LA CORSA ALLA LUNA È FINITA. PER ORA

Nessun vincitore per il Google Lunar X Prize

Il 23 gennaio si è chiusa con un tweet e una dichiarazione ufficiale la competizione internazionale nota come Google Lunar X Prize: nessuno dei cinque finalisti riuscirà a completare la missione entro fine marzo, rispettando la scadenza prevista

     29/01/2018

Alle ore 10 del 23 gennaio si è chiusa con un tweet la competizione internazionale nota come Google Lunar X Prize: un’avventura durata dieci anni nella quale ingegneri, imprenditori e innovatori di tutto il mondo si sono sfidati, cercando di sviluppare e far atterrare un veicolo spaziale sulla Luna, in grado di percorrere almeno 500 metri sul suolo lunare e trasmettere il video dell’impresa. Nella dichiarazione della X Prize Fundation, che ha segnato l’epilogo ufficiale di questa grande avventura, gli organizzatori hanno ammesso che nessuno dei cinque finalisti riuscirà a completare la missione entro fine marzo, rispettando la scadenza prevista. Scadenza che era già stata posticipata varie volte e che Google non intende rinviare ulteriormente.

La competizione, finanziata da Google e annunciata con grande clamore nel 2007, è stata la prosecuzione del primo concorso X Prize che ha visto il primo veicolo spaziale, finanziato da privati, ​​raggiungere lo spazio: SpaceShipOne, progettato da Burt Rutan e finanziato dal miliardario Paul G. Allen.

Il Google Lunar X Prize è iniziato con più di 25 squadre. I cinque finalisti erano Moon Express (US), SpaceIL (Israele), TeamIndus (India), Hakuto (Giappone) e Synergy Moon (una collaborazione internazionale). Problemi legati alla disponibilità finanziaria e al tempismo nella preparazione delle strutture, hanno ritardato l’assemblaggio dei veicoli spaziali e la possibilità di effettuare il lancio entro la data prevista.

Un rendering di una navicella spaziale proposta per Moon Express, uno dei concorrenti di Lunar X Prize che non sarà pronto per il lancio prima della scadenza del 31 marzo. Crediti: Moon Express

Nella loro dichiarazione, Peter H. Diamandis e Marcus Shingles, fondatore e amministratore delegato della X Prize fundation, si dicono straordinariamente grati a Google per aver reso possibile questa avventura di dieci anni e per aver avuto la lungimiranza e il coraggio di supportare e catalizzare il settore spaziale commerciale, obiettivo finale di questa competizione. «Grazie a questa competizione», scrivono, «abbiamo acceso il dibattito e cambiato le aspettative della gente riguardo a chi può sbarcare sulla Luna. Molte persone sono ora convinte che questo genere di missioni non sia più una competenza esclusiva di alcune agenzie governative, ma che l’obiettivo possa essere raggiunto anche da piccoli team di imprenditori, ingegneri e innovatori di tutto il mondo. Siamo riconoscenti ai team partecipanti per il duro lavoro compiuto negli ultimi dieci anni, e siamo consapevoli che un certo numero di questi team stanno proseguendo la costruzione dell’hardware di volo, contrattando con i fornitori per il lancio e sono prossimi a realizzare la missione di atterrare sulla Luna».

X Prize Fundation sta esplorando una serie di alternative per procedere, inclusa la ricerca di un nuovo sponsor che fornirebbe un premio in denaro come aveva deciso di fare Google, oppure continuare il Lunar Xprize senza prevedere alcun premio in denaro. Qualcuno si chiede anche per quale motivo debba esserci una scadenza per una missione di questo tipo e propone che l’eventuale premio vada al primo che riesce a completarla, indipendentemente da quando riuscirà a farlo.

Diamandis e Shingles, anche se dispiaciuti di non poter proclamare un vincitore, si dichiarano orgogliosi dei risultati che il Google Lunar Xprize ha permesso di raggiungere in questi anni:

  • oltre 300 milioni di dollari sono stati raccolti dai team partecipanti, attraverso sponsorizzazioni aziendali, contratti governativi e capitali a rischio;
  • sono stati creati centinaia di posti di lavoro e sono state nate le prime società spaziali commerciali in India, Malesia, Israele e Ungheria;
  • attraverso programmi educativi, centinaia di migliaia di giovani in tutto il mondo sono stati coinvolti in questa attività di ricerca, suscitando interesse nell’esplorazione spaziale e in tutte le discipline Stem;
  • si è assistito a una riforma nella regolamentazione delle missioni spaziali: un team ha ricevuto la prima approvazione della missione dal governo degli Stati Uniti per inviare un veicolo spaziale privato oltre l’orbita terrestre e verso la Luna;
  • diversi team, nel corso di questi anni, sono stati premiati con oltre 6 milioni di dollari, come riconoscimento degli obiettivi raggiunti.

Bob Richards, amministratore delegato di Moon Express, ha reso omaggio al premio, anche se di fatto la sua compagnia non è stata premiata. «L’esistenza del premio è stata e continuerà a essere una parte importante della storia del ritorno della umanità sulla Luna», ha scritto in un recente articolo apparso su Space News. Ha aggiunto che vincere il premio non era un aspetto essenziale del piano aziendale della sua compagnia, che rimane quello di garantire la possibilità di trasportare materiale da e sulla Luna.

Chang’e 3 Lander. Crediti: China Academy of Science.

SpaceIL, TeamIndus e Hakuto stanno continuando i loro sforzi per inviare il loro veicolo sulla luna, così come due team che hanno abbandonato da tempo la competizione, la Astrobotic Technology di Pittsburgh e PTScientists, con sede a Berlino.

Nel frattempo, la Cina ha realizzato ciò che i team di X Prize non sono riusciti a fare, atterrando sulla Luna del 2013 con la navicella spaziale Chang’e 3 e anche per quest’anno sono pianificate missioni robotiche sul nostro satellite sia da parte della Cina che dell’India.