IL RIORDINO DEGLI EPR

Renzi e la ricerca: “una rivoluzione pazzesca”

Nel piano per la riforma della PA c'è anche il riordino degli enti di ricerca che passa per un accorpamento tra di essi. L'opinione dei tre presidenti dei tre principali enti di ricerca, CNR, INAF e INFN: Nicolais, Bignami e Ferroni

     02/05/2014

P.A.: PARTONO LAVORI PER RIFORMA. MERITO E MOBILITA'La riorganizzazione degli enti di ricerca annunciata dal presidente del Consiglio è un passo necessario che sarebbe auspicabile fosse fatto con accorpamenti per competenze. E’ quanto sostengono i presidenti dei maggiori enti pubblici. C’è apertura, quindi, verso quella che il Presidente del Cosiglio Matteo Renzi ha annunciato come “una rivoluzione pazzesca” e che prevede la riorganizzazione strategica della ricerca pubblica, aggregando 20 enti che svolgono funzioni simili”.

Per il presidente del Consiglio nazionale delle Ricerche (Cnr), Luigi Nicolais, “gli enti pubblici hanno bisogno di una riorganizzazione, così come tutto il settore della ricerca pubblica deve essere considerato un comparto a parte. E’ comunque difficile – osserva – dare un giudizio globale sulla base di una dichiarazione così sintetica. Ad esempio, bisognerebbe chiarire come potrebbe avvenire l’accorpamento dei 20 enti citati da Renzi, che comprendono i 12 che dipendono dal ministero per l’Istruzione, l’università e la ricerca, più otto che dipendono da almeno altri 6 ministeri, come Agricoltura, Sviluppo economico, Salute, Ambiente. ”Più che ad un accorpamento di tutti e 20 gli enti, che hanno la loro identità e non possono essere messi tutti insieme, penso all’accorpamento di enti vicini per competenze”. Da distinguere dall’accorpamento è poi l’idea di un’Agenzia di finanziamento della ricerca, della quale si è parlato più volte in passato: “spero che Renzi voglia prendere in considerazione anche questa idea, considerando che i ministeri non hanno la capacità di essere rapidi nelle erogazioni”.

Anche per il presidente dell’Istituto nazionale di astrofisica (Inaf), Giovanni Bignami, l’accorpamento dei 20 enti potrebbe essere inteso come “verificare le contiguità e le sinergie esistenti fra i 20 enti pubblici di ricerca e procedere di conseguenza a degli accorpamenti”. Gli effetti, per Bignami, potrebbero essere “positivi sia sulla crescita culturale sia sull’operatività, con un evidente risparmio economico e nel rispetto dei lavoratori della ricerca e migliorandone le condizioni”.

Apertura anche da parte del presidente dell’Istituto nazionale di Fisica Nucleare (Infn), Fernando Ferroni, per il quale senza dubbio “l’attuale sistema ricerca è imperfetto e non si può lasciare così com’è. Vedremo se è possibile perfezionarlo: ci sarà tutto il tempo per discutere un disegno di legge”.