È L’ORBITA PIÙ RAVVICINATA DELL’INTERA MISSIONE

Dawn vola basso: a 35 km da Cerere

I ricercatori hanno di nuovo posto l’attenzione sulla zona più brillante del pianeta nano Cerere, situata all’interno del cratere Occator, che presenta la più elevata concentrazione di carbonati mai registrata in ambienti al di fuori di quello terrestre. I dati provengono dallo strumento Vir (Visual and Infrared Spectrometer). I commenti di Maria Cristina De Sanctis (Inaf-Iaps di Roma) ed Eleonora Ammanito (Asi)

     03/07/2018

Nell’immagine uno zoom sulla regione Vinalia Faculae nel cratere Occator. Lo scatto è stato ottenuto dalla sonda Dawn della Nasa lo scorso 14 giugno da un’altitudine di circa 39 chilometri. La foto rivela l’intreccio tra materiale brillante e scuro sulla superficie del pianeta nano Cerere. La complessa struttura scura ricorda i flussi di lava osservati sulla Terra. Tuttavia, nel caso di Cerere, il materiale del flusso probabilmente implica la presenza di molto ghiaccio in un lontano passato. Il materiale brillante è composto principalmente da carbonato di sodio, un sale la cui esposizione sul fondo del cratere ha comportato la presenza di una fonte liquida. Crediti: Nasa/Jpl-Caltech/Ucla/Mps/Dlr/Ida

Lo scorso 6 giugno, la sonda della Nasa Dawn ha raggiunto la sua orbita finale attorno al pianeta nano Cerere, scattando migliaia di splendide immagini e raccogliendo altri preziosi dati. Dawn si è fermata è 35 chilometri di distanza dalla superficie segnando un record personale: è l’orbita più bassa dell’intera missione. I ricercatori hanno di nuovo posto l’attenzione sulla zona più brillante del pianeta nano Cerere, situata all’interno del cratere Occator, che presenta la più elevata concentrazione di carbonati mai registrata in ambienti al di fuori di quello terrestre. La natura di questi carbonati era stata scoperta dai dati raccolti con lo strumento Vir (Visual and Infrared Spectrometer), fornito dall’Agenzia spaziale italiana (Asi) e realizzato da Leonardo sotto la guida scientifica dell’Istituto nazionale di astrofisica (Inaf).

«Le zone brillanti all’interno di questo cratere sono ricche di carbonati e sali. Questi materiali si formano tipicamente in presenza di acqua liquida, in ambienti che, sulla terra, vengono definiti idrotermali. Le nuove osservazioni permetteranno di valutare in dettaglio la composizione ed il meccanismo di formazione di tali materiali», spiega Maria Cristina De Sanctisprincipal investigator dello strumento Vir.

Le ultime manovre orbitali hanno rivelato dettagli senza precedenti sui materiali presenti nella regione di Vinalia Faculae. Lo spettrometro a bordo di Dawn aveva precedentemente trovato depositi principalmente composti da carbonato di sodio, un materiale che si trova comunemente nei depositi di evaporite sulla Terra. La scorsa settimana Dawn ha avviato il suo motore a ioni, forse per l’ultima volta durante questa missione, per volare vicino a Cerealia Facula, l’ampio deposito di carbonato di sodio proprio al centro del cratere Occator. Si tratta di un cratere giovane dal punto di vista geologico, che si è formato circa 80 milioni di anni fa. Con una larghezza di 92 chilometri e una depressione centrale di circa 10 chilometri di diametro, il cratere mostra nella zona centrale un largo picco ricoperto di materiale altamente riflettente, ricco di carbonati, che presenta fratture concentriche e radiali sopra e attorno ad essa.

Questo mosaico mostra un prominente tumulo di materiale situato sul lato occidentale di Cerealia Facula. Le immagini sono state ottenute da Dawn lo scorso 22 giugno da un’altitudine di circa 34 chilometri. Queste nuove immagini rivelano molti dettagli, in particolare le relazioni tra il materiale luminoso, composto principalmente da carbonato di sodio, e lo sfondo scuro. Crediti: Nasa/Jpl-Caltech/Ucla/Mps/Dlr/Ida

L’analisi dei dati che lo spettrometro italiano VIR sta acquisendo in questi giorni – commenta Eleonora Ammannito project scientist dell’ASI per la missione Dawn – ci permetteranno di capire meglio i meccanismi evolutivi che hanno portato alla composizione della superficie misurata dagli strumenti a bordo della sonda Dawn. Particolare attenzione è stata dedicata alle faculae presenti nel cratere Occator poiché i minerali identificati dallo spettrometro sembrano indicare la presenza di acqua liquida almeno in una fase iniziale».

Le informazioni contenute in queste immagini aiuteranno i ricercatori a rispondere a domande chiave sull’origine delle faculae, i depositi di carbonati più abbondanti mai osservati al di fuori della Terra. In particolare, gli scienziati si sono interrogati su come questo materiale sia stato esposto; le opzioni sono due: una riserva superficiale di acqua ricca di minerali, o una fonte più profonda di acqua liquida arricchita di sali che risale verso l’alto attraverso le fratture. Inoltre, le osservazioni a bassa quota che verranno ottenute con gli altri strumenti di Dawn, tra cui rivelatore di raggi gamma e neutroni (il Gamma Ray and Neutron Detector – GRaND), riveleranno la composizione di Cerere su scala più piccola e precisa, gettando nuova luce sull’origine dei materiali trovati sulla superficie di questo pianeta nano.

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