IL ROVER DELLA NASA SI È INCLINATO FINO A 31 GRADI

Cosa non si fa per un selfie…

Curiosity ha recentemente scalato l’altopiano di Greenheugh, un terreno roccioso estremamente ripido, stabilendo un nuovo record. Prima di lanciarsi nell'impresa ha catturato il panorama intorno a sé, cristallizzando così un altro importante passo nella ricerca marziana e regalandoci un autoritratto straordinario

     23/03/2020

Selfie panoramico di Curiosity Mars scattato il 26 febbraio 2020. Si nota l’altopiano di Greenheugh, scalato poco dopo. Davanti al rover c’è il foro Hutton, praticato durante i lavori di campionamento del suolo. Crediti: Nasa/Jpl-Caltech/Mss

Curiosity – il rover della Nasa che esplora l’ambiente marziano dal 2012 – ci ha regalato un altro selfie mozzafiato, a circa 3,4 metri dall’altopiano di Greenheugh, poco prima di intraprendere una scalata record.

Il rover ha raggiunto la cima del pendio il 6 marzo scorso (nel suo 2.696° giorno marziano, detto anche sol). Sono stati necessari tre giri affinché Curiosity riuscisse a inerpicarsi su per la collina tra gli strati di roccia, nel secondo dei quali il rover si è inclinato di 31 gradi, il massimo mai raggiunto dall’inizio della sua missione su Marte – mancando per poco il record di inclinazione di 32 gradi stabilito nel 2016 dal rover Opportunity, ora inattivo.

E se durante le manovre il rover si fosse inclinato tanto da ribaltarsi? Gli operatori del Jet Propulsion Laboratory della Nasa, in California, hanno pianificato attentamente ogni tragitto per essere certi che Curiosity rimanga sempre ben saldo al suolo durante le manovre di spostamento. Le sue ruote, infatti, sono dotate di un sistema di sospensione detto rocker-bogie: sviluppato dalla Nasa già a partire dal 1988 per il rover Sojourner, consente un’inclinazione fino a 45 gradi in tutta sicurezza.

Immagine del suolo di Marte scattata nel giorno in cui Curiosity raggiunse l’altopiano di Greenheugh. Credits: Nasa/Jpl-Caltech/Msss

La missione di Curiosity è studiare e campionare l’ambiente marziano alla ricerca di elementi che diano prova di vita microbica presente miliardi di anni fa. Uno strumento utilizzato per questo scopo è Mahli (Mars Hand Lens Camera): una fotocamera situata all’estremità del suo braccio robotico che offre una vista ravvicinata dei granelli di sabbia e degli strati rocciosi ad altissima risoluzione, come un geologo con una lente d’ingrandimento portatile.

Prima della scalata verso l’altopiano di Greenheugh, il team di ricerca ha deciso di usare proprio Mahli per catturare l’immagine di Curiosity e il paesaggio intorno a lui, sfruttando le rotazioni del suo braccio robotico. Ogni immagine scattata riesce a coprire solo una piccola area e per realizzare l’intero selfie panoramico a 360 gradi sono state unite 86 immagini trasmesse sulla Terra, offrendoci ancora una volta l’opportunità di intraprendere un viaggio virtuale verso Marte al fianco di questo rover rivoluzionario.

Tutte le foto scattate da Curiosity le trovate sul sito della Nasa. E se volete sapere come faccia Curiosity a scattarsi i selfie, pazientate ancora qualche giorno: stiamo preparando un breve video in italiano che lo spiega.

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