IL COLORE È PRODOTTO DA MOLECOLE DI CARBONIO BIATOMICO

Verde come una cometa

Il Telescopio nazionale Galileo ha immortalato la cometa C/2022 E3 (Ztf), catturando le sfumature di bianco e verde della sua chioma. La cometa, visibile verso nord da cieli bui e con l'aiuto di un binocolo, si appresta a raggiungere la minima distanza dalla Terra il primo febbraio. Per l'occasione, EduInaf organizza una diretta osservativa dedicata alla cometa lunedì 30 gennaio alle 21

     26/01/2023

La cometa Ztf fotografata dal Telescopio nazionale Galileo nella notte tra il 23 e il 24 gennaio 2023. Crediti: Tng & Daniel Del Nero Festa Nobre

C’è chi la chiama la “cometa verde” per il caratteristico colore della chioma, che tradisce la presenza di carbonio in una particolare configurazione biatomica (C2). C’è addirittura chi parla di “cometa dei Neanderthal” poiché una stima, seppur con grandi incertezze, del suo periodo, di circa 50mila anni, ne daterebbe l’ultima visita nei cieli terrestri a un’epoca in cui questa particolare specie di ominide non si era ancora estinta. Il nome ufficiale – C/2022 E3 (Ztf) – sarà forse un po’ meno avvincente, ma su una cosa non ci sono dubbi: il momento per provare ad avvistarla è adesso.

E così hanno fatto gli astronomi Gloria Andreuzzi e Hristo Stoev, nella notte tra il 23 e il 24 gennaio, osservando la cometa con il Telescopio nazionale Galileo (Tng), il più grande telescopio italiano, con uno specchio di 3,58 metri, gestito dall’Istituto nazionale di astrofisica (Inaf) nel miglior luogo in Europa per l’astronomia ottica: l’isola di La Palma, alle Canarie. Il risultato, elaborato da Daniel Del Nero Festa Nobre, svela le tenui sfumature della chioma di questo affascinante corpo celeste.

«In questa immagine possiamo ammirare l’intensa luminosità della “cometa verde” che si sta avvicinando al punto di massima vicinanza con la Terra», commenta Elena Mazzotta Epifani, ricercatrice Inaf a Roma. «Notiamo sia la diffusa chioma bianca, composta da particelle di polvere ghiacciata, sia una porzione della chioma verde. La sua colorazione non è così insolita tra le comete di lungo periodo, che sono molto ricche di composti volatili. È dovuta alla presenza di C2, una molecola che si crea in seguito all’interazione della luce del Sole con la materia organica presente nel nucleo cometario e sublimata nella chioma quando la cometa si avvicina al suo perielio».

Per l’occasione, EduInaf – la rivista online di didattica e divulgazione dell’ente – organizza una diretta speciale lunedì 30 gennaio a partire dalle ore 21, su Youtube e Facebook, per osservare la cometa e altri oggetti del cielo invernale al telescopio, in collegamento con il Tng, l’osservatorio di Asiago (Inaf e Università di Padova) e le sedi Inaf di Bologna, Palermo, Roma e Trieste, in collaborazione con l’Unione astrofili italiani (Uai). È in corso anche una campagna di astrofotografia, con splendidi scatti che ritraggono la cometa e la sua lunga coda condivisi sulla piattaforma FlickR.

Dopo il passaggio al perielio – il punto più vicino al Sole lungo la sua orbita – il 12 gennaio, la cometa Ztf si appresta a raggiungere il punto più prossimo al nostro pianeta il primo febbraio, passando a una distanza di circa 42 milioni di chilometri. La sua luminosità, in aumento come previsto, si attesta al momento intorno alla magnitudine apparente +5, poco sopra la soglia di visibilità a occhio nudo. Come avevamo anticipato un paio di settimane fa, per osservarla occorre un cielo buio, lontano dalle città, aiutando l’occhio con un piccolo binocolo e osservando – meteo permettendo – verso nord, dove la cometa apparirà visibile tutta la notte durante la prima settimana di febbraio e poi, a scemare nei giorni successivi, nella prima parte della notte.