NEL FRATTEMPO, EUCLID HA COMPLETATO I TEST IN CAMERA TERMOVUOTO

Theseus torna in pista fra i candidati per M7

Lo Science Programme Committee dell’Agenzia spaziale europea ha reso noti i cinque candidati selezionati per la futura missione di classe media M7: sono Calico, Haydn, M-Matisse, Plasma Observatory e Theseus. Per la missione di classe “fast” F2, invece, è stato scelto Arrakihs

     11/11/2022

I due telescopi binoculari dello strumento Arrakihs. Fonte: Arrakihs Phase 2 Proposal

Cerere e i suoi misteriosi depositi salini, astrosismologia, atmosfera marziana, astrofisica del plasma e lampi di raggi gamma: sono gli argomenti scientifici che intendono studiare le cinque proposte selezionate nella riunione di novembre dal Comitato del programma scientifico (Spc) dell’Esa, l’Agenzia spaziale europea. Una delle cinque candidate diventerà la futura missione di classe media M7, con lancio previsto nel 2037.

Decisione invece già presa per la missione F2 (dove la ‘F’ sta per fast, e si riferisce al tempo di implementazione, con una durata totale di sviluppo, dalla selezione al lancio, inferiore ai 10 anni): le proposte presentate all’Esa erano 19, e la scelta è caduta su Arrakihs. Coordinata da Rafael Guzmán dell’Instituto de Física de Cantabria (Spagna), Arrakihs osserverà – utilizzando coppie di telescopi binoculari – un centinaio di galassie vicine e il loro ambiente circostante, al fine di caratterizzare il numero e la natura delle galassie nane di piccola massa e dei flussi stellari nelle loro vicinanze. I risultati ottenuti, nelle lunghezze d’onda del visibile e dell’infrarosso, saranno preziosi per verificare la validità del modello Lambda-Cdm.

Ecco invece le cinque missioni rimaste in gara per M7. Partiamo da Calico, il cui obiettivo è cercare di capire se sul pianeta nano Cerere ci siano mai state – o magari ci siano tuttora – condizioni compatibili con la presenza di forme di vita: lo farà analizzando in situ i materiali organici e ammoniacati, nonché i depositi di sale scoperti dalla missione Dawn. Il telescopio spaziale per l’astrosismologia Haydn – al quale partecipano anche ricercatori dell’Inaf –  si propone invece di osservare campioni ampi, omogenei e controllati di stelle al fine di fornire calibratori per diversi aspetti dell’astrofisica fondamentale, a sostegno della comprensione della fisica stellare e della struttura interna delle stelle, inaccessibile con altre tecniche. Poi c’è M-Matisse, una missione che prevede il dispiegamento di una coppia di orbiter attorno a Marte per lo studio delle interazioni fra atmosfera, ionosfera, magnetosfera del Pianeta rosso e il vento solare. Anche Plasma Observatory prevede l’impiego di più satelliti, in questo caso però in orbita attorno alla Terra, per studiare il plasma della nostra magnetosfera.

Infine c’è una vecchia conoscenza di Media Inaf, Theseus, già in passato nella terna di finaliste per M5, poi vinta da EnVision. Una sorta di ripescaggio, insomma, per una missione dedicata all’astronomia dei fenomeni transienti, in particolare dei lampi di raggi gamma (Grb, dall’inglese gamma ray bursts), all’osservazione delle supernove e delle controparti elettromagnetiche di onde gravitazionali nell’universo ad alto redshift.

«Rispetto alla proposta presentata per M5», dice a Media Inaf il principal investigator di Theseus, Lorenzo Amati, dell’Istituto nazionale di astrofisica, «c’è solo qualche riassestamento del payload procurement scheme. Ma la missione era già stata valutata eccellente da Esa sotto tutti i punti di vista alla fine della Fase A, dunque non c’era motivo di cambiare. Anzi, il lancio nel 2037 rende possibile la sinergia con altri esperimenti, come l’Einstein Telescope ed eventualmente Athena e Lisa. Questo, dal punto di vista scientifico, rappresenta un notevole vantaggio rispetto a missioni che voleranno nei prossimi anni. Insomma, le timeline di M7 rende la missione ancora più interessante e impattante di quanto sarebbe stata come M5 nel 2032».

Sempre dall’Esa è poi arrivato un nuovo aggiornamento su Euclid: il telescopio spaziale per lo studio dell’universo oscuro ha appena completato la sequenza di test della durata di un mese condotti all’interno della camera termovuoto della Thales Alenia Space a Cannes. Per il lancio, in programma per il 2023, era inizialmente previsto l’impiego di un vettore Soyuz, decisione poi annullata a seguito del ritiro da parte di Roscosmos del proprio personale dallo spazioporto europeo di Kourou, nella Guyana francese, poco dopo l’inizio della guerra con l’Ucraina. A lanciare Euclid in L2, a un milione e mezzo di km dalla Terra, sarà dunque un razzo Falcon9 di SpaceX.

Sulla campagna di test di Euclid, guarda il servizio video dell’Esa: