MOSAICO MARZIANO CON NUVOLE, DI ELISABETTA BONORA E MARCO FACCIN

Un giorno da Curiosity

S’intitola “Curiosity: Sol 3048”, è un panorama a 360 gradi del cratere Gale di Marte prodotto a partire da ben 146 immagini grezze. E la Nasa l’ha eletto ieri foto astronomica del giorno. Uno dei suoi due creatori è Elisabetta Bonora. Marketing e comunicazione sono il suo lavoro. Arte, fotografia e divulgazione scientifica sono invece alcune delle sue passioni. «Passare dalla tavolozza all'image processing è stato piuttosto naturale», racconta a Media Inaf

     26/03/2021

Diciamocela tutta: con il lancio di Perseverance su Marte, le attività del suo predecessore Curiosity sono passate un po’ in sordina. Se ne parla meno un po’ ovunque, insomma. Ma non dappertutto. Sul sito Apod della Nasa, che ogni giorno pubblica una spettacolare immagine del nostro universo, ieri, 25 marzo 2021, la scena è stata tutta sua.

Curiosity, sol 3048. Crediti: Nasa/Jpl-Caltech. Processing: Elisabetta Bonora & Marco Faccin / aliveuniverse.today

Per la foto astronomica del giorno la scelta dell’agenzia spaziale statunitense è infatti caduta su un paesaggio realizzato a partire dalle immagini catturate proprio dal rover della missione Mars Science Laboratory (Msl).

L’immagine la vedete qui sopra: si tratta di un suggestivo panorama a 360 gradi prodotto a partire da oltre un centinaio di frame che la Mastcam left –  l’occhio sinistro del rover – ha ottenuto il 4 marzo scorso, durante il suo 3048esimo giorno di missione.

In primo piano c’è una parte del rover (notate lo squarcio in una delle ruote che ne ha rallentato un po’ l’andatura). Spostando lo sguardo più avanti c’è poi lo splendido paesaggio marziano del cratere Gale. Al centro dell’immagine è visibile il Mont Mercou, la regione dove il rover si trova attualmente, mentre in fondo a sinistra si nota la vetta del Monte Sharp. A incorniciare il tutto, le gelide e sottili nubi che adornano il cielo color rosato del pianeta, formazioni simili ai nostri cirri prodotte –  almeno in parte – da quello che viene chiamato “fumo meteorico“: polvere ghiacciata creata dalla pioggia di detriti meteorici che si schiantano contro l’atmosfera del pianeta – i “semi” per la formazione delle nuvole.

Elisabetta Bonora, uno dei due autori del panorama di Marte scelto ieri dalla Nasa come immagine astronomica del giorno

Per creare la composizione sono state utilizzate in particolare ben 146 di 187 immagini grezze realizzate, come detto, il 4 marzo 2021 da Curiosity. Uno dei due autori del post-processamento dei singoli scatti e dell’opera di cucitura ad arte – è il caso di dirlo – degli stessi per ottenere il mosaico è Elisabetta Bonora. Nata a Roma, ha frequentato il liceo artistico e poi architettura alla Sapienza, ma nel frattempo si appassionava anche all’informatica. Subito dopo gli studi ha iniziato a lavorare in ambito web, assistendo all’evoluzione del concetto di sito e portale e di un diverso modo di comunicare e condividere le informazioni. Da diversi anni si occupa di marketing e comunicazione, mentre nel tempo libero si dedica alla divulgazione scientifica, collaborando con alcune riviste del settore come Coelum e Oggi Scienza. Ma non perde occasione per coltivare l’altra sua grande passione: lo space imaging processing, ovvero il processamento delle immagini di missioni robotiche condivise dalle agenzie spaziali. Com’è accaduto in questo caso.

Quali sono le caratteristiche di questo quadro di uno scorcio di Marte?

«È mosaico 20000 × 5743 pixel composto da 149 frame: 126 formano il paesaggio, 23 il cielo. Le due sequenze sono state riprese in momenti diversi del sol 3048 (4 marzo 2021) e non sono consecutive. Qui sono state unite “artisticamente” insieme per dare un’idea complessiva del paesaggio».

Che tipo di attività di post-processing c’è dietro?

