I DATI DI GAIA, HIPPARCOS E SPHERE

Gioviano leggero attorno a una stella simile al Sole

AF Lep b è il pianeta più piccolo scoperto con dati astrometrici e di imaging diretto. Lo studio, guidato dall’Inaf di Padova, verrà pubblicato su Astronomy & Astrophysics, così come il secondo studio guidato dall'Eso. Il pianeta, AF Lep b, è uno dei primi oggetti scoperti con questa tecnica e ha una massa compresa tra 2 e 5 volte quella di Giove

     08/03/2023

Un team di astronomi guidati dall’Istituto nazionale di astrofisica (Inaf) ha scoperto un nuovo pianeta gioviano attorno alla vicina stella AF Leporis utilizzando sia dati astrometrici che immagini dirette. Il pianeta, AF Lep b, è uno dei primi oggetti scoperti con questa tecnica e anche il più piccolo scoperto finora con una massa compresa tra 2 e 5 volte quella di Giove (MJup). I ricercatori hanno accoppiato dati di imaging diretto ottenuti con lo strumento Sphere (i suoi sottosistemi Ifs e Irdis nel vicino infrarosso) del Vlt, in Cile, e dati astrometrici provenienti dai cataloghi Hipparcos e Gaia eDR3. L’articolo è in corso di pubblicazione sulla rivista scientifica Astronomy & Astrophysics. Allo studio hanno partecipato anche il Lesia – Osservatorio di Parigi, l’Università di Exeter e l’Università Diego Portales.

Il sistema AF Leporis osservato con lo strumento Sphere dell’ESO in Cile. Crediti: Eso/Mesa, De Rosa et al.

«Si tratta del pianeta più piccolo scoperto finora accoppiando dati astrometrici e di imaging», dice Dino Mesa dell’Inaf di Padova. «Prima di questo, erano stati scoperti solo oggetti nel range di massa delle nane brune mentre in questo caso si scende fino a circa cinque masse di Giove. Siamo partiti dall’idea di sfruttare la possibilità data da nuovi e più precisi dati astrometrici ottenuti con Gaia per creare un campione di stelle vicine da osservare per massimizzare la probabilità di ottenere immagini dirette di un compagno planetario. Avere sia dati di imaging che astrometrici permette di ottenere parametri fisici (per esempio, la massa del compagno) e orbitali molto più precisi».

Il nuovo pianeta gioviano si trova in un sistema molto simile al Sistema solare: massa della stella (appena 1,1 volte la massa del Sole), compagno di tipo gioviano alla stessa distanza, una distanza simile a quello tra Saturno e il Sole, la presenza di una cintura di detriti con caratteristiche simili a quella di Kuiper. AF Leporis (Af Lep o HD 35850) è una stella molto studiata in direzione della costellazione della Lepre, a 87,5 anni luce da noi (26,8 parsec). Diversamente dal nostro, il sistema AF Leporis ha “solo” 24 milioni di anni, vale a dire che è circa 200 volte più giovane del Sole: ulteriori studi come quello di Mesa possono quindi far luce su come si è formato il Sistema solare.

La scoperta è stata riportata anche in secondo articolo firmato da un gruppo guidato da Robert De Rosa (Eso) in corso di pubblicazione su A&A. I due gruppi hanno scoperto che la stella AF Leporis mostrava una traiettoria talmente disturbata da essere un segno rivelatore della presenza di pianeta nascosto.

«Dal confronto fra i cataloghi di dati astrometrici ottenuti con i satelliti Hipparcos e Gaia», spiega Mesa, «appare evidente un’anomalia del moto proprio della stella che è indicativa della presenza di un compagno di piccola massa. Le nostre osservazioni con Vlt/Sphere confermano la presenza di questo pianeta e associando i dati di imaging con quelli astrometrici è possibile definire con una certa precisione la sua orbita con un periodo di circa 20 anni e un semiasse maggiore tra 8 e 9 unità astronomiche (anche in questo caso uno dei pianeti più vicini alla stella ospite per cui sia stato possibile ottenere un’immagine diretta). Il periodo molto piccolo lo rende particolarmente adatto per caratterizzare con estrema precisione la sua orbita tramite osservazioni future».

La tecnica utilizzata dal team guidato da Mesa e da quello di De Rosa si è rivelata molto promettente e sarà utile nel prossimo futuro per andare a caccia di mondi extrasolari, anche di massa inferiore.

Per saperne di più:

Guarda l’animazione realizzata dall’Eso: