A MILANO UNA MOSTRA SULL’ESPLORAZIONE

Schiaparelli, capitano coraggioso al Mudec

Sarà visitabile fino al 19 febbraio prossimo al Museo delle Culture di Milano, la mostra “Capitani coraggiosi. L’avventura umana della scoperta (1906 -1990)”. L’esposizione indaga le frontiere dell’esplorazione novecentesca fino a oggi, e lo fa toccando le vette, lo spazio, gli abissi e la terra più profonda. Tra i cimeli esposti, anche la poltrona osservativa dell'astronomo Giovanni Schiaparelli

     27/09/2018

Si inaugura questa sera, giovedì 27 settembre, al Mudec, il Museo delle Culture di Milano, la mostra “Capitani coraggiosi. L’avventura umana della scoperta (1906 -1990)”. L’esposizione indaga le frontiere dell’esplorazione novecentesca fino a oggi, e lo fa toccando le vette, lo spazio, gli abissi e la terra più profonda, ovvero gli ultimi confini geografici indagati dagli esploratori professionisti in un periodo – quello dai primi decenni del ‘900 a oggi – in cui la mappatura delle terre emerse era ormai stata completata dal lavoro dei pionieri ottocenteschi.

Attraverso fotografie, filmati e cimeli di famose spedizioni, il pubblico potrà comprendere come sia cambiato il concetto di ‘esplorazione’ nell’ultimo secolo, con un particolare accento sulle conquiste maturate in Lombardia e su quello che sarà il futuro dell’esplorazione e dello studio della geografia nel mondo attuale.

Nella mostra, in una ambientazione quanto mai suggestiva, a parlarci del cielo è la poltrona osservativa che per tradizione si dice appartenuta all’astronomo Giovanni Virginio Schiaparelli, rivolta a guardare idealmente verso Marte grazie agli splendidi video prodotti dall’Esa e della Nasa. È la prima volta in cui questo cimelio, molto caro a tutti gli astronomi dell’Osservatorio astronomico di Brera, esce dalle stanze in cui viene custodita.

La poltrona osservativa di Schiaparelli in mostra.
Crediti: Inaf

Quella di Marte fu un’esplorazione tutta milanese, che iniziò nel 1877 e si chiuse all’inizio del nuovo secolo dai tetti dell’Osservatorio di Brera, oggi custode di testimonianze uniche di quella vicenda. Anche alcune di queste saranno visibili in mostra: due preziosi diari manoscritti con le osservazioni originali e gli schizzi dei celebri ‘canali’ e due mappe intere, tracciate tra il 1877 e il 1882. Proprio come un esploratore che si sta addentrando in luoghi sconosciuti – un deserto, una foresta, un oceano – non solo per delinearne le tracce, i confini, i rilievi, ma anche per carpirne la bellezza e provare le emozioni della scoperta, allo stesso modo Schiaparelli si mosse nel suo “nuovo mondo” alternando rigorose osservazioni a voli immaginari della fantasia.

Egli, che pure conosceva bene le mappe precedenti di Marte di W. Beer e J. H. Maedler del 1841, di J. Norman Lockyer del 1862 e di F. Kaiser del 1872, iniziò la sua esplorazione in un modo completamente nuovo, perché applicò alla mappatura della superficie del pianeta i metodi cartografici appresi negli studi da ingegnere e trasformò così la geo-grafia in areo-grafia, dai nomi greci di Terra (Gea) e Marte (Ares). Anche se osservò con i piedi sulla Terra e gli occhi al cielo, Schiaparelli quindi ben figura accanto agli altri esploratori che, dalla Lombardia, partirono per luoghi lontani e imprese memorabili, come ad esempio Gaetano Osculati (1808–1894) che riuscì ad attraversare l’America all’altezza dell’equatore navigano il fiume Napo (Ecuador) e il Rio delle Amazzoni fino a Belem, oppure Celestino Usuelli, che nel 1906 attraversava per primo le Alpi a bordo di un pallone aerostatico, fino a Umberto Nobile che da Milano partì per la tragica spedizione alla conquista del polo Nord, seguita dalla terribile vicenda dell’equipaggio bloccato nei ghiacci nella “tenda rossa”.

La mostra, a cura del comitato scientifico composto da Franco Farinelli, Anna Maria Montaldo, Carolina Orsini e Anna Antonini, è promossa dal Comune di Milano-Cultura. Sarà visitabile fino al 10 febbraio 2019, il lunedì dalle 14.30 alle 19.30; il martedì, mercoledì, venerdì e domenica dalle 9.30 ‐ 19.30 e il giovedì e sabato dalle 9.30‐22.30. L’ingresso è libero. Il Mudec si trova a Milano in via Tortona 56, nella suggestiva cornice dell’ex fabbrica Ansaldo.

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