SU NATURE ASTRONOMY LO STUDIO GUIDATO DA LAURA DI GESU DELL’ASI

Arrivano da Ixpe nuove scoperte sui blazar

Grazie a una serie di osservazioni in polarizzazione del blazar Markarian 421, il telescopio spaziale Ixpe – nato da una collaborazione tra la Nasa e l’Asi, con il contributo dell’Inaf e dell’Infn – è riuscito ad acquisire dettagli senza precedenti, confermando l’idea che «il plasma responsabile dell’emissione nei raggi X segua la struttura elicoidale del campo magnetico all'interno dei getti», spiega Dawoon Kim, coautore dello studio pubblicato su Nature Astronomy

     20/07/2023

Questa rappresentazione artistica mostra la struttura di un getto di buco nero come dedotta dalle recenti osservazioni del blazar Markarian 421 con l’Imaging X-ray Polarimetry Explorer (Ixpe). Il getto è alimentato dal disco di accrescimento mostrato nella parte inferiore dell’immagine, che è formato da materiale che orbita e cade nel buco nero. Il getto è pervaso da un campo magnetico elicoidale. Le osservazioni di Ixpe hanno dimostrato che i raggi X devono essere generati in uno shock che si trova all’interno di materiale che si spiraleggia intorno alle linee del campo elicoidale. L’inserto mostra la regione che emette attivamente la luce che osserviamo. I raggi X sono generati nella regione bianca più vicina al fronte di shock, mentre l’emissione ottica e radio deve provenire da regioni più turbolente e più lontane dallo shock. Crediti: Nasa/Pablo Garcia

L’universo risplende di energia, che viene prodotta non solo da stelle, nebulose e brulicanti vivai galattici, ma anche dai getti di elettroni liberi originati da alcuni tra i più potenti oggetti cosmici: i nuclei galattici attivi noti come blazar. Questa settimana, un team internazionale di astrofisici, utilizzando i dati dell’Imaging X-ray Polarimetry Explorer (Ixpe) della Nasa, realizzato in collaborazione con l’Agenzia spaziale italiana (Asi), ha pubblicato su Nature Astronomy nuove scoperte sul blazar denominato Markarian 421, un nucleo galattico attivo e una potente sorgente di raggi gamma che si trova nella costellazione dell’Orsa Maggiore, all’incirca a una distanza di 400 milioni di anni luce dalla Terra.

«Markarian 421 è una vecchia conoscenza degli astronomi che scrutano l’universo estremo», ha detto l’astrofisica dell’Asi Laura Di Gesu, prima autrice dell’articolo. «Eravamo sicuri che questo blazar sarebbe stato un obiettivo interessante per Ixpe, ma questa scoperta ha superato le nostre migliori aspettative. Ha, infatti, mostrato come la misura della polarizzazione dei raggi X arricchisca la nostra capacità di sondare la complessa geometria del campo magnetico e l’accelerazione delle particelle in diverse regioni dei getti relativistici. Un momento entusiasmante per gli studi sui getti astrofisici».

Un blazar è un nucleo galattico attivo identificato grazie all’espulsione del suo potente getto di elettroni liberi nella direzione degli osservatori terrestri come telescopi terrestri e spaziali.  La “fiammata” prodotta da questi getti è molto luminosa e, per questo, altamente rivelabile a causa dagli effetti dello spazio-tempo relativistico sulla luce del getto.

Nonostante decenni di studio, gli scienziati non hanno ancora compreso appieno i processi fisici che determinano la dinamica e l’emissione dei getti relativistici espulsi dai blazar. Ma la rivoluzionaria capacità di Ixpe di misurare la polarimetria nei raggi X, ovvero la capacità di misurare la direzione media del campo elettrico delle onde luminose, offre agli astronomi una visione senza precedenti di questi oggetti, della loro geometria e dell’origine delle loro emissioni.

I modelli teorici, che tentano di spiegare le caratteristiche dei getti, raffigurano spesso una struttura di campo magnetico a elica a spirale, simile a quella della catena del Dna umano, ma Ixpe ha riscontrato una variabilità inaspettata durante tre osservazioni prolungate di Markarian 421 a maggio e giugno 2022.

«Ci aspettavamo che la direzione della polarizzazione potesse cambiare, ma pensavamo che le rotazioni di maggior entità sarebbero state rare, sulla base di precedenti osservazioni ottiche di molti blazar», ha affermato Herman Marshall, fisico ricercatore presso il Massachusetts Institute of Technology di Cambridge e coautore dello studio.

Ixpe ha così effettuato tre osservazioni del blazar Markarian 421, rivelando un grado di polarizzazione costante. Sorprendentemente, il comportamento dell’angolo di polarizzazione non è stato lo stesso: mentre nella prima osservazione è rimasto costante, nella seconda la sua direzione ha letteralmente fatto un’inversione a U, ruotando di quasi 180 gradi in due giorni. Con sorpresa, la direzione di polarizzazione continuava a ruotare alla stessa velocità nella terza osservazione.

«Questa notevole scoperta suggerisce l’idea che il plasma responsabile dell’emissione nei raggi X segua la struttura elicoidale del campo magnetico all’interno dei getti, come suggerito da Alan Marscher e il suo team nel 2008 con osservazioni nelle onde radio», commenta Dawoon Kim, dottorando presso l’Inaf di Roma e tra gli autori dello studio pubblicato su Nature Astronomy. «Le future osservazioni di Markarian 421 permetteranno di ottenere informazioni fisiche sul getto, come la dimensione spaziale della regione di collimazione».

Le misurazioni ottiche, infrarosse e radio simultanee, inoltre, non hanno mostrato alcun cambiamento nella direzione della polarizzazione della luce, anche quando la direzione della polarizzazione dei raggi X ruotava velocemente. Tale rotazione della polarizzazione dà credito a un modello in cui uno shock si propaga lungo campi magnetici a spirale all’interno del getto. L’ emissione di raggi X mappa la spirale mentre gli elettroni che producono la luce ottica sono in una zona diversa del getto, dove il campo magnetico non è tale da produrre una variazione della polarizzazione.

Ixpe continuerà ad osservare Markarian 421 e altri blazar per saperne di più su queste fluttuazioni del getto e sulla frequenza con cui si verificano.

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