ILLUMINAZIONE INTELLIGENTE

INAF e SAIt contro l’inquinamento luminoso

Si tratta di una delle forme di inquinamento più pervasivo: oltre il 60% della popolazione mondiale vive sotto cieli illuminati da una luce sprecata e nelle zone urbane delle nostre città sfiora il 100%. Risparmiando sulla luce si potrebbero costruire asili, scuole, biblioteche, musei, mezzi di trasporto, assistenza sociale e sanitaria

     14/12/2015

l-italia-vista-dallo-spazioSi è appena svolto, nella bella cornice dell’INAF-Osservatorio di Capodimonte, a Napoli, l’evento conclusivo che chiude l’Anno Internazionale della luce e tecnologie basate sulla luce in Italia. L’anno voluto dall’UNESCO, è stato finalizzato alla diffusione, crescita culturale e utilizzo consapevole delle tecnologie. Centinaia le manifestazioni ed eventi in tutta Italia. Ma l’impegno dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) e dalla Società Astronomica Italiana (SAIt) non si ferma qui. Proprio da Napoli, prima città italiana che è stata dotata di illuminazione pubblica sin dal 1840, parte l’appello rivolto a tutti i consigli regionali di regolamentarla per abbattere l’inquinamento luminoso.

Senza togliere nulla alla bellezza della nostra penisola vista dallo spazio nelle foto spettacolari che ci giungono dalla stazione spaziale, dobbiamo essere consapevoli dei costi in termini economici e sociali legati alle isole di luce che costellano il nostro pianeta.

Proprio su questi aspetti l’INAF e SAIt, insieme all’International Astronomical Union (IAU), iniziano (ma sarebbe più corretto dire continuano) una campagna di informazione e sensibilizzazione sul problema dell’inquinamento luminoso.

A Napoli, la prof.ssa Ginevra Trinchieri ha appena rinnovato l’impegno a sollecitare i consigli regionali italiani perché si adoperino attivamente alla riduzione dell’inquinamento luminoso in Italia. Si tratta di una delle forme di inquinamento più pervasivo: oltre il 60% della popolazione mondiale vive sotto cieli illuminati da una luce sprecata e nelle zone urbane delle nostre città sfiora il 100%. È un fenomeno iniziato oltre un secolo fa, proprio con una illuminazione pubblica mal regolamentata. Le fonti di inquinamento sono tante: i fari abbaglianti che rischiarano a giorno gli stadi, i parcheggi, le strade tangenziali, le insegne pubblicitarie. E poi ci sono le discoteche con i fasci di luce sparati verso l’alto come le facciate delle chiese e dei nostri monumenti.
Le belle immagini del’italia riprese dalla “Space Station” sono dovute a un’illuminazione pubblica mal concepita che disperde più luce verso l’alto di quanta ne utilizzi verso il basso. Paradossalmente, il passaggio a una illuminazione con lampadine di nuova generazione (LED) ha ravvivato l’immagine delle nostre città viste dallo spazio, pur consentendo allo stesso tempo un risparmio energetico.

Nel 2013 i comuni italiani hanno speso oltre un miliardo e mezzo di euro in corrente elettrica e manutenzione degli impianti di illuminazione. Se questi impianti fossero progettati e gestiti in modo più razionale, sarebbe facile risparmiare il 35% di questa cifra. Ciò vuol dire che oltre 500 milioni di euro potrebbero trasformarsi in asili, scuole, biblioteche, musei, mezzi di trasporto, assistenza sociale e sanitaria. Proporzionalmente si potrebbe anche avere una riduzione dell’inquinamento e del riscaldamento globale, in quanto l’energia che non si consuma non deve essere prodotta.

Il 2015 ha visto lo sviluppo a livello mondiale della promozione culturale in merito anche a tutela dell’ambiente e al corretto uso dell’illuminazione, per cui il varo di leggi regionali in tutela del cielo che oltre a originare risparmi e a rivalutare il territorio, potrebbe costituire il suggello all’iniziativa dell’ONU. Un adeguamento della normativa, finalizzata anche all’abbattimento dell’inquinamento luminoso, riporterebbe alla popolazione la possibilità di osservare le stelle, al ripristino di un rapporto uomo-cielo fondamentale per l’umanità tutta.

Nella speranza che il 2015 Anno Internazionale della Luce ci porti un po’ di buio e un’illuminazione più intelligente.