A CACCIA D’EVENTUALI TRACCE FOSSILI NEL DELTA DI UN ANTICO FIUME

Su Marte, missione Delta Front iniziata

È iniziata con oltre un mese di anticipo la seconda campagna scientifica di Perseverance, la Delta Front. Il rover Nasa ha raggiunto il delta del fiume ormai in secca, dopo la traversata del cratere Jezero, e raccoglierà campioni geologici da inviare sulla Terra. Con un commento di Teresa Fornaro (Inaf), participating scientist della missione

     27/04/2022

Il delta del fiume sulla superficie di Marte ripreso dalla camera Right Mastcam-Z. Crediti: Nasa/Jpl-Caltech/Asu

A oltre un anno di permanenza su Marte, il rover Perseverance della Nasa entra nel vivo dell’attività esplorativa prevista dalla missione Mars 2020. Con oltre un mese di anticipo rispetto al previsto, Perseverance sta dando il via alla sua seconda campagna scientifica, la Delta Front.

Il rover ha raggiunto il delta del fiume ormai in secca, dopo la traversata del cratere Jezero, l’antico canale fluviale. In 31 sol (cosí si chiamano i giorni marziani) le sei ruote in alluminio di Perseverance hanno completato più di tremila giri per raggiungere “Three Forks”luogo così rinominato per il fatto di offrire tre diverse opzioni di percorso per raggiungere il delta – percorrendo oltre cinque chilometri sulla superficie marziana. Il percorso si è svolto tutto in modalità AutoNav, un sistema di navigazione automatica assistita da un software di intelligenza artificiale che permette al rover di affrontare autonomamente le distese di sabbia, i crateri, i massi e le rocce aguzze della superficie marziana. Durante il percorso, il rover ha valutato oltre diecimila immagini riprese dalla camera di navigazione e si è fermato e ha cambiato direzione per evitare rischi ben 55 volte.

Il “geologo a sei ruote” ha raccolto già otto campioni di roccia nella sua prima campagna scientifica di perlustrazione del cratere Jezero dove il rover è arrivato lo scorso 13 aprile. Dopo una sosta a “Three Forks”, Perseverance è poi ripartito per la sua seconda spedizione scientifica, diretto verso il delta dell’antico fiume, dove è arrivato il 21 aprile. La campagna Delta Front è iniziata con un’escursione di perlustrazione a sud-ovest durata circa una settimana. Uno degli obiettivi era individuare il percorso migliore per salire sul delta che si erge a circa quaranta metri sopra il fondo del cratere. Il rover dovrà raccogliere circa otto campioni in circa sei mesi (terrestri) e dopo aver completato la discesa risalirà nuovamente il delta (forse attraverso una rotta diversa) per iniziare la campagna Delta Top, che durerà altri sei mesi.

Teresa Fornaro

«Ci siamo appena lasciati alle spalle un anno pieno di soddisfazioni, in cui abbiamo esplorato in lungo e in largo il fondo del cratere Jezero, e abbiamo raccolto otto campioni di rocce che ci raccontano di un passato (miliardi di anni fa) caratterizzato da intensa attività vulcanica e presenza di acqua liquida», racconta Teresa Fornaro, ricercatrice dell’Inaf di Arcetri e unica participating scientist italiana di Perseverance. «Le rocce che abbiamo raccolto, una volta analizzate sulla Terra, ci permetteranno di ricostruire la linea del tempo degli eventi che hanno modellato questo cratere. Quello che ci aspetta di fronte a noi è ancora più entusiasmante. È infatti appena iniziata la campagna di esplorazione del delta dell’antico fiume, che miliardi di anni fa sfociava nel cratere dando origine a un lago al suo interno. Oggi rimane di esso un deposito di sedimenti a forma di ventaglio, tipico dei delta dei fiumi anche qui sulla Terra, in cui potrebbero essere preservate tracce di microorganismi che un tempo avrebbero potuto svilupparsi in questo ambiente acquoso. La grande sfida che Perseverance ha davanti a sé è proprio di riconoscere questi possibili fossili nonostante abbiano subito miliardi di anni di degradazione».

La missione è ora ufficialmente uscita dalla modalità Rapid Traverse e da questa settimana Perseverance verrà guidato in modo standard. Tuttavia, non ci siamo lasciati del tutto alle spalle la campagna Crater Floor, poiché verrà studiato il contatto tra le rocce del fondo del cratere e quelle del delta, nonché tra i diversi tipi di rocce del fondo del cratere, denominate Máaz e Séítah. Capire in che modo i diversi tipi di rocce sono entrate in contatto è una questione fondamentale per gli scienziati per ricostruire la storia geologica di Marte. Non solo: dai dati acquisiti dalla missione, i geologi possono anche studiare casi analoghi terrestri. Ci sono luoghi sulla Terra con cui possiamo fare preziosi confronti con ciò che vediamo su altri corpi planetari, come Marte. Per esempio, i sedimenti del delta di Jezero potrebbero essere molto simili a quelli presenti in Grecia.

In questa fotografia, scattata dallo strumento Mastcam-Z del rover il 6 aprile 2022, si intravede il paracadute che ha contribuito a portare il rover sulla superficie marziana. Crediti: Nasa/Jpl-Caltech/Asu/Msss

Nei prossimi mesi l’intera suite di strumenti a bordo di Perseverance sarà al lavoro per poter esplorare il delta al massimo delle possibilità. Gli scienziati si aspettano di trovare rocce anche piuttosto diverse dalle rocce ignee formate da magma o lava che si trovano sul fondo del cratere.

«Come participating scientist, selezionata proprio per aiutare a rivelare biofirme molecolari di vita estinta, sarò impegnata nei prossimi mesi ad analizzare i dati dello strumento Sherloc, che si trova sul braccio robotico del rover, alla ricerca di firme spettrali diagnostiche di possibili organici», aggiunge Fornaro. «In parallelo, nel Laboratorio di astrobiologia dell’Osservatorio astrofisico dell’Inaf di Arcetri, a Firenze, effettueremo esperimenti di simulazione dell’ambiente marziano per aiutare l’interpretazione dei dati forniti dal rover, soprattutto per provare a distinguere se tali organici sono di natura biologica oppure no».

Per seguire Perseverance nelle sue imprese, è disponibile una mappa interattiva di Marte che mostra dove si trova il rover.

In questo video della Nasa, la traversata del cratere Jezero ripresa dal rover: