Tempesta di sabbia sul Sahara fotografata il 29 marzo 2018. Crediti: Nasa Earth Observatory, Jeff Schmaltz

La grande differenza con le tempeste di sabbia che avvengono sulla Terra, in regioni desertiche come Nord Africa e Medio Oriente, è che sul nostro pianeta non possono diffondersi su scala globale poiché l’atmosfera è più densa e la maggiore gravità aiuta a sedimentare la polvere. Inoltre, la copertura vegetale che lega il terreno alle sue radici aiuta a bloccare gli spostamenti di polvere causati dal vento e dalla pioggia.

Per seguire l’evolversi della situazione, su Twitter si possono consultare gli account Mars Exploration RoversCuriosity RoverJet Propulsion Laboratory e gli hashtag #CallHomeOppy e #OpportunityRover.