LA MISSIONE DICHIARATA CONCLUSA

Grazie, Venus Express!

Dopo otto anni di onorato servizio, la sonda dell'Agenzia Spaziale Europea conclude la sua attività di ricerca attorno a Venere. Giuseppe Piccioni (INAF): «i tantissimi ed importanti risultati scientifici ottenuti sulla comprensione del pianeta “gemello” della Terra sono ormai parte della storia scientifica e dell’esplorazione spaziale. La missione Venus Express è ormai da tutti considerata a livello internazionale un solido riferimento per la scienza venusiana»

     17/12/2014

Per otto anni è stata il nostro remoto avamposto per studiare Venere. Dal suo arrivo al pianeta, l’11 aprile 2006, la sonda dell’Agenzia Spaziale Europea Venus Express ha raccolto senza sosta grazie ai suoi strumenti una moltitudine di dati che oggi ci permettono di avere una conoscenza assai più dettagliata del pianeta, della sua atmosfera e dell’ambiente ad esso circostante. Un altro grandissimo successo europeo, certo, in cui anche qui una fetta importante spetta sicuramente all’Italia. L’INAF è coinvolto, con il supporto finanziario dell’ASI, nella strumentazione di bordo di Venus Express: in modo diretto con VIRTIS (una camera iperspettrale nell’infrarosso) e PFS (uno spettrometro), con una importante partecipazione su ASPERA-4 (dedicato allo studio del plasma). Strumenti analoghi erano già stati sviluppati dall’Italia per le missioni europee Mars Express e Rosetta e hanno quindi contribuito, grazie a modifiche contenute nei loro progetti, ad accelerare l’iter della proposta per quella a Venere – che si è rivelata Express anche nei tempi di sviluppo e realizzazione, i più brevi per una missione ESA – e allo stesso tempo a contenerne i costi.

Otto anni di piena operatività dicevamo, che sono andati ben oltre le più rosee aspettative indicate dal programma iniziale di missione, che era stato concentrato in soli 500 giorni. E che invece è stato prolungato di ben sei volte. Tra maggio e luglio, il team della missione dell’ESA, consapevole del fatto che la sonda stava esaurendo le sue scorte di carburante necessario alle manovre per mantenere la giusta orbita attorno al pianeta, ha attuato una audace manovra che ha portato Venus Express ad abbassare progressivamente la sua traiettoria rispetto alla superficie di Venere, fino a ‘sfiorarlo’ alla quota limite di neanche 130 chilometri e sondare così gli strati più bassi della sua densa e inospitale atmosfera. E proprio nella fase di risalita, sono emersi i problemi: Venus Express non è riuscita a riportarsi sull’orbita prevista, probabilmente proprio a causa dell’esaurimento del combustibile dei suoi razzi di manovra. Un’ipotesi rinforzata dalla perdita del controllo della rotazione del veicolo spaziale, che dal 28 novembre ha così cominciato ad inviare a Terra dati a singhiozzo. Inutile dire che gli ingegneri di volo dell’ESA le hanno provate tutte in questi giorni per rimettere sulla giusta traiettoria Venus Express, ma oggi ufficialmente alzano bandiera bianca e dichiarano conclusa la sua – e la nostra – splendida avventura venusiana.

«Era ormai inevitabile e certo ce lo aspettavamo a breve. Nonostante si prendessero, giusto per scaramanzia, le stime più ottimistiche del residuo di carburante rimasto a bordo della sonda, anche queste previsioni davano ormai prossimo il suo esaurimento e con esso la fine operativa della missione» racconta a Media INAF Giuseppe Piccioni, dell’INAF-IAPS di Roma, principal investigator di VIRTIS a bordo di Venus Express. Eppure nessuno di noi che in questi anni siamo stati parte di uno splendido team quale quello di Venus Express e di tutti gli altri strumenti a bordo, ha motivo di essere triste. Affatto. Abbiamo “spremuto” per lungo e per largo la sonda con tutti gli strumenti a bordo per avere veramente il massimo in termini di ritorno scientifico. I tantissimi ed importanti risultati scientifici ottenuti sulla comprensione del pianeta “gemello” sono ormai parte della storia scientifica e dell’esplorazione spaziale. Di sicuro il nostro lavoro non è ancora terminato e, sebbene tra qualche settimana il nostro piccolo gioiello finirà gloriosamente la sua missione in un tuffo finale nell’atmosfera venusiana, la sua “anima” ovvero i tantissimi dati e risultati prodotti continueranno ancora per molti anni a venire a produrre risultati scientifici di primaria rilevanza. La missione Venus Express è ormai da tutti considerata a livello internazionale un solido riferimento per la scienza venusiana e da cui partire per le future auspicabili prossime esplorazioni. Non da meno, ha sicuramente contribuito a rinnovare un interesse internazionale per il pianeta “dimenticato” ed un appetibile obiettivo di missione spaziale per vari paesi emergenti. Un ringraziamento va a tutto il team tecnico e scientifico, alle industrie, ed in particolare per la parte italiana all’ASI ed all’INAF per il continuo e fondamentale supporto dato nel corso della missione».

Per saperne di più:

  • Le news relative a Venus Express su Media INAF
  • Il sito web della missione