IL TELESCOPIO INDIANO E’ IL NUOVO PATHFINDER

GMRT si unisce alla squadra di SKA

Il Giant Metrewave Radio Telescope gestito dal National Centre for Radio Astrophysics contribuirà, con altre antenne sparse per il mondo, a portare avanti l'ambizioso progetto per la costruzione dello Square Kilometre Array

     06/02/2015
Una delle antenne GMRT in India

Una delle antenne GMRT in India

All’esercito delle antenne che collaborano con lo Square Kilometre Array si aggiungono quelle del Giant Metrewave Radio Telescope (GMRT), in India. È di qualche mese la notizia che il National Centre for Radio Astrophysics giocherà un ruolo centrale nella costruzione di quello che sarà il più grande network di radiotelescopi al mondo. E comincerà a farlo proprio con GMRT come pathfinder del progetto. Le antenne indiane, come già fanno quelle del NenuFAR telescope, del LOFAR, del VLA e altre, permetteranno ai ricercatori di cominciare a fare passi in avanti verso i numerosi e ambiziosi obiettivi che si sono preposti con il progetto SKA.

Cosa sono i pathfinder? Si tratta di sistemi, telescopi, array già esistenti in diverse zone del mondo che sono stati coinvolti nel progetto per studi scientifici e tecnologici e avere feedback utili soprattutto in questa fase che è ancora di lavorazione e costruzione.

Le antenne indiane del GMRT sono importanti nel campo della radioastronomia a basse frequenze e operano ormai da un decennio: si tratta di 30 corpi pienamente movimentabili di ben 45 metri di diametro ciascuno e che insieme garantiscono un’area di raccolta di ben 30,000 m2, coprendo un range di frequenze da 150 MHz to 1.5 GHz. Yashwant Gupta, del GMRT Observatory, ha detto: «È un importante riconoscimento per noi e per GMRT e ciò porterà una spinta in più per l’India nel progetto SKA. Non vediamo l’ora di contribuire sia a livello tecnologico che scientifico».

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Vista panoramica del GMRT in India

Quello di SKA è un progetto molto ambizioso: la vasta area di raccolta di SKA (1 chilometro quadrato), l’altissima sensibilità dei ricevitori e la sorprendente capacità dei super calcolatori (il computer centrale avrà la potenza di centinaia di milioni di pc domestici) permetteranno di portare a casa risultati sorprendenti. Per esempio, le antenne a media frequenza che verranno realizzate nella Fase 1 riusciranno a captare sorgenti radio simili a quelle emesse dai più potenti radar terrestri (quelli balistici o quelli di monitoraggio aereo).

Oltre ai diversi pathfinder, SKA ha anche tre telescopi precursor (cioè che faranno effettivamente parte del network): il MeerKAT, l’ASKAP e l’MWA. Localizzati in Australia e in Sudafrica, questi radiotelescopi (dischi e antenne a dipolo) tra una decina di anni permetteranno ai ricercatori di avere 1 km quadrato di area di raccolta, un grande campo di vista e un’estensione di alcune migliaia di chilometri a terra. I tre precursor stanno già portando a casa diversi risultati scientifici molto importanti, aiutando tecnici e ingegneri a testare le nuove tecnologie che si uniranno in futuro, ma fondamentale sarà l’aiuto dei telescopi pathfinder sparsi in tutto il mondo.

Per saperne di più:

Visita il sito del progetto SKA