C’È ANCHE L’ELUSIVO ANELLO ZETA, IL PIÙ INTERNO

Urano vestito a festa

Anelli, lune e tempeste: così appare Urano in una nuova, festiva immagine realizzata nelle lunghezze d'onda dell'infrarosso dal telescopio spaziale Jwst. Spicca anche una calotta di nubi che volteggia sul polo nord e, a causa della notevole inclinazione del pianeta rispetto alla sua orbita, appare via via più prominente mentre il gigante ghiacciato si avvicina al prossimo solstizio, previsto nel 2028

     27/12/2023

Il pianeta Urano, circondato dai suoi anelli, in un’immagine dello strumento NirCam a bordo di Jwst. Sono visibili anche 14 delle 27 lune che orbitano attorno al pianeta. Sullo sfondo, una moltitudine di galassie (cliccare per ingrandire). Crediti: Nasa, Esa, Csa, Stsci

Dopo un primo, fugace scatto pubblicato lo scorso aprile, il James Webb Space Telescope (Jwst) ha rivolto nuovamente il suo occhio infrarosso verso uno dei pianeti più affascinanti del Sistema solare: il gigante ghiacciato Urano. E lo ha immortalato in tutto lo sfavillante splendore che circonda questo curioso corpo celeste, rendendo finalmente giustizia ai suoi anelli, che nulla hanno da invidiare a quelli, ben più noti, del vicino Saturno.

La nuova immagine di Urano cattura sia gli anelli esterni che quelli più interni, meno brillanti e dunque più difficili da osservare. Niente sfugge alla sensibilità del potente osservatorio spaziale: fa capolino timidamente anche l’elusivo anello Zeta, il più vicino al pianeta, dall’apparenza fioca e diffusa.

Contrariamente all’aspetto placido del pianeta nelle foto inviate dalla sonda Voyager 2 negli anni Ottanta, le osservazioni nell’infrarosso di Jwst mettono in evidenza l’atmosfera dinamica di Urano, dove spicca una calotta bianca di nubi in prossimità del polo nord. Il pianeta, che impiega ben 84 anni a completare un giro intorno al Sole, ruota intorno al proprio asse con un’insolita inclinazione di 98° rispetto alla sua orbita: in pratica, “rotolando”. Questo produce le stagioni più estreme di tutto il Sistema solare, lasciando uno dei poli esposto al Sole per 21 anni mentre l’altra metà del corpo celeste sprofonda nell’oscurità di un lungo inverno.

Immagine infrarossa di Urano circondato dai suoi anelli e da 14 delle sue 27 lune. In basso sono indicati i quattro filtri nel vicino infrarosso usati per realizzare l’immagine (cliccare per ingrandire). Crediti: Nasa, Esa, Csa, Stsci

La calotta di nubi polari ripresa da Jwst è una caratteristica stagionale, che si fa via via più intensa quando il polo nord di Urano inizia a puntare verso il Sole, mentre il pianeta si avvicina al solstizio (il prossimo è previsto nel 2028). In prossimità del bordo esterno della calotta, sono visibili anche una serie di piccole tempeste, causate da una combinazione di effetti stagionali e meteorologici.

Si distinguono anche un gran numero di lune, dalle cinque più grandi – Miranda, Ariel, Umbriel, Titania e Oberon – riconoscibili attraverso i sei picchi di diffrazione tipici delle sorgenti puntiformi ritratte da Jwst, fino alle più piccine – alcune delle quali nascoste tra gli anelli: Rosalind, Puck, Belinda, Desdemona, Cressida, Bianca, Portia, Juliet e Perdita.

Per realizzare un ritratto così dettagliato di un sistema altamente dinamico come questo – sia le lune che le tempeste e altri fenomeni atmosferici si spostano significativamente all’interno del campo di vista nell’arco di pochi minuti, poiché Urano ruota intorno a sé stesso in appena 17 ore – è stato necessario raccogliere e poi comporre una serie di esposizioni su tempi sia brevi che lunghi del pianeta e dei suoi immediati dintorni.

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