SCADENZE IL PRIMO MARZO (ESA) E IL PRIMO APRILE (BREAKTHROUGH)

Opportunità per scienziati, in erba e in carriera

È online il bando annuale per le posizioni da Young Graduate Trainee presso l'Esa, l'Agenzia spaziale europea, con un centinaio di ruoli riservati a chi ha appena completato – o sta per completare – un corso accademico di laurea magistrale. Per gli scienziati che hanno già una certa carriera alle spalle, invece, sono aperte le candidature per il Breakthrough Prize, noto anche come l'Oscar della scienza

     03/02/2021

Il flyer del programma Young Graduate Trainee. Crediti: Esa

Come ogni anno, l’Agenzia spaziale europea (Esa) ha lanciato il bando per oltre cento posizioni da Young Graduate Trainee (Ygt), un tirocinio retribuito di un anno per conoscere i diversi ruoli professionali all’interno dell’agenzia. L’annuncio, solitamente cadenzato intorno a fine anno, è stato pubblicato lunedì 1 febbraio, con scadenza per le domande di partecipazione fissata per lunedì 1 marzo.

La maggioranza delle posizioni sono per ruoli ingegneristici e coprono praticamente tutte le fasi di sviluppo di una missione spaziale e tutti gli ambiti di cui si occupa l’Esa, incluse le missioni del Direttorato di scienza, che comprende l’astronomia, la fisica solare e dei pianeti. Ci sono poi una quindicina di posizioni prettamente scientifiche e di ricerca, per lavorare su progetti in corso quali Gaia e Hubble, missioni future come il telescopio spaziale James Webb e il rover della missione ExoMars, ma anche sui cambiamenti climatici o sugli esperimenti a bordo della Stazione spaziale internazionale. Diverse posizioni coprono inoltre ruoli di management, legislazione spaziale, policy, economia, didattica e comunicazione.

Benché il nome del programma contenga la parola young, ovvero giovane in inglese, non ci sono vincoli d’età. Bisogna però essere nell’anno finale di un corso di laurea magistrale, oppure averlo concluso da poco. Può partecipare chi ha la nazionalità di uno dei paesi membri dell’Esa (l’Italia è uno dei membri fondatori) oppure di paesi associati o cooperanti. L’esito delle domande sarà comunicato in estate, e l’inizio del contratto è previsto per settembre-ottobre. Molte delle posizioni Ygt avranno sede presso Estec, il centro dell’Esa a Noordwijk, Paesi Bassi, ma vengono offerte posizioni anche nelle altre sedi Esa in Francia, Germania, Italia, Regno Unito e Spagna. Si tratta di una posizione di un anno (con eventuale estensione per un altro anno) con un salario che varia da 2300 a 2700 euro al mese, a seconda del paese ospitante. Le linee guida consigliano di leggere attentamente le descrizioni delle posizioni e di fare domanda solo per quella per la quale ci si ritiene più adatti, o al massimo per due posizioni (domande per più di due posizioni saranno ignorate).

Per avere un’opinione a caldo su questa esperienza e su come affrontare il processo di selezione, Media Inaf ha raggiunto Eleni Ravanis, ricercatrice che ha concluso il suo periodo da Ygt pochi mesi fa, occupandosi di una delle camere a bordo della missione Mars Express, e adesso ha iniziato un dottorato alla University of Hawaiʻi at Mānoa, in forza al gruppo dello strumento Mastcam-Z sul rover Nasa Perseverance. «Sono stata Ygt presso la sede Esac in Spagna per due anni e mi è piaciuto davvero molto: l’esperienza mi ha fornito nuove competenze che adesso credo mi rendano una migliore ricercatrice per il dottorato, e che mi avrebbero aiutato a trovare un lavoro nell’industria se avessi deciso di prendere quella direzione», racconta la ricercatrice. «Come Ygt ti possono essere date molte responsabilità, se lo si desidera e si è disposti a lavorare sodo per questo, il che è un’esperienza davvero preziosa. Il mio consiglio per candidarsi a una posizione Ygt è di non pensare che bisogna già sapere tutto prima di ottenere la posizione. Mostrate invece di essere interessati, entusiasti e disposti a imparare. Dopotutto l’esperienza Ygt è progettata per essere formati, quindi non ci si può aspettare di avere già tutte le risposte!».

