C’È ANCHE UNA DELLE SERIE PIÙ LUNGHE AL MONDO DI OSSERVAZIONI METEOROLOGICHE

A Brera, un tesoro inventariato

Attesissimo dagli studiosi, è ora online il nuovo inventario dell’Osservatorio astronomico dell’Inaf di Brera. Frutto di un lavoro di riordino e inventariazione pluridecennale curato da Agnese Mandrino e Raffaella Gobbo, con la collaborazione di esperti informatici, storici della scienza e astronomi, contiene 1400 cartelle colme di documenti e registri

     15/04/2024

Inventario dell’archivio storico dell’Osservatorio astronomico di Brera e degli archivi aggregati (1737-2003). A cura di Agnese Mandrino e Raffaella Gobbo. Progettazione e realizzazione informatica: Cristina Bernasconi (con la collaborazione di Cristina Zangelmi). Copertina: Laura Barbalini

È da pochi giorni online il nuovo inventario dell’archivio storico dell’Osservatorio astronomico dell’Inaf di Brera, dopo un lavoro di riordino e inventariazione pluridecennale, curato dalla scrivente – Agnese Mandrino – e Raffaella Gobbo, con la collaborazione di esperti informatici, storici della scienza e astronomi.

L’inventario è lo strumento principale per scoprire cosa l’archivio custodisce, per muoversi tra oltre 1400 cartelle colme di documenti e registri rilegati, per avviare le ricerche, per camminare attraverso la storia dell’Osservatorio e della società della quale faceva parte.

Fra gli osservatori astronomici italiani, quello di Brera fu il primo, nel lontano 1987, a pubblicare l’inventario del proprio archivio, facendo così emergere gli aspetti della storia istituzionale e scientifica della Specola ma anche l’importanza degli osservatori come fonti per lo studio della storia dell’astronomia, dando il via a iniziative che hanno permesso di riordinare e inventariare anche gli archivi storici degli altri osservatori astronomici italiani.

Nel corso degli anni, però, un’altra mole incredibile di carte era venuta alla luce: carte disperse in stanze allora abbandonate dell’Osservatorio, negli uffici degli astronomi, tra i libri della biblioteca. Anche queste carte, ci si rese subito conto, dovevano essere raccolte e ripulite, e poi riordinate ed inventariate per essere messe a disposizione degli studiosi come un tesoro prezioso.

Tra esse, ad esempio, una delle serie più lunghe al mondo di osservazioni magnetiche e meteorologiche, a partire dalla seconda metà del Settecento, oppure le carte appartenute a Emilio Bianchi, deus ex machina della politica astronomica italiana nel Ventennio e uno dei maggiori studiosi delle questioni legate al volo delle aeronavi, e ancora l’intero corpus documentario della Società astronomica italiana, con i documenti del 1938 legati alla persecuzione degli astronomi ebrei.

In un archivio non c’è mai un documento più importante di un altro, tutto dipende dall’interesse e dal campo di azione dello studioso che se ne serve: a volte anche un insignificante pezzettino di carta si rivela indispensabile per dar corpo a una ricerca. Ma, a lavoro concluso, ricordiamo che in archivio si possono trovare oltre trentamila lettere di personaggi che vanno da Pierre Simon Laplace e Ruggero Boscovich a Cesare Beccaria e Napoleone I Bonaparte, materiale cartografico relativo alla realizzazione, nel 1787, della prima carta della Lombardia redatta con criteri scientifici, fotografie scattate da dirigibili in volo, passando per Marte, con i diari osservativi e i disegni senza tempo di Giovanni Schiaparelli.

«Il nuovo inventario del nostro archivio storico apre nuove frontiere di ricerca che aspettano soltanto di essere esplorate», dice Roberto Della Ceca, direttore dell’Inaf di Brera. «L’archivio è aperto e gli studiosi saranno perciò i benvenuti presso la nostra sede di Brera, proprio sotto la cupola della quale Schiaparelli fece le sue osservazioni del Pianeta rosso».

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