
Mario De Leo-Winkler. Crediti: astro.ucr.edu
Mario De Leo-Winkler è un astrofisico sempre sorridente. Fortemente convinto del dovere istituzionale del fare una buona divulgazione scientifica per tutti e del potere universale dell’astronomia come portale privilegiato per le scienze in generale, interpreta ogni giorno nel modo migliore lo slogan che da alcuni anni la comunità internazionale ha assunto come filosofia di lavoro (e come hashtag nei social): l’astronomia per un mondo migliore – #astronomyforabetterworld.
Per anni De Leo-Winkler ha lavorato con gruppi di detenuti e pubblico appartenente a categorie cosiddette “svantaggiate”, per approdare negli ultimi tempi alla ricerca di nuove metodologie, basate su attività hands-on e multisensoriali, per poter coinvolgere con l’astronomia anche persone con disabilità fisiche. In particolare, De Leo-Winkler e il suo gruppo allo University College Riverside, in California, hanno recentemente sviluppato un laboratorio per persone ipo- o non-udenti, testandolo su studenti della scuola primaria e secondaria di primo grado della California School for the Deaf, Riverside (Csdr). Il laboratorio, descritto in un recente articolo pubblicato sul Journal of Science Education and Technology, si chiama “L’Universo Vibrante”. E, a detta di chi l’ha provato, è un’esperienza positiva e coinvolgente anche per chi sente benissimo.
«Chi progetta attività Stem (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica) informali di didattica o divulgazione», dice De Leo-Winkler, «spesso trascura alcune tipologie di pubblico, come i non-vedenti o i non-udenti, ma nel mondo ci sono ben 360 milioni di persone con problemi di udito! Per il nostro laboratorio abbiamo dunque deciso di sfruttare il fascino dell’astronomia e la sua grande interdisciplinarietà per coinvolgere le persone ipo-udenti in un viaggio cosmico attraverso i suoni dell’universo».

«Le persone con problemi di udito», prosegue De Leo-Winkler, «sviluppano un senso del tatto più marcato rispetto a chi non ha problemi, grazie a una forma di “ricablaggio” del cervello attraverso un processo chiamato neuroplasticità». Un laboratorio basato sulle vibrazioni è perciò un modo innovativo ma efficace per comunicare i fenomeni cosmici e può essere di ispirazione per lo sviluppo di attività divulgative anche in altri settori scientifici.
Tutto il materiale usato nel laboratorio L’Universo Vibrante è disponibile online, e va a potenziare le attività inclusive da anni promosse dalla Commissione C1 dello International Astronomical Union (Iau) per l’educazione e lo sviluppo dell’astronomia, e del Gruppo di lavoro sull’astronomia per l’equità e l’inclusione. Tra queste, un Dizionario enciclopedico dell’astronomia per la lingua dei segni (Encyclopedic Dictionary of Astronomy for Sign Languages), del quale già abbiamo avuto occasione di parlare anche su Media Inaf. Il Dizionario, pubblicato in inglese, francese e spagnolo, è ora disponibile online anche nella versione italiana, grazie al progetto Spread the Sign e al lavoro congiunto di Nicoletta Lanciano e Dania Malerba dell’Università La Sapienza di Roma e Stefania Varano dell’Istituto nazionale di astrofisica.
Per saperne di più:
- Leggi su Journal of Science Education and Technology l’articolo “The Vibrating Universe: Astronomy for the Deaf“, di M. A. De Leo-Winkler, G. Wilson, W. Green, L. Chute, E. Henderson e T. Mitchell
- Leggi su Edu.Inaf l’articolo “Mani nelle stelle“