Il trofeo del Breakthrough Prize, creato dall’artista Olafur Eliasson. Fonte: breakthroughprize.org

Per chi invece ha da tempo superato la fase dei tirocini e ha anzi nel curriculum già lauree, dottorati, attività di ricerca all’avanguardia e pubblicazioni autorevoli, potrebbe essere arrivata l’ora dei premi. Per esempio il Breakthrough Prize, una serie di prestigiosi riconoscimenti internazionali conferiti a scienziate e scienziati di successo in tre categorie: fundamental physics, life sciences e mathematics. Giunto ormai alla decima edizione e chiamato spesso “l’Oscar della scienza”, il premio nasce dall’iniziativa filantropica di famosi imprenditori statunitensi del settore digitale ed è supportato dalla European Federation of Academies of Sciences and Humanities e dalla piattaforma di pubblicazioni scientifiche ResearchGate.

Il premio, che celebra scoperte rivoluzionarie in ciascuno dei tre settori e consiste in una somma di 3 milioni di dollari, è affiancato dai New Horizons in Physics Prize e New Horizons in Mathematics Prize, del valore di 100mila dollari e dedicato a promettenti early-career researchers, ovvero ricercatrici e ricercatori junior. Anche in questo caso non si tratta di un limite di età, ma si guarda alla data di conseguimento del dottorato (meno di 12 anni fa per la fisica, meno di 10 anni fa per la matematica). Esiste inoltre il Maryam Mirzakhani New Frontiers Prize, intitolato alla matematica iraniana Maryam Mirzakhani e riservato a donne che abbiano conseguito il dottorato in matematica negli ultimi due anni; consiste in un premio di 50mila dollari.

Chiaramente non ci si può auto-candidare, ma chiunque può presentare una o più candidature di donne e uomini di scienza che abbiano ottenuto risultati di particolare spessore nelle rispettive aree, specialmente in anni recenti. Bisogna allegare una breve biografia della persona che si sta indicando per il premio, le sue pubblicazioni più prestigiose e una lettera di referenza scritta da una terza persona. Il termine per presentare le candidature per il Breakthrough Prize 2022 è giovedì 1 aprile.

«È stato un enorme onore e privilegio ricevere il premio della Breakthrough Prize Foundation, e anche alquanto inaspettato, perché non mi ero mai immaginata un premio del genere durante la mia carriera fino ad allora», dice a Media Inaf Samaya Nissanke, assistant professor all’Università di Amsterdam, tra i vincitori del New Horizons in Physics Prize 2020 insieme a Jo Dunkley e Kendrick Smith. «La cerimonia è stata davvero divertente, un’esperienza unica e una grande celebrazione della scienza e della sua diversità! Un’opportunità per riflettere su quanto siamo straordinari e fortunati come scienziati nel porci e rispondere a una tale gamma di domande sul nostro cosmo e sulla vita. Penso che questo sia ciò che più conservo dall’intera esperienza – quella sensazione di “wow”, stupore e apprezzamento per il metodo scientifico – e come la scienza sia costantemente in movimento, dinamica, il che si riflette in una nuova e sempre più eterogenea generazione di scienziati».

La cerimonia di premiazione, un evento in pompa magna trasmesso in diretta televisiva mondiale e accompagnato da un convegno sulle scoperte premiate, non si è tenuta lo scorso anno a causa della pandemia in corso. Si prevede dunque una cerimonia verso la fine di questo anno per onorare i vincitori sia dell’edizione 2021, annunciati lo scorso settembre, che di quella 2022. Tra i vincitori delle edizioni passate del Breakthrough Prize in Fundamental Physics si ricordano Alan Guth e Andrei Linde, ideatori dell’inflazione cosmologica; i leader degli esperimenti Atlas e Cms al Cern che hanno scoperto il bosone di Higgs, tra cui gli italiani Fabiola Gianotti e Guido Tonelli; il gruppo di ricerca che ha firmato il primo paper sulla rilevazione di onde gravitazionali con gli esperimenti Ligo e Virgo; e la collaborazione dell’Event Horizon Telescope per aver realizzato la prima immagine di un buco nero.

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