FOTOGRAFATO DALL’ALTOPIANO DELL’ARGIMUSCO

Pilastro di luce come una spada laser sull’Etna

Un fenomeno ottico atmosferico molto raro, immortalato lo scorso giugno al di sopra del vulcano siciliano dal fotografo di Ragusa Giancarlo Tinè, è stato scelto dalla Nasa come Apod – immagine astronomica del giorno – del 15 novembre. A produrlo, la luce del magma incandescente riflessa dai cristalli di ghiaccio al di sopra dell’Etna

     16/11/2021

Pilastro di luce sull’Etna. Crediti e copyright: Giancarlo Tinè (www.giancarlotine.it)

Ormai ci ha fatto l’abitudine, l’Etna, a finire come protagonista sulla pagina Apod della Nasa, quella dedicata all’immagine astronomica del giorno. Questa volta il maestoso vulcano siciliano si è guadagnato l’ambito riconoscimento grazie a uno scatto spettacolare del fotografo e videomaker di Ragusa Giancarlo Tinè, che è riuscito a immortalare sulla sommità dell’Etna un fenomeno ottico atmosferico piuttosto raro: il pilastro di luce.

«Si tratta di un unico scatto eseguito la sera del 12 giugno dall’altopiano dell’Argimusco», dice Tinè a Media Inaf, «durante il parossismo dell’Etna. Mi trovavo lì con un gruppo di amici per fare qualche scatto alla Via Lattea, ma le condizioni di visibilità dal tramonto non erano, granché vista la presenza di nuvole e foschia. Improvvisamente, verso le 21.30, la nebbia cominciò a diradarsi e dinanzi a noi si presentò l’Etna in tutto il suo splendore, illuminata da fontane di lava alte centinaia di metri. Per avere una visuale più ampia mi arrampicai sopra uno dei megaliti che sovrasta l’altopiano e da lì cominciai a scattare una sequenza di foto. Man mano che scattavo notavo sempre di più la presenza di uno strano ma affascinante fascio di luce rossa, il light pillar – il pilastro di luce, appunto – descritto dalla Nasa, di cui venni a conoscenza solo successivamente grazie all’aiuto di una cara amica esperta in fenomeni naturali di luce».

Giancarlo Tinè (fonte: www.giancarlotine.it)

I pilastri di luce sono causati tipicamente dalla luce solare, spiega la Nasa sul sito Apod, e quindi appaiono come una colonna luminosa che si estende verso l’alto al di sopra del Sole che sorge o tramonta. Si possono però vedere pilastri luminosi anche sopra le luci delle strade e delle case, per esempio. In questo caso, invece, la fonte di luce era il magma incandescente del vulcano in eruzione. Le temperature gelide al di sopra della nuvola di cenere hanno favorito la formazione – nei cirri e nel vapore acqueo condensato espulso dal vulcano – di cristalli di ghiaccio. Questi cristalli hanno poi riflesso la luce proveniente dalla caldera del vulcano.

«È evidente che fummo fortunati due volte: per il parossismo dell’Etna, a cui assistevamo per la prima volta dall’Argimusco, e per il rarissimo fenomeno del light pillar presente su un vulcano», dice Tinè, sottolineando però che, eccezion fatta per questo evento improvviso e imprevedibile, di solito dietro i suoi scatti di paesaggio c’è sempre una pianificazione. «Ma non mi dispiace a volte anche quel pizzico di imprevedibilità ed effetto sorpresa. Per me è essenziale, prima di ogni sessione di scatto, esplorare e cogliere l’essenza del luogo con tutti i sensi per poi tramutarli in emozioni plasmando la luce e giocando con la composizione».