L’IMMAGINE DIRETTA È STATA OTTENUTA CON LO STRUMENTO SPHERE DELL’ESO

Fotografato un pianeta attorno a stelle massicce

Il sistema attorno al quale è stato immortalato è visibile a occhio nudo. Situato a circa 325 anni luce di distanza da noi, nella costellazione del Centauro, si chiama chiama b Centauri ed è il sistema stellare che ospita pianeti più caldo e più massiccio mai scoperto. Fra gli autori dello studio c’è anche Raffaele Gratton dell’Istituto nazionale di astrofisica

     08/12/2021

Questa immagine mostra la coppia di stelle b Centauri, la più massiccia a oggi conosciuta con attorno un pianeta: il gigante b Centauri b (indicato dalla freccia). È la prima volta osservazione diretta di un pianeta in orbita attorno a una coppia di stelle così massiccia e calda. Crediti: Eso/Janson et al.

Il Vlt (Very Large Telescope) dell’Eso (Osservatorio europeo australe) ha catturato l’immagine di un pianeta in orbita intorno a b Centauri, un sistema di due stelle visibile a occhio nudo. Questo è il sistema stellare che ospita pianeti più caldo e più massiccio trovato finora. Il pianeta è stato individuato in un’orbita con dimensioni pari a cento volte quella di Giove intorno al Sole. Alcuni astronomi credevano che non potessero esistere pianeti intorno a stelle così massicce e così calde. Ora non più.

«Trovare un pianeta intorno a b Centauri è stato molto emozionante, poiché cambia completamente la nostra visione delle stelle massicce come ospiti planetari», spiega Markus Janson, astronomo dell’Università di Stoccolma (Svezia) e primo autore del nuovo studio pubblicato online oggi su Nature.

Situato a circa 325 anni luce di distanza da noi nella costellazione del Centauro, il sistema a due stelle b Centauri (noto anche come Hip 71865) ha almeno sei volte la massa del Sole, il che lo rende di gran lunga il sistema più massiccio intorno al quale sia stata confermata la presenza di un pianeta. Finora, nessun pianeta era stato avvistato intorno a una stella con una massa tre volte maggiore del Sole.

«Una volta di più le osservazioni dei pianeti extrasolari dimostrano che c’è ancora molto da capire su come si formano i pianeti, che spesso troviamo dove non ci aspettiamo che siano», dice Raffaele Gratton dell’Inaf di Padova, coautore dello studio. È un campo di studio pieno di sorprese e per questo particolarmente affascinante in cui occorre rigore ma anche avere la mente aperta»

Le stelle più massicce sono anche molto calde e questo sistema non fa eccezione: la sua stella principale è una cosiddetta stella di tipo B che è oltre tre volte più calda del Sole. A causa della sua temperatura intensa, emette grandi quantità di radiazioni ultraviolette e raggi X.

La grande massa e il calore prodotto da questo tipo di stelle hanno un forte impatto sul gas circostante, che dovrebbe contrastare la formazione dei pianeti. In particolare, più una stella è calda e maggiore è la sua produzione di radiazione ad alta energia, la quale fa evaporare più velocemente il materiale circostante. «Le stelle di tipo B sono generalmente considerate ambienti piuttosto distruttivi e pericolosi, quindi si riteneva che sarebbe stato estremamente difficile formare grandi pianeti intorno a loro», afferma Janson.

Ma la nuova scoperta mostra che i pianeti possono effettivamente formarsi in sistemi stellari così violenti. «Il pianeta in b Centauri è un mondo alieno in un ambiente completamente diverso da quello che sperimentiamo qui sulla Terra e nel Sistema solare», spiega il coautore Gayathri Viswanath, studente di dottorato all’Università di Stoccolma. «È un ambiente aspro, dominato da radiazioni estreme, dove tutto è su scala gigantesca: le stelle sono più grandi, il pianeta è più grande, le distanze sono maggiori».

In effetti, anche il pianeta scoperto, chiamato b Centauri (AB)b o b Centauri b, è estremo. È dieci volte più massiccio di Giove, il che lo rende uno dei pianeti più massicci mai trovati. Inoltre, si muove intorno al sistema stellare in una delle orbite più ampie mai scoperte, a una distanza sbalorditiva, cento volte maggiore della distanza di Giove dal Sole. Questa grande distanza dalla coppia centrale di stelle potrebbe essere la chiave per spiegare la sopravvivenza del pianeta.

Questi risultati sono stati possibili grazie al sofisticato strumento Sphere  (Spectro-Polarimetric High-contrast Exoplanet Research), montato sul Vlt dell’Eso, in Cile. Sphere aveva già ripreso con successo diversi pianeti in orbita intorno a stelle diverse dal Sole, inclusa la prima immagine in assoluto di due pianeti in orbita intorno a una stella simile al Sole.

Tuttavia, Sphere non è stato il primo strumento a catturare l’immagine di questo pianeta. Come parte dello studio, l’equipe ha esaminato i dati d’archivio del sistema b Centauri e ha scoperto che il pianeta era stato effettivamente ripreso più di 20 anni fa dal telescopio dell’Eso da 3,6 m, sebbene all’epoca la sua natura non fosse stata riconosciuta.

Con l’Elt (Extremely Large Telescope) dell’Eso, che inizierà le osservazioni entro la fine di questo decennio, e con gli aggiornamenti al Vlt, gli astronomi potrebbero essere in grado di svelare ancor di più sulla formazione e le caratteristiche di questo pianeta. «Sarà un compito stimolante il cercare di capire come potrebbe essersi formato, ancora un mistero al momento», conclude Janson.

Fonte: comunicato stampa Eso

Per saperne di più:

  • Leggi su Nature l’articolo “A wide-orbit giant planet in the high-mass b Centauri binary system”, di Markus Janson, Raffaele Gratton, Laetitia Rodet, Arthur Vigan, Mickaël Bonnefoy, Philippe Delorme, Eric E. Mamajek, Sabine Reffert, Lukas Stock, Gabriel-Dominique Marleau, Maud Langlois, Gaël Chauvin, Silvano Desidera, Simon Ringqvist, Lucio Mayer, Gayathri Viswanath, Vito Squicciarini, Michael R. Meyer, Matthias Samland, Simon Petrus, Ravit Helled, Matthew A. Kenworthy, Sascha P. Quanz, Beth Biller, Thomas Henning, Dino Mesa, Natalia Engler e Joseph C. Carson

Guarda su MediaInaf Tv l’intervista a Raffaele Gratton: