OSSERVATE ANCHE LE “FALCI VOLANTI”

Sotto il cielo dell’eclissi

L'eclissi totale di Sole dell'8 aprile 2024 era una buona occasione per riprendere tutti i pianeti del Sistema solare su un unico frame. Inoltre in cielo c'era anche la cometa 12P/Pons-Brooks, prossima al perielio. A Burleson, in Texas, abbiamo avuto la possibilità di usare una delle camere grandangolari del progetto Astra, sviluppato all’Inaf di Bologna. Ecco com'è andata

     26/04/2024

L’ultimo “spettacolo celeste” che ha ricevuto una forte attenzione mediatica è stata sicuramente l’eclissi totale di Sole dell’8 aprile 2024, osservabile da Messico, Stati Uniti e Canada. Come inviato di Media Inaf, ho seguito l’eclissi da Burleson, in Texas: una cittadina di circa 50mila abitanti posta nei sobborghi della città di Fort Worth (vicinissima alla più nota Dallas), posta in favorevole posizione all’interno della striscia di visibilità totale dell’evento e con una probabilità di cielo sereno del 50 per cento. Gli obiettivi della missione erano ovviamente la documentazione dell’intero evento celeste, con l’osservazione del disco solare, della cromosfera, delle protuberanze e della corona e l’osservazione dell’eventuale fenomeno di natura atmosferica delle ombre volanti, che a volte si manifesta durante le eclissi. L’occasione è stata anche propizia per un ulteriore (e inusuale) esperimento per immortalare l’intero gruppo di pianeti del Sistema solare su una stessa immagine panoramica deep sky nel corso dell’eclissi, senza dimenticare la cometa 12P/Pons-Brooks, che sarebbe passata al perielio solo qualche giorno dopo, il 21 aprile.

Un primo piano del disco nero della Luna che copre il Sole mostrando solo la cromosfera solare e le protuberanze al bordo pochi secondi dopo il secondo contatto con l’effetto “anello di diamante”. Crediti: A. Carbognani/Inaf

Le osservazioni del disco solare sono state condotte con una fotocamera con filtro Uv-Ir cut, modificato in modo tale da trasmettere anche la luce in emissione della righa H-alfa dell’idrogeno, nella banda rossa dello spettro, dotata di un teleobiettivo da 300 mm F/11. Per evitare di avere immagini mosse durante le riprese a lunga posa della corona, la fotocamera è stata montata su un astroinseguitore per compensare la rotazione terrestre.

La foto panoramica del Sistema solare è stata invece l’occasione ghiotta per mettere alla prova le camere del nuovo progetto Astra, sviluppato all’Inaf Oas Bologna nell’ambito dell’accordo attuativo Inaf-Asi per la sorveglianza spaziale e tracking (Sst) dei satelliti artificiali e dei detriti spaziali.

«Con molto piacere abbiamo preso l’occasione per questo esperimento così particolare e, per certi aspetti, unico», spiega Alberto Buzzoni dell’Inaf di Bologna, coordinatore del progetto, «equipaggiando la spedizione americana di Media Inaf con una delle cinque camere grandangolari, in uso alle stazioni Astra del network nazionale. Si tratta di obiettivi grandangolari Zeiss-Voigtlander Nokton di 21 mm F/1,4, di alte prestazioni, accoppiati a camere full format Sony α A7 III, in grado di fornire immagini di 24 megapixel su campi celesti molto estesi, fino a 80 x 60 gradi. In ambito Sst, questo ci permette, ad esempio, di rilevare oggetti inferiori al mezzo metro in orbita terrestre bassa o di pattugliare la fascia orbitale geostazionaria, a 35mila km dalla Terra, fino alla magnitudine 13».

Veduta panoramica del cielo durante la fase di totalità dell’eclissi ottenuta con la camera del progetto Astra (cliccare per ingrandire). L’immagine sottende un campo di vista di 80 x 60 gradi ed è la somma di 50 frames, ciascuno con esposizione di 0,8 s e sensibilità di 200 Iso. Per rendere più evidenti le stelle alla vista, all’immagine finale è stato applicato un filtro unsharp mask. Il globo biancastro al centro è la corona solare da cui si dipartono i pennacchi coronali. Sono visibili i pianeti Urano, Giove, Mercurio, Venere e la cometa 12P/Pons-Brooks. In prossimità di Venere e a destra nell’immagine sono visibili dei veli di nubi biancastri. Crediti A: Carbognani/Astra/Inaf

L’alba dell’8 aprile a Burleson è stata spettacolare: in cielo erano presenti dei veli, ma tutto sommato era abbastanza sereno e senza vento, condizioni favorevoli all’osservazione. Il momento di grazia è durato poco: subito dopo il cielo ha iniziato ad annuvolarsi con nubi provenienti da sud-ovest ed è rimasto tale fino a circa un’ora dal primo contatto. Nonostante il cielo nuvoloso è stato allestito il campo di osservazione, con i due setup di ripresa posti uno di fianco all’altro. Per fortuna le nubi hanno iniziato a diradarsi rapidamente e l’eclissi totale di Sole è stata uno spettacolo indescrivibile a parole: durante la totalità erano ben visibili in cielo Venere (circa 15° in basso a destra rispetto al Sole) e Giove (in alto a sinistra a circa 30° di distanza), ma il cielo è rimasto sempre chiaro, come 25-30 minuti dopo il tramonto. Non era visibile a occhio nudo Mercurio perché di magnitudine +4 a circa 6° di distanza dal Sole. Spettacolare la corona solare, visibile a occhio nudo come un anello molto luminoso attorno al disco nero della Luna.

Visibili anche diverse protuberanze al bordo solare, di un bel colore rosso vivo tipico della riga H-alfa dell’idrogeno a 656,3 nm di lunghezza d’onda. Non sono state viste le classiche “ombre volanti” (shadow bands), ma le “falci volanti” sì: da alcuni minuti prima del secondo contatto a diversi minuti dopo il terzo contatto, sul lenzuolo bianco steso al suolo che doveva funzionare come “detector” delle ombre volanti, si muovevano rapidamente delle piccole falci d’ombra che si dissolvevano e riformavano in continuazione. Di questo fenomeno è stato ripreso un video (qui sotto) che lo documenta chiaramente, anche se “le falci” non sono percepibili in modo univoco nei singoli frame per via del basso contrasto.

Mentre venivano riprese le immagini del disco solare con il teleobiettivo, con la camera grandangolare Astra è stata ripresa una sequenza di 93 immagini con tempi di posa di 0,8 s e sensibilità di 200 Iso. Il setup era stato deciso in base ai test condotti nelle settimane precedenti, con la ripresa del cielo del crepuscolo usando la stessa camera. Con il senno di poi il tempo di posa si è rivelato un po’ troppo elevato rispetto alla luminosità di fondo cielo. Comunque, mediando 50 delle migliori immagini e correggendo per la vignettatura del campo di vista, la magnitudine stellare raggiunta è stata la +7,3. Nell’immagine a grande campo sono ben visibili i pianeti Urano, Giove, Mercurio e Venere. Purtroppo Nettuno, Saturno e Marte erano dietro a un banco di nubi, anche se Nettuno sarebbe stato comunque troppo debole per essere rilevato. La chioma verde della cometa 12P/Pons-Brooks è stata rilevata facilmente, anche se la coda è al limite della detezione per via di sottili veli di nubi che erano comunque presenti in cielo. La corona solare risulta estesa per 10°-15° oltre il bordo solare e sono visibili le estreme propaggini dei pennacchi coronali. Oltre alla 12P, molto prossima al Sole c’era la cometa sungrazer Soho-5008, disintegratasi poche ore dopo l’eclissi. Purtroppo nell’immagine a grande campo è affogata all’interno della corona solare e nelle immagini riprese con il teleobiettivo è appena al di fuori del campo di vista.

Tirando le somme, si può dire che è stata un’esperienza unica, un ottimo preludio all’eclissi totale di Sole del 2 agosto 2027 – in Egitto, 60 km a sud-est di Luxor – che, con la sua durata record di ben 6 minuti e 23 secondi,  permetterà di tentare osservazioni ancora più interessanti usando telescopi con un moderato campo di vista, come quella degli asteroidi vulcanoidi.