NEI PROSSIMI MESI 3I/ATLAS CONTINUERÀ AD AVVICINARSI ALLA TERRA

Gemini guarda la chioma della cometa interstellare

Ecco una nuova immagine della cometa 3I/Atlas, scoperta all’inizio di luglio 2025 e classificata come oggetto interstellare – il terzo mai osservato. Il telescopio Gemini Nord, con il suo spettrografo multioggetto, ne ha immortalato la chioma compatta

     17/07/2025

Eccoci di nuovo, per la terza volta in soli 15 giorni, a parlare della cometa 3I/Atlas. La più antica mai scoperta secondo uno studio in corso di revisione su ApJ Letters, nonché il terzo oggetto interstellare osservato mentre transita nel Sistema solare, dopo i celebri 1I/’Oumuamua e 2I/Borisov.

La ragione, questa volta, è una nuova immagine. La vedete qui in basso. È stata presa con lo spettrografo multioggetto Gmos-N del telescopio Gemini Nord alle isole Hawaii, e proprio grazie all’elevata sensibilità dello strumento riesce a rivelare la chioma compatta della cometa, una nube di gas e polvere che circonda il suo nucleo ghiacciato.

La cometa 3I/Atlas sfreccia attraverso un denso campo stellare in questa immagine catturata dallo spettrografo Gemini Multi-Object Spectrograph (Gmos-N) del telescopio Gemini North. Il riquadro di sinistra cattura la scia colorata della cometa mentre si muove attraverso il Sistema Solare. L’immagine è stata composta da esposizioni scattate con tre filtri, mostrati qui in rosso, verde e blu. Il riquadro di destra è un ingrandimento che mostra la chioma compatta della cometa, una nube di gas e polvere che circonda il suo nucleo ghiacciato. Crediti: International Gemini Observatory/NoirLab/Nsf/Aura/K. Meech (Ifa/U. Hawaii); elaborazione immagini: Jen Miller E Mahdi Zamani (Nsf Noirlab)

Gli oggetti interstellari come 3I/Atlas hanno origine al di fuori del Sistema solare, hanno dimensioni che vanno da decine di metri a pochi chilometri, e sono frammenti di detriti cosmici rimasti dalla formazione di altri sistemi planetari da cui provengono. Mentre orbitano attorno alla loro stella, esattamente come fanno gli asteroidi e le comete attorno al Sole, la gravità dei pianeti più grandi o delle stelle vicine può dar loro un calcio gravitazionale e spedirli fuori dai loro sistemi di origine nello spazio interstellare, dove possono incrociare altre stelle e pianeti.

Che siano asteroidi, comete o altri oggetti, sono preziosi proprio perché offrono una connessione tangibile con altri sistemi stellari. Trasportano informazioni sugli elementi chimici presenti nel luogo in cui si sono formati, fornendo informazioni ad esempio su come si formano i sistemi planetari attorno a stelle lontane. Sebbene gli astronomi ritengano che esistano molti oggetti interstellari e che probabilmente attraversino regolarmente il Sistema solare, questi sono estremamente difficili da catturare poiché sono visibili solo quando sono abbastanza vicini e quando, incidentalmente, i nostri telescopi sono puntati nel posto giusto al momento giusto. Bisogna approfittarne, dunque.

Per questo gli astronomi in tutto il mondo non stanno perdendo tempo con 3I/Atlas, e la stanno osservando con diversi telescopi e strumenti. Ecco cosa sappiamo finora: la cometa avrebbe un diametro non superiore a 20 chilometri – dimensioni ragguardevoli se confrontate con i 200 metri di diametro di ‘Oumuamua e meno di un chilometro di Borisov. 3I/Atlas avrebbe anche un’orbita eccezionalmente eccentrica. L’eccentricità descrive quanto sia “allungato” il percorso orbitale di un oggetto: 0 indica un’orbita perfettamente circolare, 0,9 un’ellisse molto allungata, mentre un oggetto con un’eccentricità superiore a 1 si trova su un percorso che non ruota attorno al Sole, e che proviene dunque dallo spazio interstellare e vi ritornerà. 3I/Atlas ha un’eccentricità di 6,2, un valore altamente iperbolico che non lascia dubbi circa la sua natura di oggetto interstellare. Per confronto, ‘Oumuamua aveva un’eccentricità di circa 1,2 e Borisov di circa 3,6.

Attualmente, la cometa di passaggio si trova all’interno dell’orbita di Giove, a una distanza di circa 465 milioni di chilometri dalla Terra e 600 milioni di chilometri dal Sole. Arriverà al massimo a circa 270 milioni di chilometri dal nostro pianeta il 19 dicembre, mentre raggiungerà il suo massimo avvicinamento al Sole intorno al 30 ottobre a una distanza di 210 milioni di chilometri, appena all’interno dell’orbita di Marte. In quel momento, viaggerà a quasi 25 mila chilometri all’ora. Restate allerta allora, perché nei prossimi mesi arriveranno altre osservazioni, immagini, e notizie su questo visitatore d’eccezione.