FANNO PARTE DEL TEAM ANCHE QUATTRO ASTROFISICI DELL’INAF

Curiosi “Cosi” nel cuore della Via Lattea

È un ritorno alle origini l’ultima piccola missione selezionata dalla Nasa, in particolare a quella delle stelle e degli elementi chimici della nostra galassia. Il telescopio spaziale per raggi gamma Compton Spectrometer and Imager (Cosi) seguirà le “tracce gamma” della Via Lattea per delinearne l’evoluzione, tra esplosioni di stelle massicce e particelle di antimateria

     19/10/2021

La Nasa ha selezionato un nuovo telescopio spaziale per raggi gamma, il Compton Spectrometer and Imager (Cosi), progettato per tracciare l’evoluzione della Via Lattea, rappresentata in questa immagine. Crediti: Nasa/Jpl-Caltech/R. Hurt (Sss/Caltech)

“Il profondissimo desiderio di conoscenza dell’uomo è una giustificazione sufficiente per il persistere della nostra ricerca. E il nostro obiettivo non è niente di meno di una descrizione completa dell’universo in cui viviamo”. Stephen Hawking lo ha affermato con forte convinzione, la stessa che ancora oggi sprona ricercatori e astrofisici a varcare la soglia della Terra, quel limite fisico che chiamiamo casa. Confinare l’attenzione alle questioni terrestri non rientra nei piani della ricerca spaziale. La Nasa lo sa bene, e con il suo programma Astrophysics Explorers – il più antico fra i programmi dell’agenzia a non conoscere interruzione – raccoglie periodicamente proposte di missioni d’astrofisica ed eliofisica di classe piccola e media alle quali offrire accesso allo spazio. Fra le 18 proposte arrivate nel 2019, a spuntarla – ha annunciato ieri l’agenzia – è stato un telescopio spaziale per raggi gamma chiamato Cosi: acronimo di “Compton Spectrometer and Imager”, Cosi dovrebbe essere lanciato nel 2025.

La missione Cosi – costo previsto attorno ai 145 milioni di dollari – analizzerà i raggi gamma da atomi radioattivi prodotti quando le stelle massicce esplodono per rilevare dove si sono formati gli elementi chimici nella nostra galassia. Verrà esaminata anche la misteriosa origine dei positroni della Via Lattea – particelle di antimateria con la stessa massa di un elettrone ma una carica positiva, note anche come antielettroni.

Il team di Cosi non arriva di certo impreparato a questo appuntamento: ha trascorso decenni a svilupparne la tecnologia attraverso esperimenti scientifici in volo su palloni aerostatici, e nel 2016 è stata lanciata una versione dello strumento a raggi gamma a bordo d’un pallone a super pressione della Nasa progettato per voli di lunga durata e carichi pesanti.

Il principal investigator di Cosi è John Tomsick dell’Università della California a Berkeley, ma la missione ha un respiro internazionale, e ne fanno parte anche scienziati italiani. «L’Istituto nazionale di astrofisica è fortemente coinvolto nel team di Cosi con quattro ricercatori», dice a Media Inaf uno degli astrofisici che partecipano del progetto, Fabrizio Tavecchio, primo ricercatore all’Inaf di Brera. «Oltre a me, ci sono Andrea Bulgarelli, Valentina Fioretti e Giancarlo Ghirlanda, con expertise che coprono sia gli aspetti strumentali che quelli scientifici. Contribuiremo in particolare all’analisi dei dati (in forza dellʼexpertise acquisita con precedenti missioni, come Agile) e all’interpretazione astrofisica degli stessi, in particolare modo per quelli legati ai transienti multimessaggeri, ai nuclei galattici attivi e ai gamma-ray bursts».

«Per oltre 60 anni, la Nasa ha fornito opportunità per missioni creative su scala ridotta per colmare le lacune nella conoscenza di realtà di cui cerchiamo ancora risposte», ricorda Thomas Zurbuchen, associate administrator della Direzione della missione scientifica dell’agenzia a Washington. «La missione Cosi risponderà a domande sull’origine degli elementi chimici nella nostra galassia, la Via Lattea – ingredienti fondamentali per la formazione della stessa Terra».