IL VENTO INTERSTELLARE CHE SOFFIA SULL’ELIOSFERA

Vivere in una bolla e saperlo

Un numero speciale di Astrophysical Journal dedicato alle scoperte della missione IBEX pone un nuovo standard di riferimento per capire com’è composto il materiale che circonda il Sistema Solare e come interagisce con il suo “guscio”, l’eliosfera

     21/10/2015
Crediti: Wikipedia

Crediti: Wikipedia

Il Sistema Solare si muove all’interno della nostra galassia, sfidando il caldo ma rarefatto vento interstellare, come dentro una “bolla” magnetica, l’eliosfera, alimentata dall’attività della nostra stella. Sull’estensione, sulla forma e sulle dinamiche dell’eliosfera c’è ancora molto dibattito in ambiente scientifico (vedi questo recente articolo su Media INAF).

Un dibattito a cui ha contribuito in modo saliente la missione IBEX (Interstellar Boundary Explorer), un satellite artificiale della NASA lanciato nel 2008 e specializzato nella misura dei cosiddetti “atomi neutri energici”, ovvero particelle che vengono create da interazioni tra il vento solare e gli atomi neutri, in particolare elio, presenti nel vento interstellare.

Ora, in un numero speciale della rivista The Astrophysical Journal, sono stati raccolti gli ultimi risultati scientifici ottenuti grazie ai dati raccolti da IBEX. Risultati che, nel loro insieme, costituiscono il più completo punto di riferimento per la comprensione del cosiddetto mezzo interstellare “locale”, il flusso di materiale galattico in cui si trova a nuotare il Sistema Solare.

«Negli ultimi sei anni, questo lavoro fondamentale indirizzato alla conoscenza del nostro posto nel Sistema Solare, è diventato il campione standard di riferimento per capire il nostro Sole, la nostra eliosfera e l’ambiente interstellare intorno a noi», ha commentato David McComas, responsabile scientifico della missione IBEX del Southwest Research Institute (SwRI).

Il satellite IBEX (Interstellar Boundary Explorer). Crediti: NASA/Goddard Space Flight Center Conceptual Image Lab

Il satellite IBEX (Interstellar Boundary Explorer). Crediti: NASA/Goddard Space Flight Center Conceptual Image Lab

La maggior parte delle ricerche pubblicate si concentra sulle misure di elio interstellare ottenute sia da IBEX e che dalla vecchia sonda NASA/ESA Ulysses, gli unici due veicoli spaziali ad aver misurato direttamente il flusso interstellare locale di queste atomi di elio. Gli studi risolvono un’incoerenza nella direzione e temperatura del vento interstellare riscontrata nei dati raccolti da Ulysses rispetto a quelle prese da IBEX.

Entrambi i set di dati ora confermano che il flusso interstellare locale è molto più caldo di quanto si ritenesse in precedenza basandosi solamente sulle osservazioni di Ulysses; inoltre, forniscono indicazioni molto più precise di come e a quale velocità l’eliosfera si muova nella Galassia attraverso il materiale locale.
I restanti nuovi articoli scientifici prendono invece in considerazione la composizione delle particelle interstellari a partire dalle misure di elementi quali ossigeno, elio e neon; gli effetti della pressione di radiazione; l’influsso della gravità planetaria sugli atomi neutri mentre questi percorrono l’eliosfera.

«Questi studi, assieme alle ricerche già pubblicate relative alle osservazioni di IBEX sulle particelle interstellari», ha commentato in conclusione McComas, «complessivamente aprono una nuova finestra per l’ambiente interstellare locale, la sua composizione, le sue proprietà, e sui probabili processi in atto nello spazio interstellare intorno al Sole e nella regione del confine eliosferico».