L’ONDA D’URTO DI CASSIOPEIA A CATTURATA DAL TELESCOPIO SPAZIALE WISE

Lontani echi luminosi da una supernova

Il Wide-field Infrared Survey Explorer della Nasa ha rilevato l’onda d’urto del resto di una fra le supernove più affascinanti e studiate di sempre: Cassiopeia A. L’immagine in falsi colori ci regala un’affascinante visione dell’onda d’urto generata dall'esplosione mentre attraversa lo spazio interstellare

     24/03/2021

Una nuova affascinante immagine, rilevata dal Wide-field Infrared Survey Explorer (Wise) della Nasa, mostra l’onda d’urto del resto di supernova Cassiopeia A espandersi velocemente attraversando lo spazio interstellare. La supernova esplose più di undicimila anni fa nella costellazione di Cassiopeia, ma la sua luce raggiunse la Terra solo intorno al 1667 d.C. A oggi non sono state trovate testimonianze di avvistamento risalenti a quel periodo: se qualcuno la vide, non lasciò alcuna traccia. Tuttavia è probabile che la grande quantità di polvere interstellare tra la stella morente e la Terra abbia attenuato la luminosità dell’esplosione al punto da renderla a malapena visibile a occhio nudo – se non del tutto invisibile.

I resti di Cassiopeia A furono scoperti nel 1947 per la sua potente emissione radio e più recentemente, grazie all’uso di Wise, è stato possibile rilevare nell’infrarosso gli echi luminosi dell’onda d’urto che si increspano e si espandono verso l’esterno dalla supernova.

Crediti: Nasa/Jpl-Caltech/Ucla

Al centro dell’immagine si vede l’onda d’urto, una nube luminosa di polvere incandescente che si muove attraverso lo spazio interstellare. L’onda d’urto viaggia veloce, a circa il sei per cento della velocità della luce. Quando Wise ha realizzato quest’immagine, l’onda d’urto si era già espansa fino a una distanza di circa ventuno anni luce dall’esplosione originale, mentre il lampo di luce dell’esplosione, viaggiando alla velocità della luce, aveva percorso oltre trecento anni luce.

Gli echi qui rappresentati in  colore arancione, distanti dal resto di supernova centrale, provengono dalla polvere interstellare che è stata surriscaldata dal lampo di luce della supernova secoli dopo l’esplosione che le ha dato origine. I falsi colori in verde rappresentano invece le diverse lunghezze d’onda in luce infrarossa, invisibile all’occhio umano.