SI SPALANCA UNA FINESTRA SUL PASSATO

Marte: il Jurassic World è sotto vetro

Tracce della vita che fu potrebbero nascondersi perfettamente conservate in depositi di vetro generati dall’impatto di meteoriti sulla superficie marziana, qui precipitati nel lontano passato del pianeta. Analogamente a quanto scoperto dai geologi della Brown University in Argentina, all’interno di crateri da impatto

     09/06/2015
Depositi di vetro da impatto sono perfettamente conservati all’interno dei crateri marziani, compreso il cratere Alga che vediamo in questa immagine. Crediti: NASA / JPL-Caltech / JHUAPL / Università dell'Arizona.

Depositi di vetro da impatto sono perfettamente conservati all’interno dei crateri marziani, compreso il cratere Alga che vediamo in questa immagine. Crediti: NASA / JPL-Caltech / JHUAPL / Università dell’Arizona.

Il DNA di tutti i dinosauri del Giurassico perfettamente conservato in una goccia d’ambra, nella puntura di una zanzara. Ricordate? È con questo stratagemma che Steven Spielberg riporta in vita terribili bestioni in quella che è diventata una delle più celebri pellicole di fantascienza nella storia del cinema: Jurassic Park. Destinato negli anni a riprodursi – e clonarsi – in più di un sequel. L’ultimo dei quali è arrivato da poco sul grande schermo: Jurassic World.

Roba da dilettanti.

Perché è la realtà a superare la fantasia: secondo uno studio della Brown University tracce della vita che fu potrebbero nascondersi perfettamente conservate in depositi di vetro generati nell’impatto di meteoriti, precipitati nel lontano passato del pianeta. Ma non parliamo della Terra, qui si tratta di Marte.

Recentemente più di un gruppo di ricerca ha dimostrato come depositi di vetro, generatisi durante eventi da impatto meteorico, custodiscano biosignatures. Tracce di vita passata perfettamente conservate sotto vetro. Peter Schultz, un geologo della Brown University che in Argentina ha trovato molecole organiche e frammenti vegetali sepolti in depositi di vetro formati da impatti meteorici avvenuti milioni di anni fa, ha suggerito che processi analoghi potrebbero essersi verificati su Marte al tempo in cui il pianeta era in grado di ospitare la vita. Se mai c’è stata vita.

Ebbene depositi di vetro all’interno dei crateri da impatto su Marte ce ne sono. Ed è possibile individuarli con i dati satellitari che abbiamo a disposizione. Anche se formato nella bollente temperatura di un urto violento, quel vetro potrebbe rappresentare una finestra sul passato remoto del Pianeta Rosso.

«Il lavoro svolto da Schultz e altri dimostra che i depositi di vetro da impatto rappresentano siti importanti dove tracce di vita possono essersi conservate», spiega Kevin Cannon, ricercatore della Brown University e primo autore di uno studio appena pubblicato su Geology.

Uno di questi crateri, piuttosto diffusi sulla superficie marziana, potrebbe diventare l’obiettivo di una futura missione esplorativa.

Individuare le formazioni di vetro non è stato facile. L’identificazione di minerali e rocce viene fatta attraverso lo studio degli spettri di luce riflessa dalla superficie di Marte, e il vetro non è caratterizzato da segnali forti in questo senso. «La firma del vetro tende a scomparire dove si mescola a frammenti di roccia, ma abbiamo trovato un modo per amplificare il segnale», spiega Cannon. «In laboratorio abbiamo fuso rocce e polveri per ricreare dal vetro simile a quello che ci saremmo aspettati di trovare su Marte. La misura del segnale spettrale di questi artefatti è servita a definire un algoritmo da applicare ai dati raccolti dalla Compact Reconnaissance Imaging Spectrometer for Mars (CRISM), a bordo del Mars Reconnaissance Orbiter NASA». Da cui è stato poi semplice individuare i crateri con depositi di vetro.

Mappe mineralogiche ricavate dai dati Spectrometer Compact Reconnaissance Imaging for Mars: olivina in rosso, vetro da rocce mafiche in verde, pirosseno in blu. Crediti: Geological Society of America / Kevin M. Cannon e John F. Mustard / Brown University.

Mappe mineralogiche ricavate dai dati Spectrometer Compact Reconnaissance Imaging for Mars: olivina in rosso, vetro da rocce mafiche in verde, pirosseno in blu. Crediti: Geological Society of America / Kevin M. Cannon e John F. Mustard / Brown University.