DIRETTORE GENERALE DAL 1° SETTEMBRE 2017

Xavier Barcons alla guida dell’ESO

Sarà Xavier Barcons, 57 anni, il prossimo direttore generale dell’ESO, lo European Southern Observatory. Lo ha nominato il Consiglio dell’organizzazione, e succederà all’attuale direttore generale, Tim de Zeeuw, al completamento del suo mandato, il primo settembre del 2017

     09/12/2016

Xavier Barcons, futuro direttore generale dell’ESO. Crediti:
ESO / Francisco J. Carrera

«A nome del Consiglio, sono lieto di nominare Xavier Barcons successore di Tim de Zeeuw come prossimo direttore generale». È con queste parole il presidente del Consiglio dell’ESO, Patrick Roche, ha annunciato da poche ore il nome della persona che guiderà l’osservatorio europeo australe nei prossimi anni: il fisico Xavier Barcons, 57 anni, sposato, due figli e una lunga carriera alle spalle nel campo dell’astronomia X.

«Xavier è nella posizione ideale per guidare lo sviluppo dell’organizzazione nella prossima fase del suo programma, che comprende anche la costruzione dello European Extremely Large Telescope (E-ELT), il telescopio più potente e ambizioso della sua classe», sottolinea Roche. «Ringraziamo Tim per aver guidato l’ESO in modo esemplare lungo un decennio di grandi successi, che ha visto la salda affermazione dell’ESO come principale osservatorio astronomico da terra».

Di cittadinanza spagnola, Barcons ha in curriculum una brillante carriera sia nel mondo accademico sia come esperto di politiche della scienza. È anche ben conosciuto, all’interno dell’ESO, per aver ricoperto con successo l’incarico di presidente del Consiglio tra il 2012 e il 2014, un periodo che ha visto l’approvazione del programma di E-ELT e l’inizio della prima fase di costruzione del telescopio. È anche stato membro attivo e chair di molti altri comitati dell’ESO, ultimo in ordine di tempo il comitato dei programmi di osservazione.

«Sono felice di passare il testimone a Xavier, con il quale ho avuto il grande piacere di lavorare fianco a fianco per parecchi anni», dice Tim de Zeeuw. «Gli obiettivi del programma dell’ESO si sono molto ampliati, e il futuro si annuncia luminoso: ALMA sta producendo scienza affascinante, E-ELT è in costruzione, e all’orizzonte già ci sono nuovi progetti e l’allargamento a nuovi stati membri. Ma le sfide da affrontare certo non mancano, e non riesco a pensare a un capitano migliore di Xavier per governare la nave!».

«Mi sento molto onorato ad assumere la guida di ESO in questo momento emozionante», commenta Xavier Barcons. «Nel periodo in cui c’era Tim alla guida, l’organizzazione è fiorita e cresciuta. Non vedo l’ora d’assistere all’entrata in funzione di E-ELT e di supervisionare i successivi sviluppi del Very Large Telescope, di ALMA e di molti altri progetti dell’ESO. Sono infine impaziente di lavorare con uno staff di livello mondiale come quello dell’ESO».

Xavier Barcons ha iniziato la sua carriera come fisico e ha completato il suo dottorato di ricerca all’Università della Cantabria (Spagna), nel 1985, occupandosi di plasmi caldi e del mezzo intergalattico. Da qui l’interesse per l’astronomia X e per lo studio degli spettri di quasar distanti. Dopo un periodo a Cambridge, nel Regno Unito, ha fatto ritorno in Spagna, dove il suo apporto è stato determinante per la nascita del primo gruppo di astronomia X del suo paese. Dal 2002 è research professor al Consiglio spagnolo per la ricerca scientifica (CSIC).

L’attività di ricerca successiva di Barcons si è concentrata sull’astronomia X: ha fatto uso di dati provenienti da molti osservatori spaziali, fra i quali Einstein, ROSAT e XMM-Newton, e ha organizzato numerose campagne osservative da terra, sia a ESO sia altrove. Nel corso degli ultimi 15 anni ha promosso un osservatorio per raggi X europeo di nuova generazione, quello che ora l’ESA ha selezionato come missione Athena. Rientra fa i suoi interessi scientifici lo studio della natura dei nuclei galattici attivi nell’universo lontano, e in particolare la possibilità di giungere a una migliore comprensione delle loro proprietà e della loro evoluzione osservandoli sia dallo spazio che da terra.

Fonte: comunicato stampa ESO