«C’è molto lavoro. Le immagini vengono fornite in formato raw nel catalogo ufficiale. Nel caso specifico, queste sono dei bayer, quindi hanno richiesto in processo di de-bayerizzazione per tirar fuori l’informazione colore, diversi passaggi per migliorare la qualità riducendo gli artefatti, l’allineamento per comporre il grande mosaico e ulteriori passaggi di equalizzazione, sia cromatica che di esposizione, cercando di non perdere definizione. Alcuni di questi interventi sono completamente manuali perché anche il miglior software fotografico non ha così tanta sensibilità».

C’è chi lo ha definito “il primo panorama marziano con le nuvole”. È davvero così?

 «Sì, è vero è stato definito così da alcuni utenti della rete. Le nuvole di Marte sono state riprese molte volte dai lander e dai rover di superficie, fin dalle missioni Viking. Singoli frame o mosaici sono stati realizzati in bianco e nero, a colori o colorizzati ma in effetti, se la memoria non mi inganna, direi che questo è il primo panorama 360 a colori completo di nuvole».

Da dove nasce questa sua passione per la grafica e l’elaborazione delle immagini?

«Ho una formazione artistica ma anche informatica. Quindi passare dalla tavolozza all’image processing è stato piuttosto naturale. Mi sono avvicinata alle “foto spaziali” con le immagini della Cassini-Huygens, belle come opere d’arte».

Perché, con Perseverance in auge, lavorare su immagini di Curiosity?

«Questo è un hobby che in alcuni casi ha dato e dà le sue soddisfazioni, riceve riconoscimenti e porta a collaborazioni. Ovviamente ora Marte va molto di moda, ma passo volentieri del tempo anche sulle immagini di altre missioni robotiche, storiche o in corso. Sicuramente le immagini di Perseverance costituiscono una nuova sfida dal punto di vista dell’image processing – nuove fotocamere, nuovi formati, nuovi problemi da affrontare… – ma ritengo che Curiosity stia vivendo proprio ora, forse, la fase più bella e interessante della sua avventura marziana. E le immagini spettacolari che sta inviando lo testimoniano. Inoltre, le missioni non finiscono mai veramente: le foto rimangono nella memoria del pubblico, i dati rimangono un regalo inestimabile per gli scienziati (e tutti noi) per molti anni a venire».

Oltre ad occuparsi di post-produzione di immagini, è anche una divulgatrice scientifica. Ha scritto un libro, Con la Cassini-Huygens nel sistema di Saturno, edito da Delfino & Enrile editori, e cura aliveuniverse.today. Come lo definirebbe: un sito web, un blog o cos’altro?

«Aliveuniverse.today è un sito web amatoriale gestito in collaborazione con amici appassionati di spazio, fisica e astronomia, a cui ciascuno dedica buona parte del proprio tempo libero e delle proprie energie. Cerchiamo di non essere un semplice blog di notizie ma di aggiungere sempre qualcosa in più quando le raccontiamo e di fornire contenuti unici, come le immagini che elaboriamo o le rubriche statistiche dedicate ai Neo e alle missioni robotiche».

 Come è nata l’idea? 

«L’dea è nata nel 2012 in occasione dell’arrivo di Curiosity su Marte. Io già mi occupavo di image processing e raccoglievo le immagini elaborate su Flickr insieme a Marco Faccin (con cui ho realizzato anche il mosaico pubblicato ieri dall’Apod), ma avevo il costante desiderio di raccontare le storie e le scoperte dietro quelle foto spettacolari».

Sui social scrive: “Amo le missioni robotiche inviate nel nostro Sistema solare per esplorare nuovi mondi, alla ricerca di nuove forme di vita, per arrivare là dove nessuno è mai giunto prima!”. Il messaggio è chiaro: è una fan di Star Trek. È da questa sci-fiction che è cominciata l’altra sua grande passione, l’astronomia e lo spazio? 

«Molto prima, ma Star Trek ha contribuito tantissimo. La passione per l’astronomia e lo spazio è iniziata più o meno all’età di tre anni, non appena sono riuscita a impugnare il pesantissimo e vecchio binocolo di mio nonno e da allora non ho mai smesso di camminare con il naso all’insù. Poi, quando ero bambina, invece dei cartoni animati guardavo il capitano Kirk esplorare “nuovi mondi”».