L’IPOTESI DI DUE RICERCATORI DI DARTMOUTH

Niente dinosauri? Fu una cometa

Secondo i due ricercatori le tracce di elementi chimici sulla zona del cratere di Chicxulub, quali iridio e osmio, si sposano meglio all'ipotesi di un impatto da parte di una cometa piuttosto che di un asteroide. Anche l'ampiezza del cratere si concilia meglio con la più alta velocità di una cometa.

     05/04/2013
Rappresentazione artistica dell'impatto. Crediti: Carsten Egestal Thuesen, GEUS

Rappresentazione artistica dell’impatto. Crediti: Carsten Egestal Thuesen, GEUS

Che l’estinzione dei dinosauri e del 70% delle specie animali che abitavano la Terra 66 milioni di anni fa, sia dipesa (o meglio sia stata fortemente accelerata) dall’impatto di un enorme oggetto celeste sul nostro pianeta era stato confermato da una recente ricerca apparsa su Science e di cui abbiamo scritto su Media INAF e raccontato su INAFTV lo scorso 7 febbraio. In quel caso però si parlava di un enorme asteroide responsabile del vasto cratere Chicxulub rivenuto nella penisola dello Yucatan, in Messico.

Oggi però  due ricercatori del Dartmouth College, Jason Moore e Mukul Sharma, del Dipartimento di Scienze della Terra, ribadendo tale ipotesi, esprimono dubbi che si sia trattato di un asteroide. O meglio ipotizzano che il corpo celeste che ha modificato sostanzialmente il clima di una parte cospicua del nostro pianeta, fosse una cometa.

Secondo i due ricercatori la presenza di iridio, un elemento chimico che caratterizza la composizione degli asteroidi ed è invece molto più raro sulla Terra, se ha fatto giustamente pensare all’impatto di un corpo celeste sul nostro pianeta, non è così elevata da giustificare la teoria di un asteroide. Lo dice l’analisi di tutti i dati pubblicati relativi al periodo geologico in questione, cioè la fase di transizione tra il Cretaceo e il Paleogene. Ipotesi confermata anche dai dati raccolti relativi all’osmio, altro elemento comune nelle rocce spaziali.

Secondo i due ricercatori la mancanza, fino a questo momento, di un dato aggregato si doveva al fatto che geofisici e geochimici lavorarono distintamente senza mettere a comune i risultati, cosa che invece loro hanno posto alla base della loro ricerca. “Noi proponiamo l’ipotesi della cometa perché queste hanno una minore concentrazione di iridio e osmio rispetto ad un asteroide – dice Jason Moore – e una velocità di impatto assai superiore, capace di giustificare meglio l’ampiezza del cratere di Chicxulub, di oltre 140 kilometri”.

I due ricercatori, che hanno presentato le loro conclusioni al 44° Lunar and Planetary Conference svoltasi lo scorso 22 marzo, si dicono sicuri al 99% che chi causò l’estinzione dei dinosauri sia stata una cometa e non un asteroide, ma anche che la conferma la avremo quando sapremo di più della composizione delle comete.

Non manca molto, il prossimo anno una sonda europea, Rosetta, farà calare un lander, Philae, sul nucleo della cometa Giurimov-Cherasimenko e un trapano, tutto italiano, ne farà il carotaggio e permetterà l’analisi in situ della sua composizione.